venerdì 17 aprile 2015

NOTE AL DDL LA BUONA SCUOLA





Nonostante sia nostra opinione che il DdL sull'Istruzione sia da respingere integralmente, in virtù del nostro senso di responsabilità, abbiamo, sotto invito dei diversi parlamentari incontrati recentemente, elaborato alcune osservazioni da utilizzare per eventuali emendamenti. Ve le proponiamo.

Note al DDL La Buona Scuola
A cura del Coordinamento Docenti Oristano-Sardegna

CAPO II - AUTONOMIA SCOLASTICA E VALORIZZAZIONE DELL’OFFERTA FORMATIVA

1) ARTICOLO 4. Scuola, lavoro e territorio
Comma 1 
Alternanza scuola-lavoro
Osservazione: Il suddetto articolo, riferendosi agli studenti del 2° biennio e dell’ultimo anno, includerà anche una fascia di età minorenne e ancora sottoposta ad obbligo scolastico. Questo articolo potrebbe dare adito all’inizio di una forma malcelata di sfruttamento del lavoro minorile o di neo “avviamento professionale” a causa di una reiterata pratica del tirocinio obbligatorio non retribuito. Inoltre le 400 e 200 ore di alternanza scuola-lavoro, ora rivolte agli Istituti Tecnici e Professionali ora ai Licei, risultano un monte orario notevole che intralcerà il regolare svolgimento della didattica curricolare.  

CAPO III ORGANICO, ASSUNZIONI E ASSEGNAZIONE DEI DOCENTI

ARTICOLO 6Organico dell’autonomia per l’attuazione dei piani triennali dell’offerta formativa Comma 1/3
Tripartizione dell’organico: con la nascita dell’organico dell’offerta formativa
Osservazione: I docenti neoassunti perderanno la titolarità di cattedra per divenire “supplenti” a tempo indeterminato.

2) ARTICOLO 7. Competenze del dirigente scolastico 
Comma 1 
Il Comma si sofferma sulla possibilità da parte del dirigente di influire sulle scelte didattiche. Osservazione: Le scelte didattiche, ovvero l’approccio alla disciplina, la metodologia di insegnamento, i contenuti disciplinari etc, sono ad appannaggio del docente, garantito e tutelato, nell'esercizio di tale facoltà, dalla libertà di insegnamento (art. 33, comma 1 Cost.);
Comma 2-3 punti a)b) c) d) f) 
Albi territoriali e incarichi triennali assegnati dal dirigente sulla base degli stessi e assegnazione di incarichi al personale di ruolo anche non abilitato nelle Classi di Concorso oggetto dell’incarico. Osservazione: Il dirigente assumerà il personale docente, nonostante la scuola pubblica italiana, essendo statale, preveda che sia lo Stato ad assumere mediante una graduatoria stabilita da un concorso o da una procedura che abbia validità concorsuale. La “chiamata diretta” risulta così arbitraria e incostituzionale secondo un parere già espresso dalla Consulta con la Sentenza n° 66 del 2013 quando la giunta della Regione Lombardia tentò di adottare una procedura simile.
La macroscopica arbitrarietà del reclutamento da parte del dirigente emerge quando, al Comma 3, il personale di ruolo, se il capo d’istituto dovesse reputarlo opportuno, verrà utilizzato in cdc differenti dall’abilitazione conseguita purché si sia in possesso di un titolo di studio valido all'insegnamento. Questo provvedimento viola apertamente il diritto degli studenti ad avere un insegnamento proveniente da personale altamente qualificato e formato. Oltretutto si consuma un paradosso alla luce del piano straordinario di assunzioni che lascia fuori i docenti di 2^ fascia, abilitati e con servizio, dunque utilizzabili al posto di un personale non abilitato all'insegnamento della disciplina in questione.
Comma 4 
Provvedimenti legislativi relativi gli albi territoriali che riguarderanno i neo assunti e i docenti in mobilità territoriale e professionale.
Osservazione: Il DDL non specifica la giurisdizione territoriale di questi albi che potrebbero essere sia provinciali che regionali o, in un’ultima istanza, nazionali. Si consuma così un paradosso: da una parte ci saranno docenti costretti “all'immobilità” ed altri oltremodo flessibili e utilizzabili alla bisogna, in quanto non più titolari di cattedra.

