giovedì 2 dicembre 2010

La scuola non va a regime


Solidarietà agli studenti e alle studentesse della Prov. di Oristano

L’iter di approvazione del ddl sulla riforma dell’università ha aperto un fronte di conflitto sull’intera politica scolastica, ha generalizzato le situazioni di lotta e ha determinato la formazione diffusa di una soggettività giovanile sensibile e matura.

La blindatura militare in molte città italiane e l’uso della forza da parte della polizia hanno avuto una eco singolare e preoccupante anche in diversi istituti secondari della nostra città, dove la protesta civile e non violenta degli studenti è stata affrontata da alcuni capi di istituto prima con un atteggiamento di superficiale contrarietà, poi con pressioni indebite, e infine con comportamenti velatamente intimidatori. In particolare la minaccia di far pagare le autogestioni o le occupazioni con la tagliola del monte ore di assenza e con il 5 in condotta rivela una disposizione autoritaria da tempo inedita in quanto si tratta notoriamente di competenze specifiche dei consigli di classe.

Il recente contratto dei dirigenti scolastici e il documento dell’Associazione nazionale presidi sulla riforma rivelano che non si tratta di atteggiamenti personali o di episodi di eccezione ma di un salto di qualità della funzione dirigenziale nell’intero progetto di metamorfosi della scuola pubblica.

Il movimento degli studenti, nella sua inaspettata sensibilità per il bene generale, mostra che la scuola è in grado di autoriformarsi dal basso, nel rispetto della legalità e nel ragionevole senso del futuro.

La lunga pseudoriforma che si è invece dipanata dal modello di scuola azienda di Luigi Berlinguer al modello di scuola miseria di Mariastella Gelmini segnando uno degli aspetti più foschi della seconda repubblica, ricorre oggi alla tragicomica onnipresenza della Digos intrecciata all’ibridazione burocratico-manageriale dei papaveri della scuola, dai ruoli ministeriali centrali alle dirigenze periferiche degli istituti di provincia.

Le vicende di questi giorni segnano dunque un salto qualitativo importante.
Confidiamo nell’intelligenza critica di cui il delicato ruolo di dirigenti d’istituto necessita oggi più che mai e nel loro integrale rifiuto di pratiche autoritarie: siano i presidi degli studenti e non i feudatari di un regime in fase terminale.

La scuola, nella sua essenza, non va mai a regime.

Coordinamento Precari Oristano
Cobas scuola Oristano

venerdì 19 novembre 2010

Comunicato stampa CPS e Collettivo Studentesco


Il Collettivo Studentesco e il Coordinamento Precari Scuola di Oristano, esprimono il loro profondo disappunto in relazione alla mancata concessione dell’aula consiliare del comune di Oristano da parte del Presidente del Consiglio Mario Musinu. In occasione della Giornata Internazionale del Diritto allo Studio svoltasi il 17 del corrente mese le diverse associazioni studentesche e i lavoratori precari della scuola avevano infatti organizzato una manifestazione da tenersi dalle 9.00 del mattino alle 19.00, all’interno della quale era previsto un incontro-dibattito a cui erano state invitate diverse delegazioni di lavoratori in vertenza. In vista di un probabile peggioramento delle condizioni meteorologiche si era fatta richiesta formale dell’aula consiliare che in un primo momento era stata concessa mediante accordo verbale. Solo nel pomeriggio del 16, tramite la Questura, gli studenti organizzatori sono stati messi al corrente dell’impossibilità di usufruire dello spazio in caso di pioggia. Avendo poi contattato telefonicamente il presidente del consiglio per avere chiarimenti, sono state addotte motivazioni di tipo formale, in aperta contraddizione con gli accordi precedenti, invitando i partecipanti a tenere l’iniziativa sotto i portici. A causa di ciò fino all’ultimo la manifestazione è stata seriamente messa a repentaglio poiché nella città di Oristano non esistono spazi pubblici disponibili alla cittadinanza e in special modo ai giovani. In seguito a un presidio di studenti tenutosi contemporaneamente alla seduta del consiglio comunale, il presidente Musinu, chiamato a motivare la posizione assunta, ha fornito una risposta sconcertante: secondo il regolamento l’aula consiliare è disponibile soltanto per usi istituzionali o su richiesta dei partiti presenti in consiglio o di associazioni legate ad essi. L’episodio denuncia l’utilizzo arbitrario di spazi pubblici e propri della cittadinanza, concessi ad personam, e per gentile elargizione del politico locale, tramite una catena infinita di mediazioni. La mancata concessione nasce inoltre da una posizione politica volta a stigmatizzare manifestazioni di dissenso, di protesta e di partecipazione attiva alla vita sociale e politica del Paese. Ci si rammarica nel constatare che le legittime rivendicazioni degli studenti, dei lavoratori e dei precari vengano considerate come possibili e pericolosi problemi di ordine pubblico e pertanto criminalizzate agli occhi dell’opinione pubblica.

17 novembre 2010 - Giornata Internazionale del Diritto allo Studio

martedì 5 ottobre 2010

Riflessioni a seguito del Consiglio Provinciale del 4 ottobre 2010


In questo momento così difficile per l’istituzione scolastica e per il suo personale, le rappresentanze politiche locali dovrebbero assumersi un onere particolarmente alto, importante, cruciale e delicato. Avendo la possibilità di osservare direttamente i nefasti esiti di nefaste decisioni, avendo l’opportunità di parlare con i diretti interessati, ossia con coloro che pagano a tutto tondo gli effetti delle congiunture economiche e le scelte dei loro governi, dovrebbero farsi carico di questo malessere amplificandolo coraggiosamente. In realtà molti degli amministratori locali hanno deciso di ridursi a controllori dell’ordine imposto e a replicanti di una dialettica politica priva di contenuti perché volutamente cieca al cospetto dell’effettiva realtà. Di ciò ne abbiamo avuto prova lunedì 4 ottobre, ossia quando il Presidente della giunta provinciale oristanese De Seneen ha preso parola.Non solo il Presidente ha dimostrato di conoscere superficialmente la situazione relativa all’erogazione del servizio scolastico nella nostra provincia, ma ha inoltre manifestato un atteggiamento di sufficienza e dunque di spregio nei confronti dei tanti lavoratori precari e neodisoccupati oggetto dei tagli all’istruzione. L’oltraggioso intervento lo si può riassumere in quattro punti proposti come eventuali emendamenti all’odg presentato dal consigliere Roberto Scema:

- l’obsoleta ( n.d.a.) formula “ difesa del diritto al lavoro” sarebbe dovuta essere sostituita da una espressione più consona ai tempi, ovvero “ una possibile tutela dei lavoratori”;
- La sottovalutazione del problema “istruzione pubblica” è stata più volta espressa mediante espressioni infelici che hanno ora equiparato la vertenza scuola a quella del “pecorino sardo” (massimo rispetto alla vertenza casearia, ma il confronto è decisamente fuori luogo) ora evocato costantemente l’assenza di soggetti privati capaci di risollevare le sorti finanziarie sia della scuola sia dell’università (la parola “statale” evidentemente non suggerisce niente;
- Il totale dissenso verso il punto della mozione relativo alla revoca dei tagli che, considerati necessari, devono essere riformulati;
- Essendoci nella nostra provincia il problema inverso al sovraffollamento delle classi, i comuni dovrebbero cessare di agevolare gli studenti pendolari affinchè questi frequentino i punti di erogazione prossimi al proprio paese d’origine (cuius regio eius religio!). Probabilmente il Presidente De Seneen con grande onestà intellettuale (di questo ne diamo atto), ha solo dato voce a un pensiero diffuso nella sua maggioranza, forse mettendo in imbarazzo i suoi stessi consiglieri animati dai migliori propositi e forse ignari che i tagli all’istruzione sono stati voluti ed effettuati dalla loro stessa coalizione. E’ palese la profonda offesa al diritto al lavoro e all’istruzione, consumatasi in ragionamenti poco calzanti e pressappochisti che semplificano una questione non solo complessa, ma di vitale importanza per un territorio come il nostro.Il fatto che il consiglio abbia votato all’unanimità l’odg emendato è di scarso conforto in quanto frutto non di una profonda convinzione politica e culturale, ma di un mero calcolo che ha consentito a questa maggioranza di non andare sotto al momento del voto in aula. La scuola pubblica statale, l’istruzione intesa come valore fondante, i lavoratori del settore sono aspetti che si difendono solo se veramente si condividono i valori e i contenuti che ne derivano. In caso contrario, ogni parola detta e pronunciata è l’ennesimo schiaffo alla dignità di chi in questo momento sta difendendo sia il diritto all’istruzione sia il diritto al lavoro.

lunedì 13 settembre 2010


APPELLO DELLE LAVORATRICI E LAVORATORI DELLA SCUOLA
IN OCCASIONE DEL “CABUDANNE DE SOS POETAS”
SENEGHE 2010


Siamo un gruppo di lavoratrici e lavoratori della scuola della provincia di Oristano estremamente preoccupati per la situazione in cui versa l’istruzione pubblica statale italiana e sarda.

L’anno scolastico 2010-11, per noi, si apre tristemente a causa dell’applicazione della seconda tranche del programma triennale di tagli previsti dal governo Berlusconi con la legge 133 del 2008. I posti in meno programmati per quest’anno saranno più di 40.000 fra docenti e ATA di cui 1707 in Sardegna. Questi vanno ad aggiungersi ai 57.000 posti di lavoro già tagliati nel precedente anno scolastico.

In questi mesi, come Coordinamento Precari Oristano, assieme a tante altre realtà presenti nel territorio nazionale, abbiamo provato a contrastare questo disegno ma con scarsi risultati. L’esiguità delle forze messe in campo, l’indifferenza degli organi di informazione, un’opinione pubblica spesso ostile a causa della campagna denigratoria messa in atto dai media nei confronti dei lavoratori della scuola, le profonde divisioni all’interno del sindacato e un generale asservimento alle politiche del governo di turno, hanno fortemente condizionato le nostre battaglie.

Eppure gli effetti di tali provvedimenti sono ormai visibili e tangibili.

In primo luogo, si sta verificando un impoverimento della didattica e il peggioramento della qualità dell’insegnamento a causa dell’aumento di alunni per classe, della diminuzione del tempo scuola, dell’introduzione del maestro unico nella scuola primaria , della chiusura delle scuole nei piccoli comuni, della riduzione delle ore di sostegno e della cancellazione di molte materie nelle scuole superiori, conseguenza diretta dell’entrata in vigore della fantomatica Riforma.

Inoltre è prossimo alla sua realizzazione, il più grande licenziamento di massa della storia della Repubblica Italiana, attuato nella più assoluta indifferenza dei media e dell’opinione pubblica. Questo verrà seguito da una profonda revisione dell’organizzazione della scuola sempre più rispondente a logiche di tipo aziendale in cui i lavoratori risulteranno sempre più flessibili e precari.

Questa operazione non è dunque soltanto una manovra volta a risparmiare fondi, ma è soprattutto un preciso programma di dismissione della scuola pubblica, garante dei principi costituzionali, a vantaggio di quella privata, espressione di un imperante Pensiero Unico.

La situazione descritta lede non solo il nostro diritto al lavoro, ad una vita dignitosa, a spendere le nostre competenze professionali dove c'è bisogno di noi. Lede anche il diritto dei nostri e dei vostri figli ad avere un futuro.

In classi sovraffollate infatti la selezione è spietata: solo i più forti ce la fanno, chi viene da situazioni di svantaggio culturale, economico o sociale troverà una scuola impossibilitata ad accoglierlo.

Cosa possiamo fare?

Non rassegnamoci. Questa riforma non è inevitabile. Questi tagli non sono inevitabili.

Se non siamo in grado di combattere per salvaguardare il nostro posto di lavoro per cosa vale la pena lottare? Non siamo stati licenziati perché inutili e in sovrannumero come vi hanno detto, ma perché qualcuno ha deciso di speculare sul nostro presente e sul futuro dei vostri figli.

Cosa potete fare?

E’ necessaria una massiccia mobilitazione che non interessi solo famiglie e la società civile; questa è la sola arma che ci rimane per opporci al processo in atto. La lotta per la difesa della scuola pubblica riguarda tutti ed è per questo che vi chiediamo di sostenerci.

Ci rivolgiamo anche a voi, in quanto uomini e donne di cultura e di spettacolo; vi chiediamo di farvi portavoce delle nostre ragioni, delle nostre ansie e delle nostre rivendicazione.

Crediamo fermamente nel ruolo civile della letteratura e nella sua capacità divulgativa dunque consideriamo doveroso che il nostro grido di dolore, equivalente all'agonia dell'Istruzione pubblica del nostro Paese, venga amplificato e reso noto ai più.

Appoggiate e unitevi alla nostra protesta; rifiutatevi di accettare l’idea di un futuro basato sulla ricatto, sulla negazione dei diritti, sulla sopraffazione spacciata per “legge naturale”.

L’infamia peggiore è il silenzio che ci circonda.


La scuola è la più grande fabbrica chiusa in Sardegna


Coordinamento Precari Scuola Oristano

martedì 31 agosto 2010


LA RESISTENZA VA ORGANIZZATA IN PRIMO LUOGO ALL’INTERNO DELLE SCUOLE


Appello rivolto ai lavoratori della scuola

Se vogliamo contrastare il progetto di dismissione della Scuola pubblica e del nostro lavoro, dobbiamo rifiutarci di collaborare dentro le nostre scuole all’occultamento dei danni che si stanno producendo attraverso i tagli di posti di lavoro, classi, materie e orario; l’espulsione dei precari; l’aumento sconsiderato degli alunni per classe; la cancellazione dei diritti dei disabili. Per questo ci sembra doveroso rifiutare di svolgere ogni genere di attività aggiuntiva e lavoro volontario che vada oltre gli stretti impegni contrattuali.

Perciò

• Continuiamo la campagna per convincere i docenti di ruolo, e coloro che riceveranno l’incarico a tempo determinato, a rifiutare spezzoni orario come straordinario fino alle 24 ore settimanali, per dare la possibilità a un maggior numero di precari di lavorare.
• Se ATA, rifiutiamo di svolgere qualsiasi attività non obbligatoria che non rientri nel mansionario.
• Non diamo la disponibilità a prestare ore eccedenti per le supplenze o a partecipare a commissioni.
• Rifiutiamo di assumere incarichi di coordinatore, segretario verbalizzatore nei consigli di classe e vicario e/o responsabili di plessi o sedi distaccate.
• Non rendiamoci disponibili ad accompagnare gli alunni in gita scolastica e visite d'istruzione.
• Non accettiamo come ospiti gruppi di alunni di classi smembrate, dal momento che non si chiamano più supplenti e non ci sono ore a disposizione per la riconduzione delle cattedre a 18 ore.
• Boicottiamo gli accordi stato-regione che aprono la strada alla regionalizzazione della scuola e non sempre prevedono contratti di lavoro subordinato, ma utilizzano contratti atipici
• Rendiamo pubbliche in ogni sede ufficiale possibile queste prese di posizione e le loro motivazioni, soprattutto nei consigli di classe aperti ai genitori.

Vi chiediamo inoltre, in occasione dell'avvio dell'anno scolastico, di divulgare nelle sedi apposite i contenuti del volantino. La situazione è drammatica e pertanto l''indifferenza e la non partecipazione o la non collaborazione alle rivendicazioni dei lavoratori della scuola sono da considerarsi la vera forza motrice della politica dei tagli. Lo smantellamento della scuola pubblica statale si nutre del nostro silenzio e della nostra rassegnazione.



Vi ricordiamo che ogni giovedì il Cps si riunisce in via Diego Contini 63 Oristano.
Ormai qualsiasi invito alla partecipazione sembra superfluo!