ARTICOLO 8. Piano straordinario di assunzioni
Comma 2 
I soggetti destinatari sono i docenti presenti nelle Graduatorie ad Esaurimento e i vincitori del concorso del 2012. Rimangono fuori i docenti abilitati TFA e PAS di 2^ Fascia d’Istituto, in possesso di titoli e servizi, gli idonei del concorso del 2012 e i Diplomati Magistrali. 
Osservazione: Le tempistiche relative all’iter parlamentare potrebbero non coincidere con le tempistiche delle procedure scolastiche in termini di formalizzazione dell’organico di diritto. Pertanto sarebbe necessario lo stralcio del piano straordinario di assunzioni per consentire sia di assumere fattivamente e regolarmente i docenti dall’A.S. 2015/16 sia per consentire un dibattito parlamentare più attento, e non frettoloso poiché soggetto al “ricatto” delle assunzioni, sui nodi cruciali del DDL. 
Per quanto riguarda i docenti di 2^ Fascia, invece, devono essere inclusi nel piano di assunzioni a medio o lungo termine, mediante il loro inserimento in una apposita fascia in GAE oppure mediante un concorso per soli titoli ( e non per esami). Questo dovrà riguardare tutti gli abilitati TFA e PAS e tutte le classi di concorso degli ultimi 2 cicli, dato che per alcune cdc, come l’A031-A032, non viene indetto un concorso dal 1990. A tale proposito si sottolinea che anche i frequentanti TFA e PAS 2° Ciclo hanno diritto ad entrare nella 2^ Fascia d’Istituto e che è opportuno che queste vengano chiuse per i prossimi 5 anni. 
Alla luce di ciò, un ulteriore iter concorsuale riservato a questa categoria di docenti apparirebbe come uno spreco di denaro pubblico poiché rivolto un personale docente già selezionato, formato e di esperienze pluriennale.
Comma 3/7 
I beneficiari del piano straordinario di assunzioni, una volta formulata la domanda richiesta, verranno assunti nei posti per il potenziamento dell’offerta formativa vacanti e disponibili. 
Osservazione: Il DDL appare chiaro a riguardo di una mancata accettazione, che comporta l’esclusione dal piano di assunzione, mentre non è chiaro in materia di mancata convocazione da parte del dirigente scolastico.
Lo stesso comma sentenzia che i posti disponibili per il potenziamento dell’offerta formativa, in seguito a un rifiuto dell’assunzione offerta, non saranno più resi vacanti e disponibili ma soppressi. Quest’ultima appare una soluzione estrema: il rifiuto del singolo non può e non deve divenire un danno al sistema e compromettere ulteriori assunzioni. Il docente appare così sottoposto a una sorta di doppio ricatto ora personale ora collettivo, inaccettabile dal momento che, nei limiti di una responsabile ragionevolezza, qualsiasi lavoratore è libero di scegliere la propria sorte. L’attuale sistema di reclutamento, infatti, prevede che il rifiuto di un incarico da parte del docente debba essere reiterato due volte perché scattino le relative sanzioni quali il depennamento dalle graduatorie o la messa in coda nelle stesse.

3) ARTICOLO 9. Periodo di formazione e di prova del personale docente ed educativo.
Comma 1/3/4/5 
Una volta assunto, il personale sarà sottoposto ad un iter formativo annuale soggetto a costanti valutazioni, verifiche e ispezioni a sorpresa. Il Comma 5 dichiara che, in caso di valutazione negativa, sarà compito del dirigente scolastico sospendere dal servizio senza obbligo di preavviso. Osservazioni: L’anno di prova in vigore è consono e adeguato poiché frutto di un percorso che coinvolge gli organi collegiali e la stessa valutazione finale è relativa ad un giudizio espresso da una commissione esaminatrice in cui il dirigente è una delle tante voci in capitolo. 

4) ARTICOLO 10. Carta per l’aggiornamento e la formazione del docente.  
Comma 1 
ARTICOLO 11. Valorizzazione del merito del personale docente. 
Comma 1/2/3
Osservazione : La Carta elettronica per l’aggiornamento e la formazione del personale docente, pari a 500 euro annui, e il bonus assegnato dal dirigente scolastico ai docenti più meritevoli in realtà mascherano il vero problema relativo al blocco degli scatti stipendiali, risalente al 2009, e alla assoluta inadeguatezza degli stipendi degli insegnanti al cospetto dei propri colleghi europei, come più volte l’OCSE ha rilevato e fatto notare ai diversi governi che nel tempo si sono susseguiti in Italia in questi ultimi anni. 