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DIFENDIAMO LA SCUOLA PUBBLICA

L’anno scolastico 2010-11 si apre con l’applicazione della seconda tranche del programma triennale di tagli previsti dal governo Berlusconi con la legge 133 del 2008. I posti in meno programmati per quest’anno saranno più di 40.000 fra docenti e ATA (15.000 ATA e 25.558 docenti) di cui 1707 in Sardegna (1.037 per l'organico dei docenti e 670 per gli ATA). Questi vanno ad aggiungersi ai 57.000 posti di lavoro già tagliati nel precedente anno scolastico. La riduzione dell’organico viene attuata attraverso l’aumento di alunni per classe, la diminuzione del tempo scuola, l’eliminazione delle compresenze nella scuola primaria e delle ore a disposizione nelle scuole medie, l’accorpamento delle classi di concorso, la chiusura delle scuole nei piccoli comuni, l’istituzione del maestro unico, la riduzione delle ore di sostegno e la cancellazione di molte materie nelle scuole superiori – a causa dell’entrata in vigore della fantomatica Riforma - con il conseguente impoverimento della didattica e il peggioramento della qualità dell’insegnamento.

Così molti di noi che l’anno scorso hanno prestato servizio, quest’anno non lavoreranno. E se questo non bastasse, ulteriori tagli sono previsti per il prossimo anno scolastico.
Il più grande licenziamento di massa della storia della Repubblica Italiana, attuato nella più assoluta indifferenza dei media e dell’opinione pubblica, verrà seguito da una profonda revisione dell’assetto organizzativo-ordinamentale degli istituti scolastici, e dalla trasformazione giuridica della professione docente che renderà l’offerta sempre più rispondente a logiche di tipo aziendale e i lavoratori sempre più flessibili e precari.

L’operazione, ipocritamente definita dall’attuale maggioranza come riforma della scuola, non è dunque soltanto una manovra volta a risparmiare fondi da poter liberare per essere indirizzati ad altri capitoli di spesa a favore dei soliti noti, ma è soprattutto un preciso programma di dismissione della scuola pubblica a vantaggio di quella privata. Il disegno del governo è oramai sotto gli occhi di tutti: creare un sistema per cui solo chi ha i mezzi economici potrà permettersi una istruzione qualificata mentre gli altri si dovranno accontentare di una scuola dequalificata, che non fornirà gli strumenti di analisi per capire la società così da renderli più facilmente condizionabili e addomesticabili.

Tutto ciò si accompagna a una serie di misure contenute nella legge finanziaria (il blocco per tre anni dei contratti e degli scatti di anzianità oltre che l’innalzamento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne) che peggioreranno ulteriormente la condizione dei lavoratori della scuola italiana, che sono tra i meno pagati d’Europa.

In questi mesi, come Coordinamento Precari di Oristano, assieme a tante altre realtà in tutta Italia, abbiamo provato a contrastare questo disegno ma con scarsi risultati. Ma l’esiguità delle forze messe in campo, l’indifferenza degli organi di informazione, un’opinione pubblica spesso ostile a causa della campagna denigratoria nei confronti dei lavoratori della scuola messa in atto dai media filogovernativi, le profonde divisioni all’interno del sindacato e il totale asservimento di alcune sigle alle politiche del governo, hanno depotenziato le nostre battaglie.

Una massiccia mobilitazione dei lavoratori della scuola, delle famiglie e della società civile è la sola arma che ci rimane per opporci al processo in atto. La lotta per la difesa della scuola pubblica riguarda tutti ed è per questo che vi chiediamo di sostenerci.

Coordinamento Precari Oristano

mercoledì 21 luglio 2010


Stiamo assistendo da tempo alla negazione di diritti essenziali, quali il diritto alla conoscenza e al lavoro dignitoso, di tutti e per tutti.
Abbiamo reagito con forza cercando di resistere, promuovendo ogni forma di protesta con documenti pubblici, incontri e manifestazioni.

I tagli attuati sulla scuola pubblica, l'università, la cultura e la formazione crescono, così come l'arroganza dei nostri governanti e la mancanza di risposte per il mondo del lavoro.
L’attuazione della pseudo-riforma Gelmini-Tremonti comporterà per le scuole della Sardegna una ulteriore contrazione di 1707 posti di lavoro e 550 sono i milioni che il governo avrebbe deciso di togliere al Fondo Unico per lo Spettacolo per il triennio 2009-2011, con conseguenti tagli a livello locale, che potrebbero decretare la chiusura di enti culturali, fondazioni, istituti di ricerca, accademie ovvero la distruzione di tutto il settore culturale.

Abbiamo ancora la forza e la volontà di contrastare il degrado generale e culturale, a cui si avvia la terra sarda,e occorre essere in tanti a difendere il nostro patrimonio.

Per questo SALIAMO INSIEME su "UN TRENO PER LA CULTURA" che da Sassari, attraversando tutta la Sardegna e raccogliendo le forze di tutti, raggiungerà Cagliari a manifestare per il diritto alla conoscenza e al lavoro dignitoso dei suoi operatori.

Partenza da Sassari con treno FdS delle ore 8:03
Cambio carrozza e partenza da Chilivani ore 8:50
Passaggio a Macomer ore 9:44
Passaggio a Oristano ore 10:31
Passaggio a San Gavino ore 11:06
Arrivo a Cagliari ore 11:49

ORE 12.00 MANIFESTAZIONE DAVANTI AL PALAZZO DELLA REGIONE SARDEGNA

Aderiscono

Movimento per la Difesa della Scuola Pubblica
Coordinamento Precari Scuola Sassari
Coordinamento Precari Scuola Oristano
Comitato Precari Scuola Cagliari
Comitato per la Difesa della Scuola Pubblica Alghero
Comitato per la Scuola - Ozieri
Comitato per la Scuola - Olbia

martedì 6 aprile 2010

documento sottoscritto dal CPS Oristano

Documento della Rete Organizzata Docenti e ATA Precari Scuola Veneto sulle strategie di lavoro per arrivare allo sciopero degli scrutini!
- La cosiddetta Riforma delle Scuola, introdotta con i tagli di due finanziarie,
prepara la dismissione delle Scuola pubblica statale per favorire un sistema in cui solo chi avrà mezzi potrà usufruire di una istruzione che, si presume, debba essere qualificata e qualificante. Dai dati forniti da enti credibili a livello europeo è risultato chiaro che le scuole private non sono concorrenziali alla preparazione garantita dalle scuole pubbliche statali mentre funzionano egregiamente come diplomifici ed erogatori di punteggio per le graduatorie di precari pagati talvolta con uno stipendio nullo.
- A fronte di una situazione giunta al parossismo nella Scuola stiamo perdendo 150.000 posti di lavoro, fra docenti e ATA, con conseguenti milioni di studenti che risulteranno senza l'assistenza dei loro docenti ed andranno a gonfiare le altre classi disponibili in barba alle leggi sulla sicurezza. Gli sconvolgimenti attuali di natura socio economica prevedono – così accade in alcuni paesi di sviluppo vanzato – una politica di investimenti per formazione ed istruzione.
Personalizzazione degli apprendimenti, formazione degli insegnanti e lotta all'abbandono sarebbero i cardini di una tale politica qualora questa fosse realizzata in Italia. Qui da noi sta accadendo tutto il contrario!
- Non resta che preparare ed organizzare una iniziativa forte ed articolata che coinvolga tutto il comparto Scuola. Questo per non lasciare che i lavoratori insegnanti ed ATA muoiano dentro quella indegna e svilente lotta per le briciole di lavoro, che restano durante le convocazioni di fine estate negli USP, affollati da persone costrette a vedere la loro vita procedere o fermarsi ad ogni nuovo anno scolastico.
Segnaliamo, inoltre, la situazione dei colleghi docenti di ruolo che vedranno retrocedere il loro compito educativo a mera soprannumerarietà, ricollocabile lavorativamente (ma non sempre...) secondo logiche previste dalle varie tipologie di “atipicità”. Tipologie che vanno da piccoli corsi di aggiornamento a riconversioni di fatto che sono improponibili succedanei alla didattica vera: fatta da competenze certificate per laurea o specializzaioni che, spesso, durano anni.
- La legge 146/90 con tutte le limitazioni per il diritto di sciopero, consente comunque di portare avanti una vertenza sullo sciopero degli scrutini alla luce del sole! Lo sciopero degli scrutini, opportunamente organizzato ed eventualmente articolato localmente, può, con esiguo numero di partecipanti – basta un docente per classe -, arrecare efficaci disfunzioni. Lo sciopero degli scrutini si presenterà agli occhi dell'opinione pubblica come un evento tutt'altro che marginale. Un tale sciopero, per i lavoratore della Scuola, non avrà per nulla un carattere simbolico per gli effetti che può portare in quanto a coscienza del problema Scuola.
- Nei Collegi docenti colleghi precari e di ruolo devono denunciare l’illegalità dell’applicazione della Riforma Gelmini: infatti il Ministero invita le scuole superiori a dare avvio al riordino senza che:
· sia concluso l’iter legislativo previsto dalla L.133/08,
· i regolamenti abbiano il visto della Corte dei Conti;
· sia avvenuta la pubblicazione dei regolamenti sulla Gazzetta Ufficiale!
- In provincia di Genova il 3 e 4 febbraio è già stato attuato lo sciopero degli scrutini nel primo quadrimestre di quest'anno ed ha avuto buon esito in molte scuole!
Tale sciopero è di fatto un precedente ricco di indicazioni per la mobilitazione nazionale!
- In occasione delle date che vedono la pubblicazione degli organici vanno organizzati presidi di protesta davanti agli USP con volantinaggi coinvolgendo docenti, studenti e genitori.
- E’ necessario premere fortemente presso le RSU di ogni scuola affinché vengano indette assemblee sul tema della precarietà e della soprannumeriorità dei docenti ed ATA di ruolo, ricordando anche gli ultimi esiti della proposta Brunetta.
- Per quanto concerne la materia contrattuale dobbiamo ricordare ai sindacati concertativi che sarebbe indice di tutela dei docenti ed ATA precari:
· non firmare più alcun contratto che non preveda la parità di trattamento (scatti di anzianità in primis);
· non firmare più alcun protocollo sulle RSU dove i precari non abbiano pieno diritto di voto attivo e passivo;
· cassare dall'attuale contratto (perché sta nel Contratto, non è una norma che ha fatto qualche governo cattivo!) la possibilità di effettuare straordinario fino alle 24 ore (questo divide i lavoratori);
· denunciare come liberticida e anticostituzionale (e lo è) la legge 146/90 sullo sciopero nel pubblico impiego, la quale ha praticamente impedito una lotta seria ed efficace per contrastare le politiche di dismissione della Scuola pubblica statale nel nostro paese.
La precarietà del corpo insegnante ed ATA trae origine non solo dai tagli che ogni governo (di sx e dx) ha fatto sulla Scuola, ma anche da accordi sui contratti nazionali che vanno rivisti perchè fino ad oggi non hanno tutelato realmente i lavoratori precari!
RetePrecariScuolaVeneto
per info: ReteComitatiPrecariScuola

Circolare sugli organici 2010/11: saltano altri 31.000 posti di docente a fronte di 19.000 pensionamenti. I precari ATA sono il 35% dell’organico.

Circolare sugli organici 2010/11: saltano altri 31.000 posti di docente a fronte di 19.000 pensionamenti. I precari ATA sono il 35% dell’organico.
" Sparite le cattedre al 31 agosto, ridotti il tempo prolungato nella media e i centri di educazione per gli adulti nelle superiori, colpiti gli ITP. Saltano i posti dei precari: 1/8 nella primaria, 1/10 nella media e 1/6 nella superiore.
Nell’incontro interlocutorio con le OO.SS., il MIUR ha illustrato un piano di tagli per circa 26.500 unità per un totale di 22.000 posti in organico di diritto e 3.600 in organico di fatto, ma mancano all’appello altri 2.989 posti da tagliare nei 42.000 punti di erogazione del servizio, per effetto dell’innalzamento del rapporto numerico tra alunni/insegnanti e della nuova formazione delle classi anche indipendentemente dalle zone isolate, a rischio e ad alto flusso immigratorio, e altri 233 posti tagliati per Dirigenti scolastici e DSGA.
La proiezione dei posti persi dai precari è basata sulla consistenza numerica del precariato che ha avuto una cattedra annuale nel 2008-2009 (49.000 - il 16,2% nella superiore, 40.000 - il 16,5% nella media, 30.000 - il 9,6% nella primaria) a fronte dei 42.000 tagli avvenuti l’anno scorso, dei pensionamenti e delle assunzioni registrati nell’ultimo biennio.
Nella primaria, l’eliminazione progressiva della compresenza nelle prime e nelle seconde classi, il passaggio orario rispettivo da 24 a 27/30 ore, fa saltare altri 4.887 docenti (16.108 nel 09/10), a cui aggiungere altri 4.500 specialisti di lingua inglese (2.000 nel 09/10) a fronte del corso ‘intensivo’ di 50 ore che almeno 2.000 maestri dovranno fare, in loro sostituzione, prima dell’inizio del nuovo anno, per non sembrare più impreparati dei loro bambini. Per il MIUR i tagli sono circa 8.700 (9.387 certificati)
Nella media, la classe III si adegua agli orari già ridotti per la I e la II e perde altri 2.859 (5.821 nel 09/10) posti relativi al tempo prolungato e 71 per i centri di educazione per gli adulti, dopo i 3.170 posti tagliati nel 2009/10 e l’eliminazione di 1.166 posti di insegnamento di seconda lingua comunitaria. Per il MIUR i tagli sono circa 3.700 (2.902 certificati)
Nella superiore dalla riduzione delle ore nelle II, III, IV dei Tecnici e dei Professionali, a forfait di una o due ore per quelle materie che superano il monte annuale di 100 ore incluso i laboratori collegati - per adottare un criterio cristiano di solidarietà -, riscontriamo per docenti e ITP rispettivamente 2.219 posti in meno e 44 nei Licei, 6.111 e 2.736 nei Tecnici, 2.923 e 1.230 nei Professionali, 1.179 nei centri di educazione per gli adulti. Per il MIUR i tagli sono di 13.750 (15.263 certificati)."

tratto da http://www.orizzontescuola.it/node/5716

sabato 6 marzo 2010

comunicato stampa 13 marzo

Il 13 marzo Manifestazione dal basso in difesa della Scuola Statale

La "riforma scolastica" attuale si è esplicata solo in un enorme taglio nei confronti dell'Istruzione nazionale. I negativi dati dei livelli di apprendimento dei nostri alunni, e le cifre circa la dispersione scolastica, indicano l'esigenza di una vera riforma della scuola italiana. Da anni il sistema va avanti con circa un sesto degli insegnanti assunti a tempo determinato, per risparmiare sulle stabilizzazioni di questi lavoratori. Sicuramente questo non ha giovato alla qualità dell'istruzione, deprivata del suo bene più prezioso: la continuità didattica. Il numero massimo degli alunni per classe che, a causa della contrazione del personale, è stato portato alla incredibile cifra di 30 oltre ad aver generato la perdita di ore che in alcune scuole si è attestata, solo per il primo quadrimestre, al 5% del totale,ha palesemente violato il diritto allo studio degli studenti italiani. Dal prossimo anno la Riforma degli Istituti Superiori, traducibile in una riduzione delle ore di cattedra e la scomparsa di alcune materie, porterà alla perdita di posti di lavoro anche fra i docenti di ruolo, di ogni ordine e grado di scuola. La classe docente italiana , nonostante sia la più anziana d'Europa, vedrà inoltre bloccato il turn over a causa dell’innalzamento dell'età pensionabile che definitivamente impedirà l’assunzione di centinaia di migliaia di docenti da anni utilizzati come sistematici “ammortizzatori statali”
. I dati di Bankitalia, http://www.insardegna.eu/rubriche/segnalazioni/bankitalia-meglio-investire-di-piu-nell-istruzione-che-in-infrastrutture/view infine, indicano come gli investimenti nell’istruzione possano migliorare le condizioni socio-economiche del Paese, ben più che l'investimento in infrastrutture.