5) ARTICOLO 12. Limite della durata dei contratti di lavoro a tempo determinato e fondo per il risarcimento
Comma 1/2 
Osservazioni: L’Art.12 chiude la questione assunzioni menzionando la Sentenza Europea del 26/11/14 a seguito della non corretta applicazione da parte dell’Italia della direttiva 1999/70/CE relativa alla reiterazione dei contratti a tempo determinato su posti vacanti e disponibili. Tutti assunti coloro con 36 -o più - mesi di servizio?
No, anzi. D’ora in avanti i 36 mesi saranno il limite temporale massimo da non superare per la stipula di un contratto a tempo determinato. Più che l’applicazione di una legge, si tratta del suo raggiro. 

CAPO V AGEVOLAZIONI FISCALI

ARTICOLO 15. Cinque per mille
Comma 1 
ARTICOLO 16. School bonus
Comma1 
Sulla base Comma 2 dell’Art. 3, il dirigente “individua percorsi e iniziative che coinvolgano gli studenti anche utilizzando finanziamenti esterni, ivi compresi quelli derivanti da contratti di sponsorizzazione”. Le erogazioni liberali in denaro da parte dei soggetti privati in favore delle istituzioni scolastiche saranno oggetto di sgravi fiscali. Inoltre il singolo cittadino privato potrà destinare, al momento della dichiarazione dei redditi, non alla scuola in toto ossia come un corpo unico da finanziare, ma alle singole istituzioni scolastiche
Osservazioni: Questi articoli, nel trasformare la scuola in una azienda, perseguono il fine di legare la scuola al proprio territorio mediante i principi di efficienza e competitività, se non fosse che le istituzioni scolastiche spesso sorgono e si radicano in territori disagiati e svantaggiati. Il disimpegno finanziario da parte dello Stato, ormai palese, non potrà essere colmato dal tessuto economico locale spesso già fortemente debole e provato. Inoltre la scuola rischia di diventare uno strumento utilizzabile dai privati per formare, mediante l’utilizzo delle risorse pubbliche dunque a costi zero, la propria manodopera. Si tratterebbe di mettere ancora di più in forte competizione le scuole tra loro, facendo perdere il senso più intimo della scuola pubblica statale, ossia formare lo spirito critico di un cittadino prossimo ad esercitare i suoi stessi diritti non solo civili, ma anche politici. 
Questi articoli potrebbero mettere in discussione due articoli della Costituzione, ovvero: 
- La presenza di scuole statali per tutti i tipi, ordini e gradi di istruzione (art. 33, comma 2 Cost.); 
- Il libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione (art. 34, comma 1 Cost.); 

ARTICOLO 17. Detraibilità delle spese sostenute per la frequenza scolastica
Comma 1 
Osservazione: Con la detrazione per un importo annuo non superiore a 400 euro per alunno o studente per le spese sostenute per la frequenza delle scuole paritarie, si effettua una operazione volta a sostenere, mediante le risorse pubbliche, finalità specifiche proprie dei soggetti più avvantaggiati sotto il profilo economico. Si tratta di sostenere chi più è abbiente, sottraendo risorse al sistema pubblico statale, mediante la violazione di un articolo della Costituzione, ovvero
- La libera istituzione di scuole da parte di enti o privati senza oneri per lo Stato (art. 33, comma 3 Cost.); 
A fronte di quanto osservato, si ritiene necessario che l’intero DDL venga ritirato per aprire finalmente un vero dialogo e confronto con il mondo della scuola al fine di elaborare una vera riforma del sistema scolastico italiano che sia veramente fonte di garanzia, valorizzazione e tutela dei tutti i suoi soggetti operanti sia come elargitori sia come fruitori del servizio.