Per tale motivo il Coordinamento Precari Scuola Oristano, in accordo con i Coordinamenti e i Comitati di Sassari e Cagliari e in concomitanza con il presidio dei precari scuola del 12, 13, 14 marzo presso il MIUR , darà vita sabato 13 marzo dalle ore 16.00 in poi ad una presidio presso Piazza Roma.
L’iniziativa che prevederà un dibattito pubblico incentrato sui problemi derivanti dai recenti tagli all’Istruzione generatisi a livello nazionale e locale e a cui parteciperanno esponenti politici e sindacali, docenti, dirigenti, genitori e studenti, persegue il fine di sensibilizzare circa le seguenti richieste:

• Realizzazione di una campagna sindacale e politica atta a combattere qualsiasi forma di precariato selvaggio che sottrae sicurezza e dignità ai lavoratori;
• Difesa ad oltranza dei posti di lavoro e la richiesta di immediato ripristino di quelli persi nell’A.S. in corso
• Ritiro dei tagli derivanti dalla Legge 133 e dalla Legge 138 del 2008
• Approvazione di una legge regionale al fine di favorire la permanenza della popolazione nelle aree territorialmente disagiate ed a rischio di forte decremento demografico , mediante la promozione di interventi atti a valorizzare e mantenere le scuole in tali aree
• Rifiuto degli pseudo -ammortizzatori sociali come il cosiddetto “salva precari “ ( D.L. 134, 25/09/09), perché iniquo in quanto esclude una parte consistente dei lavoratori senza aggiungere nulla ai diritti già acquisiti

Coordinamento Precari Scuola Oristano

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sabato 20 febbraio 2010

PRESIDIO "IO AMO LA SCUOLA PUBBLICA"



SABATO 13 MARZO ORE 16.0 PIAZZA ROMA ORISTANO

1 marzo 2010 sciopero degli stranieri- adesione cps


Cari colleghi,
come insegnanti ed educatori ci è parso doveroso aderire ufficialmente in qualità di CPS, allo sciopero degli stranieri indetto per il 1 Marzo 2010. In un momento così difficile per tutti noi, è necessario uscire dalle nostre specifiche problematiche e rivendicare a gran voce i diritti di tutti i lavoratori e di tutti cittadini, a prescindere dalle rispettive appartenenze.

Al cospetto degli intenti del Governo, che paventa la marginalizzazione e la ghettizzazione degli studenti stranieri in classi differenziali, rilanciamo il diritto all'istruzione soprattutto per coloro che sono tenuti al margine della nostra società mediante lo status di "immigrato regolare o clandestino".
Rilanciamo i valori della laicità, dell'integrazione e dell'accoglienza che stanno alla base della la scuola pubblica italiana, nonchè del vivere civile e democratico.

Vi invitiamo non solo ad aderire all'iniziativa, ma anche a divulgarla diffondendo presso i rispettivi istituti i documenti allegati.

Il CPS e il Comitato Antirazzista oristanese vi ringraziano calorosamente.
Per maggiori informazioni e per scaricare materiale divulgativo visitate il seguente link:

http://www.facebook.com/?ref=home#!/group.php?gid=270758041563&ref=ts

mercoledì 17 febbraio 2010

La lettera del CPS nazionale alla redazione di Presa Diretta


Spettabile redazione di Presadiretta,

Il Coordinamento Precari Scuola vi ringrazia per la bellissima trasmissione di domenica 14 Febbraio, "La scuola fallita".
Finalmente una trasmissione che mostra la verità negata disperatamente dal ministro Gelmini: scuole che vanno letteralmente a pezzi, senza sedie e riscaldamento, classi "pollaio" in cui non vengono rispettate le leggi sulla sicurezza, alunni distribuiti nelle classi perchè le scuole pubbliche statali non hanno soldi per pagare i supplenti, precari senza posto di lavoro, genitori di alunni H che non sanno come tutelare il diritto allo studio dei loro figli, presidi costretti a chiedere contributi alle famiglie per comprare i pennarelli ed i gessi, mancanza di spazi idonei per l'attività motoria. In contrasto con lo sfacelo della scuola pubblica, a cui il governo nega finanziamenti e personale, ci sono le scuole paritarie che ricevono i ricchi finanziamenti delle regioni.
Vi ringraziamo per aver squarciato finalmente il muro di omertà che molti mass media, ben addestrati dai poteri forti, hanno riservato all'argomento scuola, citata solo per questioni marginali come l'uso del grembiulino o il ritorno del voto di condotta.
Ci auguriamo che le redazioni di altri programmi televisivi e giornalistici seguano il vostro esempio, invece di limitarsi a riportare le bugie del ministro Gelmini, in modo da poter aprire un dibattito sul futuro della scuola pubblica per ora completamente assente.

COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAZIONALE



Se vuoi vedere il video de "La scuola fallita"
clicca qui

domenica 14 febbraio 2010

Contro le catene della precarietà: S-cateniamoci!

Inoltrate gente! Perchè, come dice un mio caro amico,
Più siamo,meglio siamo e meglio siamo, meglio è!

Miriam

Milano, sabato 27 febbraio 2010 ore 16.00
piazza dei Mercanti / angolo palazzo della Ragione

Contro le catene della precarietà: S-cateniamoci!

I precari e le precarie della scuola invitano i docenti, i collaboratori scolastici, gli studenti, i genitori, i lavoratori e i cittadini a rompere simbolicamente le catene ...dell’indifferenza e della rassegnazione contro la precarietà del lavoro, della scuola e dei diritti.

I tagli ai fondi d'istituto infatti mettono a rischio gli stipendi e le attività scolastiche e si traducono immediatamente nella sospensione di corsi e attività didattiche e nella cancellazione di viaggi d'istruzione e progetti pedagogici.
Ed intanto i supplenti nominati dagli istituti milanesi rischiano di perdere lo stipendio! Diversi dirigenti amministrativi dichiarano infatti esplicitamente che il ministero non prevede alcuno stanziamento per questa voce di bilancio.

La scuola rischia così di precipitare nel caos, in un contesto generale di crescente disoccupazione (oltre il 10%) e di grave incertezza sociale.

Mentre in ogni istituto cresce il numero di alunni per classe e diminuisce il personale nei corridoi e nelle segreterie, i tagli del governo si abbattono adesso sulle scuole superiori con una “riforma” che di “epocale”, come la definisce il Ministro, ha solo la precarietà alla quale costringerà tutto il sistema dell’istruzione pubblica italiana:

docenti che non sanno se, dove e cosa insegneranno nei prossimi anni;
studenti che vedranno scomparire o ridursi drasticamente insegnamenti e corsi;
genitori cui viene di fatto impedito di conoscere quale istruzione riceveranno i propri figli, perché gli stessi dirigenti e le stesse segreterie degli istituti non possono prevedere le conseguenze dei tagli.

La scuola pubblica italiana avrà semplicemente meno ore, meno materie, meno insegnanti, meno personale ausiliario, giacché l’obiettivo del governo è solo quello di risparmiare sulla pelle di migliaia di giovani precari e precarie che, dopo anni di studio, di impegno e di attesa, rischiano la disoccupazione!

Quanto ancora possiamo sopportare?

S-cateniamoci contro la precarietà!
Azione Precaria Urbana


Milano, sabato 27 febbraio 2010
Piazza Mercanti / angolo Palazzo della Ragione
Incontro ore 16.00 – Performance ore 17.00


Movimento Scuola Precaria – Milano
assembleascuolaprecaria@gmail.com

Presidio Permanente USP di via Ripamonti
presidiopermanente@yahoo.it

Manifestazione dal basso in difesa della scuola pubblica. Il 13 marzo in tutte le principali piazze d'Italia.


Manifestazione dal basso in difesa della scuola pubblica. Il 13 marzo in tutte le principali piazze d'Italia.


La "riforma scolastica" attuale si è esplicata solo in un enorme taglio nei confronti dell'Istruzione nazionale. I negativi dati dei livelli di apprendimento dei nostri alunni, e le cifre della dispersione scol...astica, indicano l'esigenza di una vera riforma della scuola italiana. Da anni il sistema va avanti con circa un sesto degli insegnanti assunti a tempo determinato, per risparmiare sulle stabilizzazioni di questi lavoratori, e sicuramente questo non giova alla qualità dell'istruzione. Il numero massimo degli alunni per classe è stato portato alla incredibile cifra di 30 e l'eliminazione delle ore a disposizione nelle scuole medie, senza prevedere tutte le concrete utilizzazioni degli insegnanti durante il corso dell'anno scolastico, ha generato perdite di ore che in alcune scuole si sono attestate, solo per il primo quadrimestre, al 5% del totale. La classe docente italiana è la più anziana d'Europa, serve un ricambio, e invece viene innalzata l'età minima e massima del pensionamento e si ledono i diritti delle centinaia di migliaia di docenti precari, vincitori di concorso e scuole di specializzazione, formati dallo stesso Stato, e da anni lavoratori "precari" del sistema. Le riduzioni delle ore di cattedre e la scomparsa di alcune materie, poi, per il prossimo anno, nelle scuole superiori, porteranno alla perdita di posti di lavoro anche fra i docenti di ruolo, di ogni ordine e grado di scuola. I dati di Bankitalia, http://www.insardegna.eu/rubriche/segnalazioni/bankitalia-meglio-investire-di-piu-nell-istruzione-che-in-infrastrutture/view infine, indicano come più soldi in istruzione possano migliorare le condizioni socio-economiche del Paese, ben più che l'investimento in infrastrutture. I soldi per l'istruzione esistono e gli sprechi nazionali e locali sono lampanti e tangibili ogni giorno. L'Italia possiede il maggior numero di beni considerati patrimonio dell'umanità, una enorme ricchezza data dalle piccole realtà locali e una volta era la meta per i tour della cultura degli studenti europei. Difendiamo l'istruzione pubblica per il futuro immediato di tutti. Scendiamo in piazza il 13 marzo, insieme, genitori, studenti, insegnanti, lavoratori Ata, professori universitari, ricercatori, sindacati, politici.

Incursione
piratesca del Coordinamento durante la presentazione del libro di
Veltroni. Nell'aver ottenuto attenzione e soprattutto, nell'aver fatto
un intervento( e dunque sollevato il problema e sensibilizzato gli
astanti) abbiamo dimostrato quanto si possa fare quando gli insegnanti sono uniti
nelle loro rivendicazioni..

Vorremmo segnalare una questione importantissima relativa alla Delibera regionale n^ 41. Molti colleghi riportano un fatto interessante: alcuni dirigenti, ai fini delle assunzioni per la realizzazione dei progetti scolastici, stanno proponendo contratti a tempo determinato, invece che " contratti d'opera". A tale proposito, noi insegnanti dovremmo fare pressione affinchè non avvengano assunzioni tramite questa seconda tipologia , più prossima alla schiavitù che al lavoro costituzionalemnte riconosciuto. Chiediamo dunque ,che si rifiutino i reclutamenti che non si attengano alla tipologia contrattuale " a tempo determianto" e non offrano le annesse garanzie, stabile dal Contratto Nazionale ( malattia, maternità, ferie, permessi etc..).

Molti colleghi hanno già rifiutato alcuni ingaggi.
E' giunto il momento che la categoria dia un segnale forte e preciso.

sabato 6 febbraio 2010

Cristian Ribichesu, collega di Sassari, riporta la seguente testimonianza relativa alla sciopero del 5 febbraio:


".... Peccato che i sindacati (tutti, e io personalmente, faccia a faccia, ho criticato a vari dirigenti di vari sindacati, per mettere le cose in chiaro, l'apatia che stanno dimostrando per i lavoratori della scuola, in pi... Mostra tutto... Mostra tuttoù occasioni), che organizzavano la manifestazione, non abbiano previsto un discorso singolo per il settore scuola, magari con un rappresentante sindacale di quel settore, nonostante i numeri totali della disoccupazione in Sardegna siano, tristemente, ingrossati dai dati dei lavoratori che hanno perso il posto nella scuola. Non solo, quando abbiamo scoperto che non c'era un intervento dedicato alla scuola, abbiamo chiesto, visto che stavano chiedendo a vari lavoratori di vari settori, di poter parlare fuori dall'ordine della scaletta (ieri penso di non essermi spiegato bene in questo) e quando abbiamo detto, è questo il passaggio cruciale, che volevamo parlare per la scuola, i rappresentanti sindacali ci volevano bloccare (qui sta il passaggio cruciale, stvano facendo salire vari lavoratori per interventi del momento, ripeto, fuori scaletta, e quando abbiamo detto che volevamo parlare della disoccupazione della scuola ci hanno bloccato). Alla fine abbiamo strappato 1 minuto (ci hanno detto "vi diamo un solo minuto", esponente CGIL, con rabbia) solo dopo aver chiesto i loro nomi come responsabili, mettendo a disposizione le nostre generalità e con un responsabile della stampa che aveva già testimoniato la nostra identità e fatto notare il problema. Purtroppo non tutti i perdenti posto nella scuola sono assidui nel frequentare manifestazioni e scioperi, e per essere onesti molti sono scomparsi, ma mi chiedo il perchè. Però ieri, e lo so perchè io ho contattato persone diverse e ho percorso tutto il corteo da capo a coda, i gruppi per la scuola erano diversi, non numerosissimi ma diversi, almeno più di 200 persone, (studenti, precari Cagliari, precari Oristano, precari Sassari, gruppo Pd di Cagliari con cartelloni per la suola, CSS che manifestava anche per la scuola in Sardegna, Cip) e indipendentemente da ciò trovo inammissibile un mancato intervento programmato in scaletta (quindi neanche quelli estemporanei) per la tematica scuola (eppure nel cartellone dello sciopero c'era l'ultima riga riguardante la scuola, solo l'ultima ovviamente, e dopo la formazione professionale). Poi, davanti alla possibilità di interventi estemporanei, ripeto fuori scaletta e a richiesta, a lavoratori di vari settori, non capisco perchè impedire di parlare i lavoratori della scuola. E indubbiamente penso che anche queste cose, che si sanno da anni, tanto che io avevo già immaginato tutto, purtroppo aiutano i lavoratori perdenti posto nella scuola a demotivarsi, e non partecipare a manifestazioni, perchè si sentono inascoltati. Io critico, certo, ma lo faccio perchè vorrei che tutti, sia politici che sindacati, e mi rivolgo a tutti, si sensibilizzino per il problema scuola. Lo faccio perchè voglio l'avvicinamento ai lavoratori perdenti posto. Voglio dire, Gandhi si avvicinava alla gente, non inveiva contro. E così chiudo augurandomi che i sindacati, visto che lo sciopero era indetto da loro, si sensibilizzino ancor più per i lavoratori della scuola, anche organizzando nuove attività informative (lo scorso anno con dei colleghi stavo attivandomi per acquistare una pagina di giornale attraverso offerte volontarie, ma visto lo sfacelo di classi che stanno perdendo preziose ore di lezione, perchè sindacati e politic dell'opposizione non si impegano a comprare per più giorni pagine di giornale intere e dichiarando cosa succede ai lavoratori della scuola e ai giovani che hanno un'offerta formativa danneggiata dai tagli?"

mercoledì 27 gennaio 2010

documento assemblea plenaria tavolo tecnico 25/01/10

Documento programmatico presentato durante i lavori dell’Assemblea Plenaria svoltasi in data 25/01/2010

Premessa

Dopo un periodo di febbrile attività, giovedì 7 gennaio si sono conclusi i lavori preliminari del Tavolo Tecnico, fortemente voluto dal CPS e indetto dall'Amministrazione Provinciale.
Si ha avuto modo di coinvolgere, mediante una serie di incontri promossi dalle varie Unioni dei Comuni, tutti gli Amministratori locali, i Dirigenti Scolastici di ogni ordine e grado e i Sindacati, affinché ogni distretto territoriale della provincia oristanese, potesse venire considerato in base alle proprie specificità.