martedì 14 aprile 2015

LA SCUOLA AI TEMPI DEL JOBS ACT


Il lungo percorso, iniziato nel 2000 dall’allora Ministro Berlinguer e passato attraverso le “epocali “ riforme della Moratti e della Gelmini, dopo una breve anticipazione avutasi tre anni fa con il Decreto Aprea, sembra finalmente giunto alla fine. Il Re è nudo e possiamo definitivamente dire, forse con un sospiro di sollievo causa prolungata agonia, che la Scuola Pubblica Statale è morta. La scuola è morta. W la scuola. Ad ucciderla è stata un progetto di riforma dalla fuorviante sigla La Buona Scuola, oggi divenuto DDL e sottoposto al vaglio di un Parlamento molto poco attento alle politiche scolastiche se non quando si tratta di razionalizzare, o meglio tagliare la spesa pubblica.
E’ difficile parlare, in questo momento, di scuola senza che l’argomento venga inserito in una prospettiva più ampia a livello europeo, considerati i messaggi omologhi provenienti da più parti d’Europa; difficile anche scorporarlo dai provvedimenti dei precedenti governi che hanno colpito la scuola mediante le varie Leggi Fornero che, bloccando il turn over del personale, ha condannato ai lavori forzati molti insegnanti ormai prossimi al congedo pensionistico e altrettanti insegnanti alla precarietà a vita.
Ma questo Ddl, questo Ddl è la summa di tutti i tentativi, in qualche modo ostacolati dalla reazione del mondo della scuola, di smantellare il sistema statale e far subentrare, in modo neanche tanto strisciante, la logica aziendale nel settore pubblico dato che l’Art. 1 recita le seguenti parole “Le disposizioni in oggetto sono volte a garantire la massima flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia del sistema scolastico attraverso un uso ottimale delle risorse e delle strutture e all’introduzione di tecnologie innovative in raccordo con le esigenze del territorio”.
I 24 articoli di questo DDL trasformano radicalmente la scuola nella forma&sostanza che fino a ieri abbiamo conosciuto e praticato: la scuola della Costituzione, che persegue l’alto fine di formare e attrezzare di spirito critico il cittadino del domani, non c’è più così come, a conti fatti, la stessa libertà d’insegnamento. E’ stata sostituita da una scuola-azienda basata sui principi del marketing, dell’efficienza, della competitività: docenti e studenti sono soggetti alla stessa logica aziendalistica mediante piani triennali, Portali vari, digitalizzazioni, alternanze scuola-lavoro, autonomia, privati, sponsor e flessibilità a tutto spiano. La scuola ai tempi del Jobs Act si potrebbe dire.
Chi nella scuola ci opera veramente sa quanto questa abbia i suoi tempi dettati dal processo di apprendimento, non standardizzabile e misurabile in senso assoluto. Allora com’è che questo governo ha avuto l’ardire di interfacciarsi col mondo della scuola in maniera così radicale e aggressiva? Semplice! Ha usato un Trojan (o per i nostalgici un cavalo di Troia) che si è rivelato un’ottima arma di ricatto per espugnare la diffidenza degli operatori della scuola: il piano di assunzione straordinario rivolto a coloro che da decenni vivono il dramma del precariato scolastico. Ha luogo così la nascita dell’Organico dell’Autonomia.
Per capire questo DDL e le sue criticità è bene partire proprio dai due poli che lo strutturano, ossia le assunzioni e la chiamata diretta da parte del dirigente, per giungere alla sua vera essenza, ovvero la fine della scuola statale e la nascita della scuola-azienda.
Il piano straordinario di assunzioni
Il piano straordinario di assunzioni relativo al Capo III “Organico, assunzioni e assegnazione dei docenti”, è fonte di speranza per chi verrà incluso, poiché o vincitore di concorso o presente nelle Graduatorie a Esaurimento, e fonte di disperazione per chi, pur possedendo titoli e servizi ma inserito nella 2^ Fascia d’Istituto, ne verrà escluso. L’assurda esclusione dei neoabilitati TFA e PAS basterebbe da sé a sollevare una serie di legittimi quesiti sul principio ispiratore di giustizia che ha mosso i criteri di assunzione, dato che a un personale già formato e con esperienza si prospetta un ennesimo concorso dunque ulteriore selezione (tra l’altro dispendiosa quanto inutile finanziariamente parlando).