Queste riunioni, pur non avendo elaborato finora proposte concrete sono servite a sensibilizzare e informare circa le conseguenze delle scelte del governo Berlusconi in materia di Istruzione.

Risulta difficile, infatti, scindere la situazione locale da un preciso progetto, in atto ormai da qualche decennio, che solo di recente ha subito una brusca accelerata atta a ridefinire il profilo e le competenze in materia di Istruzione.
L’intento appare lampante persino ai più ottimisti: l’Istruzione pubblica, considerata una voce superflua e dannosa per i bilanci statali, lentamente ma inesorabilmente sta divenendo una nuova frontiera di possibile profitto per i Privati, in via di inserimento nel mondo della scuola mediante “l’anticamera” del riordino delle Scuole Superiori in vigore dall’ A.S. 2010-11 e definitivamente riconosciuti nella loro funzione con il disegno di legge Aprea .

I dati OCSE da tempo segnalano ora le innumerevoli mancanze e inefficienze ora la mancanza di competitività del nostro sistema scolastico rispetto a quelli presenti nell’UE.
Questi dati da soli, però, non sono in grado di spiegare il declino dell’istituzione scolastica, finchè non verranno integrati con quelli seguenti:

- Negli anni ’70, il 17% del PIL nazionale veniva destinato all’Istruzione Pubblica; negli anni ’90 la somma investita scendeva al 4,9%, fino a giungere all’attuale 2,8%;
- L’attuale governo ha stabilito un taglio quadriennale all’Istruzione Pubblica che ammonta a circa 8,5 miliardi, mentre negli ultimi 4 anni il finanziamento alle scuole private è aumentato sistematicamente;
- Un rapporto del Miur , datato marzo 2009, denuncia che dal 1998 al 2008 , il personale precario è passato da 64mila a 141mila unità. Ogni 6 insegnanti a tempo indeterminato, uno convive quotidianamente con la precarietà della propria esistenza e della propria professionalità. Le conseguenti ricadute nella continuità didattica e dunque nella qualità dell’insegnamento e apprendimento, sono l’effetto di un personale docente poco tutelato, valorizzato e soprattutto mai assunto definitivamente.

L'ultima pubblicazione di Bankitalia, a cura degli economisti Federico Cingano e Piero Cipollone,confermando le nostre preoccupazioni, sostiene che se lo Stato aprisse i rubinetti nell'istruzione, ne otterrebbe discreti vantaggi. Basterebbe - sostengono - spendere una cifra, netta, tra i 2.900 e i 3.700 euro pro capite.
Un anno in più sui banchi di scuola, infatti, rende, nel medio, lungo periodo, l'8,9% e raggiunge il 9,1% nelle regioni del Sud. Molto più, per esempio, di un titolo di Stato, come bot, cct, obbligazioni (rendono, in media, l'1,9%), o di un bond societario. O, più semplicemente, di un investimento azionario: in 50 anni il rendimento reale lordo di un'azione non supera, infatti, il 5,2 per cento. A trarne più profitto di tutti sono i laureati. Complessivamente, una laurea frutta il 10,3%, mentre l'aver superato l'esame di maturità, il 9,7 per cento. Svetta il Mezzogiorno, dove la laurea arriva a rendere il 12,3%, contro, per esempio, l'8,3% del Nord-Ovest. Inoltre, un colletto bianco, nel medio, lungo periodo, guadagna almeno il 50% in più di un semplice diplomato. Anche il ragazzo che si è fermato alla maturità, in prospettiva, porta a casa stipendi più alti del 15%-30% rispetto a un giovane in possesso della sola licenza media.



Riteniamo dunque indispensabile creare un fronte unico, rappresentato dai Comuni, Provincia, Personale della scuola, Sindacati , per far sì che le Istituzioni interessate prendano atto delle problematiche in corso che si stanno traducendo in perdita occupazionale e smantellamento di un servizio costituzionalmente riconosciuto come quello offerto dalla Scuola.


A riguardo, il Coordinamento Precari Scuola avanza le seguenti richieste:

Agli Amministratori degli Enti locali, ai Sindaci, alla Giunta Provinciale e a tutti i consiglieri, nonché ai parlamentari eletti in Sardegna chiediamo:
• di impegnarsi perché si apra una vertenza Stato- Regione che porti al ritiro dei tagli derivanti dalla Legge 133 e dalla Legge 138 del 2008

Alla Provincia chiediamo:
• una maggiore tutela e difesa del diritto alla studio nel nostro territorio, dato che la provincia di Oristano è stata la più penalizzata dai tagli nel corrente anno scolastico;
• una deroga per un anno all’applicazione della Legge 133 e la predisposizione di un piano provinciale in collaborazione con l’Unione dei Comuni;
• Cospicui investimenti nell’edilizia scolastica (laboratori, messa a norma etc) che garantiscano la qualità del servizio e la sicurezza sia degli operatori sia della popolazione studentesca;
• La difesa delle scuole dei piccoli centri, salvo casi specifici come le pluriclassi da convertire in "classi aperte";
• Un impegno incondizionato volto alla tutela, salvaguardia e ripristino dei posti di lavori persi nell’anno corrente, del personale docente e non docente.


Alla Regione chiediamo:

• di aprire una vertenza con lo Stato che porti al ritiro dei tagli derivanti dalla Legge 133 e dalla Legge 138 del 2008
• l’approvazione di una legge regionale al fine di favorire la permanenza della popolazione nelle aree territorialmente disagiate ed a rischio di forte decremento demografico , mediante la promozione di interventi atti a valorizzare e mantenere le scuole in tali aree attraverso:
la concessione, con le modalità ed i criteri annualmente definiti dalla Giunta regionale di un contributo finanziario assegnato alle Comunità per la copertura dei costi sostenuti per l’impiego di personale nella scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, nell’ambito di iniziative finalizzate al mantenimento dell’offerta scolastica, alla razionalizzazione di particolari realtà pluriclasse, ad attività integrative.

• che si faccia carico delle eventuali ore perse non attraverso il finanziamento di progetti inutili. A tale proposito si ricorda che in data 22 settembre il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno che prevedeva di “sperimentare un modello organizzativo, in deroga alla legislazione nazionale vigente, anche ai sensi della legge n. 244 del 2007, commi da 417 a 425, volto a innalzare qualità ed economicità del servizio di istruzione, consentendo che, a costi invariati, sia la Regione a determinare il numero di alunni per
ordine di scuola, per comune, per unità scolastica e per classe e la struttura oraria delle cattedre;

• che , mediante una legge apposita, si rivedano i parametri circa composizione delle classi. Pertanto si richiede che nelle singole classi si preveda il tetto massimo di 22 alunni più 1 e l’inserimento di max 1 alunno disabile ogni 20 per classe, in ragione di un rapporto docente-alunno qualitativamente efficace. Questo in un’ottica che tenga conto dei bassi livelli di apprendimento degli studenti sardi (come da dati OCSE e INVALSI), nonché della particolare configurazione geomorfologica, della viabilità sul territorio isolano e la relativa distribuzione della popolazione sullo stesso, nella convinzione che il sovraffollamento nelle classi vada a detrimento della qualità della didattica e, nel contempo, della salvaguardia delle norme in materia di sicurezza.

Ai Dirigenti Scolastici chiediamo di:
• denunciare le situazioni in cui non sono rispettate le norme di sicurezza;
• non utilizzare per sostituzioni i docenti di sostegno sottraendoli alla classe in cui sono inseriti alunni disabili;
• nominare i docenti anche per supplenze inferiori a 15 giorni / 5 giorni, come da circolare ministeriale (nota MIUR 06.10.09 prot. N°14991);
• assicurare agli studenti le attività alternative all’insegnamento della religione;
• non utilizzare i docenti precari assunti per svolgere i progetti RAS, per sostituire i colleghi assenti;
• collaborare alla compilazione di un questionario predisposto dal CPS per tracciare un quadro della situazione delle scuole della provincia


Ai Sindacati chiediamo:
• che sia dia vita ad una efficace campagna sindacale contro qualsiasi forma di precariato selvaggio che sottrae sicurezza e dignità ai lavoratori;
• una difesa ad oltranza dei posti di lavoro e la richiesta di immediato ripristino di quelli persi nell’A.S. in corso;
• una pressione sui vertici nazionali delle rispettive organizzazioni affinchè si chieda il ritiro:
dei tagli derivanti dalla Legge 133 e dalla Legge 138 del 2008
della Riforma delle Scuole Secondarie di Secondo Grado in vigore dall’A.S. 2010-11
del disegno di Legge Aprea
Inoltre chiediamo che:
• si rifiutino pseudo -ammortizzatori sociali come il cosiddetto “salva precari “ ( D.L. 134, 25/09/09), perché iniquo in quanto esclude una parte consistente dei lavoratori senza aggiungere nulla ai diritti già acquisiti;
• concorrano all’indizione di uno sciopero generale di tutte le sigle sindacali (così come per lo sciopero del 5 febbraio), e si impegnino a sostenere tutte le forme di mobilitazione possibili come lo stesso blocco degli scrutini;
• tramite le RSU vengano convocate delle assemblee nelle singole scuole e che, attraverso la contrattazione di istituto, si tutelino realmente i diritti dei docenti precari e non.



Nel confidare nell’impegno comune, chiediamo che il presente documento venga sottoscritto dai soggetti citati.

martedì 26 gennaio 2010

Modalità d'assunzione dei docenti precari progetti regionali

Se nell'allegato sono presenti immagini, non verranno visualizzate. Scarica l'allegato originale


Prot. AOODRSA.REG.UFF. 1089 Cagliari, 22 gennaio 2010

Ai Dirigenti delle Istituzioni scolastiche

di ogni ordine e grado

LORO SEDI

Ai Dirigenti degli USP

LORO SEDI

Ai Dirigenti dell'USR

S E D E

e p.c. All'Assessorato alla P.I. della Regione

Sardegna

CAGLIARI

Alle OO.SS. della scuola

LORO SEDI


Oggetto: Progetti di cui alla Delibera regionale n. 41 /09

Indicazioni per il reclutamento.

A seguito dei numerosi quesiti pervenuti nelle vie brevi, si ravvisa l'opportunità di fornire alcune indicazioni in merito alle procedure per la individuazione dei docenti precari da utilizzare nei progetti avviati dalle istituzioni scolastiche ai sensi della delibera regionale n. 41 del 8.09.09



Ad avviso di questo Ufficio in particolare l'individuazione dei docenti , anche nel caso di contratto d'opera, fino al momento della diffusione degli elenchi integrati ai sensi del D.M. 100/09, dovrà essere fatta attraverso gli elenchi prioritari già predisposti sulla base del DM 82/09 e, in subordine, dalle graduatorie di circolo e di istituto.

I relativi contratti avranno validità fino alla loro naturale scadenza coincidente con la conclusione del progetto. Di conseguenza non dovranno essere predisposti, in attesa della pubblicazione degli elenchi integrati, contratti con scadenza rapportata all'eventuale nomina di avente diritto da individuarsi nei nuovi elenchi.

Nelle procedure di individuazione degli aventi titolo, considerato che negli elenchi compilati sulla base del DM 82 /09, attualmente disponibili, non sono presenti distinzioni tra coloro che hanno dato la loro disponibilità per i progetti regionali e tra coloro che detta disponibilità non l'hanno data , ritiene questo Ufficio che destinatari della proposta di assunzione per i progetti regionali debbano essere , ovviamente nell'ordine di graduatoria, indistintamente tutti coloro che sono presenti negli elenchi.

Si ritiene che nella suddetta situazione, in attesa della diffusione degli elenchi integrati e degli elenchi di disponibilità, la sanzione della perdita dell'indennità di disoccupazione vada applicata a coloro che, senza giustificato motivo, rifiutano la nomina, a meno che non risulti agli atti, ovvero attraverso dichiarazione rilasciata all'atto della proposta, che l'interessato non abbia offerto la propria disponibilità per la partecipazione ai progetti regionali secondo le modalità previste dal DM 100.

Si ritiene inoltre :

* sia possibile , entro il limite dell'orario di cattedra, completare una supplenza temporanea con ore di progetto.
* Non sia consentito lasciare un contratto regionale per accettare una supplenza attraverso le procedure degli elenchi prioritari salvo diverse disposizioni della Regione.
* Sia consentito lasciare una supplenza per accettare un contratto per progetto regionale purchè questo duri fino al termine delle lezioni od oltre.




Per quanto riguarda la retribuzione, è necessario fare una distinzione a seconda che il

destinatario del contratto sia percettore o non sia percettore di indennità di

disoccupazione.

1) Nel caso sia percettore di indennità di disoccupazione occorre fare un ulteriore distinguo:

1. ove l'impegno orario del contratto sia superiore al 60% dell'impegno orario dell'anno precedente il docente avrà diritto all'indennità di partecipazione da parte della Regione solo per la differenza tra quello che percepisce di indennità di disoccupazione e ciò che è previsto come retribuzione per il progetto.
2. nel caso in cui l'impegno orario del contratto sia inferiore a 60% dell'impegno orario del precedente anno, il docente continuerà a percepire l'indennità di disoccupazione, ma non percepirà alcun compenso da parte della Regione per l'attività di progetto.



2) Nel caso il docente non sia percettore di indennità di disoccupazione, avrà diritto

all'intero compenso per l'attività di progetto previsto dalla Regione.




IL DIRIGENTE COORDINATORE

Enrico Tocco

sabato 9 gennaio 2010

resoconto e documento

Dopo un periodo di febbrile attività, giovedì 7 gennaio si sono conclusi i lavori preliminari del Tavolo Tecnico fortemente voluto dal CPS e indetto dall'Amministrazione Provinciale.
Si ha avuto modo di coinvolgere tutti gli amministratori locali, i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado e i sindacti, mediante una serie di incontri promossi dalle varie Unioni dei Comuni, affinchè ogni distretto territoriale potesse venire considerato in base alle proprie specificità.

E' difficle fare un bilancio, seppur momentaneo. Permangono molte ombre ( e poche luci) sul destino e del personale docente e delle scuole della provincia oristanese.
Sono emerse però, le seguenti tendenze:

- Creare un fronte unico, rappresentato dai Comuni, Provincia, Personale della scuola, Sindacati , per farsì che la Regione prenda atto della situazione e favorisca il sorgere di provvedimenti funzionali alla tutela la scuola nel territorio;

- Rivisitare i parametri circa la formazione delle classi, in quanto per questioni di specificità demografica, insostenibili e improponibili;


A riguardo, il CPS ha sempre sostenuto le seguenti posizioni:

- Apertura di una verteza Stato- Regione che riconosca la specificità e le necessità del territorio, in virtù dello Statuto Autonomo di cui gode la regione sarda;
- Difesa delle scuole dei piccoli centri, salvo casi specifici come le pluriclassi da convertire in "classi aperte";
- L'eventuale attuazione del progetto di razionalizzazione non dovrà avere ricadute occupazionali;
- Applicazione incondizionata delle leggi sulla sicurezza degli edifici scolastici.

In conclusione di serata, si è prospettata la data ( ancora non confermata ufficialmente) dell'Assemblea Plenaria che vedrà presenti le Amministrazioni locali, la Provincia, la Regione ( nella figura dell'Ass. Baire?), USR e USP, oltre che la presenza di tutto il personale della scuola ( Dirigenti e CPS) e i Sindacati.

In vista di tale appuntamento ci stiamo impegnando a produrre un documento che renda inequivocabili una volta per tutte le richieste del CPS.
Vi chiediamo dunque, di contribuire, anche on line, tramite suggerimenti, proposte e idee.

Un caro saluto

martedì 5 gennaio 2010

video presentati in occasione del Natale Precario

http://www.youtube.com/watch?v=3sffD-HRBxQ

http://www.youtube.com/watch?v=MUZtjKJaHpM