Attenzione, però: la legittima protesta degli esclusi potrebbe diventare il vero grimaldello atto ad aprire il vaso di Pandora perché funzionale alla supina accettazione di procedure di reclutamento mai viste finora e nemmeno immaginabili, tanto tendono a minare i principi costituzionali e la sacrosanta applicazione dei diritti/doveri del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro. Verrebbe la tentazione, a proposito dei neoassunti, di citare il celebre passo dantesco “Lasciate ogne speranza , o voi ch’intrate!” perché questi insegnanti finalmente di ruolo saranno un nuovo prototipo di lavoratore della conoscenza legato alla scuola e al suo dirigente come la servitù della gleba era legata al feudo e al signore. Chi vi entrerà, avrà il privilegio di far parte dell’Organico dell’Autonomia tripartito in posti comuni, di sostegno e, novità delle novità, posti per il potenziamento dell’offerta formativa; il tutto in base al fabbisogno di ogni istituzione scolastica rinnovabile e rinnovato ogni tre anni.
Quali le novità?
1) Il personale dovrà essere iscritto in appositi albi territoriali e le assunzioni, in seguito alla presentazione di una domanda di assunzione, avverranno sui posti vacanti e disponibili su proposta del dirigente scolastico che sceglierà tra i docenti più “adatti” a soddisfare le esigenze delle scuole sulla base di una offerta formativa triennale. Scaduti i tre anni? Non è dato sapere. Dal precariato a tempo determinato al precariato a tempo indeterminato.
2) Il Comma 7 dell’Art. 8 “Piano straordinario di assunzioni” parla di accettazione/rifiuto della proposta di assunzione; la mancata accettazione comporterà l’esclusione dal piano straordinario di assunzioni, mentre i soggetti assunti saranno destinatari di proposte, a questo punto indiscutibili e assolute, di incarico da parte dei dirigenti scolastici. Tra queste la corvee “assicurare la copertura delle supplenze temporanee fino a 10 giorni”(Comma 3, Art. 6). Sopraggiunge un ulteriore dubbio: chi rifiuta, verrà espulso definitivamente dagli albi territoriali e chi non verrà chiamato dal dirigente che fine farà?
Lo stesso comma sentenzia che i posti disponibili per il potenziamento dell’offerta formativa, in seguito al sistema di accettazione/rifiuto delle assunzioni, non saranno più resi vacanti e disponibili ma soppressi. Insomma, chi rifiuta danneggia se stesso e l’intero sistema. Oltre la beffa, il danno!
3) La discrezionalità del dirigente, per quanto dovrà attenersi a dei parametri esplicati e resi pubblici, è palese. Il personale di ruolo, se il dirigente dovesse reputarlo opportuno, verrà utilizzato in classi di concorso differenti dall’abilitazione conseguita purché si sia in possesso di un titolo di studio valido all’insegnamento (Comma 3, Art.7). C’era una volta la continuità didattica…
4) Nonostante il giro di vite interesserà soprattutto i neoassunti, il Comma 4 del suddetto articolo, chiama in causa i docenti in mobilità territoriale e professionale che rientreranno negli albi territoriali, definiti per ampiezza anche in funzione della popolazione scolastica. Dunque essere docenti di ruolo dell’Era Pre Renzi non garantirà l’immunità dalla “chiamata diretta”. Si profila così l’avvento di due tipi di docenti: quelli costretti all’immobilità, pena rientrare negli albi territoriali, e quelli costretti alla mobilità perenne, pena l’espulsione dagli albi territoriali.
5) L’anno di formazione e prova ,menzionato dall’Art.9, sarà il rito di passaggio per la definitiva immissione in ruolo. Sarà nuovamente il dirigente ad avere un ruolo determinante che, in seguito a verifiche e ispezioni in classe, potrà reputare idoneo o meno il neoassunto. Il Comma 5 recita le seguenti parole: “il dirigente scolastico, in caso di valutazione negativa del periodo di formazione e di prova, provvede alla dispensa dal servizio con effetto immediato, e senza obbligo di preavviso”. Il licenziamento fa così il suo ingresso nel settore pubblico. Con un tweet?
6) L’Art.12 chiude la questione assunzioni menzionando la Sentenza della Corte di Giustizia Europea del 26/11/14 a seguito della non corretta applicazione da parte dell’Italia della direttiva 1999/70/CE relativa alla reiterazione dei contratti a tempo determinato su posti vacanti e disponibili. Tutti assunti coloro con 36 -o più - mesi di servizio? No, anzi. D’ora in avanti i 36 mesi saranno il limite temporale massimo da non superare per la stipula di un contratto a tempo determinato. Della serie: chi più ha servizio, più demerita.
Il Dirigente Scolastico
Il presente DDL inaugura la nuova veste del dirigente scolastico che acquisirà una sempre maggiore centralità nella nuova scuola-azienda, nonostante a certi livelli entri in contrasto con l’impianto costituzionale della scuola pubblica statale. In effetti ci si troverà al cospetto di un dirigente a tutti gli effetti datore di lavoro, che potrà assumere in nome dello Stato. Il tutto avverrà non secondo la graduatoria stabilita da un concorso o da una procedura che abbia validità concorsuale, come finora siamo stati abituati. L’Art. 7 delinea le competenze del dirigente scolastico che dovrà assicurare la gestione della scuola, la determinazione del fabbisogno e l’offerta formativa. Di sua competenza sarà il buon andamento dell’istituzione scolastica nell’ambito dell’autonomia, la gestione delle risorse finanziarie e strumentali e dei risultati del servizio. Inoltre avrà giurisdizione anche in materia di scelte didattiche e formative nonché della valorizzazione delle risorse umane e del merito dei docenti. Come conciliare ciò con la libertà d’insegnamento sancita dalla Costituzione non chiaro.
 Il dirigente potrà, dunque:
 - Assumere (o licenziare) il personale, nonostante la scuola sia statale e ad assumere dovrebbe essere lo Stato stesso;
- Assegnare compiti e competenze in materia d’insegnamento;
 - Elaborare il piano triennale dell’offerta formativa;
- Assegnare, come recita l’Art.11 Comma 2, il bonus agli insegnanti riconosciuti come meritevoli;
- Stipulare, secondo il Capo II – Art. 2 Comma 9-, rapporti di collaborazione con i principali attori che operano all’interno del contesto economico-sociale e culturale del territorio al fine di favorire la competitività della propria istituzione scolastica mediante l’alternanza scuola-lavoro. 
-La “chiamata diretta” da spettro diventa realtà, nonostante la Consulta l’abbia dichiarata incostituzionale, attraverso la Sentenza n° 66 del 2013 espressa quando la giunta della Regione Lombardia tentò di adottare una procedura analoga. La stessa On. Puglisi nel Febbraio del 2012 affermò che il PD si sarebbe opposto a questa pratica così lontana sia dalla tradizione scolastica del nostro Paese sia dalla Costituzione. Io mi ricordo, si io mi ricordo…
I privati , l’autonomia e le paritarie
E siccome quando si cambia pagina, bisogna farlo del tutto, ecco venir formulato a chiare lettere il sogno proibito, nonché tabù di tanti governi che hanno tentato di modificare il volto della scuola: l’ingresso dei privati nel pubblico. E ritorna l’onnipresente figura del dirigente che, come recita il Comma 2 dell’Art. 3, “individua percorsi e iniziative che coinvolgano gli studenti anche utilizzando finanziamenti esterni, ivi compresi quelli derivanti da contratti di sponsorizzazione”.
Diverse le conseguenze, dato che i privati difficilmente entreranno in un settore così appetibile e cruciale come la scuola:
1) Gli studenti saranno sempre più oggetto dell’alternanza scuola-lavoro poiché le imprese utilizzeranno le scuole come luogo di formazione finalizzato al soddisfacimento di necessità particolaristiche e spendibili in determinati settori occupazionali. Per le imprese sarà un bel risparmio in materia di formazione del personale dato che tramite il cosiddetto School Bonus, affrontato nell’Art. 16, le erogazioni liberali in denaro da parte dei soggetti privati in favore delle istituzioni scolastiche saranno oggetto di sgravi fiscali. A confronto i 500 euro destinati ad ogni docente per il proprio “aggiornamento” e acquisto di materiale didattico (equivalente a 1.38 Euro al giorno se suddiviso per 360 giorni) sono pura elemosina.
2) La presenza dei privati sotto forma di imprese, enti e associazioni sarà a macchia di leopardo nell’interno territorio nazionale e creerà ulteriori disparità in base alle reali possibilità produttive del territorio.
3) I privati, che filantropi non sono per loro natura, nel mettere mano alla borsa vorranno anche avere voce in capitolo in materia di offerta formativa e scelte didattiche, grazie anche al fatto che questo DDL voglia potenziare l’Autonomia delle singole istituzioni scolastiche. Attraverso questa prospettiva trova ragion d’essere il Capo VII “Riordino, adeguamento e semplificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione” quando, nell’Art. 21 punto f, si parla di “adeguamento, semplificazione e riordino della governante della scuola e degli organi collegiali” considerati non più adeguati allo spirito dell’Autonomia. Il Consiglio di Amministrazione, insomma, è alle porte.
Sempre in materia di Agevolazioni Fiscali -Capo V, l’Art. 15 -Comma 1, menziona il 5 per mille che il singolo cittadino privato potrà destinare, al momento della dichiarazione dei redditi, non alla scuola in toto ossia come un corpo unico da finanziare, ma alle singole istituzioni scolastiche (per intenderci magari dove studiano i propri figli). Si può solo immaginare cosa saranno disposte a fare le singole scuole pur di dirottare queste forme extra di finanziamento verso le proprie casse e la competitività che si scatenerà tra le singole istituzioni costrette ad elaborare marketing sempre più vincenti. E le scuole che operano nelle aree di disagio? E le scuole con poco appeal ? Selezione naturale, direbbe l’economista Adam Smith. Di fronte a questa novità, gli sgravi fiscali rivolti alle famiglie che sceglieranno le scuole paritarie per i propri figli, sono poco più che peccati veniali.
Che cos’è, a questo punto, l’Autonomia se non l’arretramento dello Stato in materia di istruzione e la trasformazione definitiva del sapere e del sapere fare in merce? L’apprendimento sarà basato su un sapere e su un sapere fare contingenti solo a ciò che sarà utile conoscere e fare, passando per un saper essere sempre più senzienti e “collaborativi”.
Se il DDL vola alto, anche noi lo faremo. Dunque chiediamo che venga ritirato perché così come formulato è una palese violazione dei seguenti articoli di legge:
— la libertà di insegnamento (art. 33, comma 1 Cost.);
— la presenza di scuole statali per tutti i tipi, ordini e gradi di istruzione (art. 33, comma 2 Cost.);
— il libero accesso all’istruzione scolastica, senza alcuna discriminazione (art. 34, comma 1 Cost.);
— l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione dell’obbligo (art. 34, comma 2 Cost.);
— la libera istituzione di scuole da parte di enti o privati senza oneri per lo Stato (art. 33, comma 3 Cost.);
— il riconoscimento del diritto allo studio anche a coloro che sono privi di mezzi, purché capaci e meritevoli mediante borse di studio, assegni ed altre provvidenze da attribuirsi per concorso (art. 34, comma 3 Cost.).
Essendo, però, profondamente realisti siamo in grado di formulare una serie di proposte che necessariamente, poiché provenienti da chi la scuola la conosce e la fa, dovrebbero essere accolte in sede di dibattito parlamentare. Queste sono state formulate a garanzia dei diritti acquisiti e maturati da parte di tutti gli operatori del settore e in special modo dei docenti precari, da non considerare come rami secchi o come lavoratori stagionali, ma come preziose risorse portanti che hanno consentito finora il regolare svolgimento di un servizio vitale quale è la scuola.
Queste le proposte:
- Stralcio del piano straordinario di assunzioni dal DDL in modo che, dovendo saltare i tempi tecnici in relazione alla discussione parlamentare, si possa procedere alle assunzioni stabilite dall’A.S. 2015/16 e allo stesso tempo si dia tempo al Parlamento di affrontare con tutta calma un disegno di legge tutt’altro che lineare e privo di insidie;
- Inclusione della 2^ Fascia d’Istituto nel piano di stabilizzazione o, come estrema ratio, nelle GAE in una eventuale 4^ fascia creata ad hoc o attraverso un concorso per soli titoli per tutte le classi di concorso che sono state oggetto delle recenti abilitazioni tramite il TFA e il PAS;
- Rispetto e applicazione – e non il suo raggiro- della recente sentenza europea per tutti i precari con 36 mesi di servizio, dunque il rispetto dei diritti acquisiti grazie al servizio prestato non solo per gli abilitati, ma anche per i docenti di 3^ Fascia d’Istituto;
- Evitare a tutti coloro che non risultano allo stato attuale inclusi nel piano di assunzione, l'ennesimo concorso che risulterebbe sia dispendioso sotto il profilo finanziario sia inutile in quanto rivolto a un corpo docente già formato e qualificato;
- Cancellazione della “chiamata diretta” e dell’organico funzionale poiché fonti di un pericoloso risvolto incostituzionale dell’assetto democratico della scuola. Queste “novità” comporterebbero per i neoassunti il mancato rispetto del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, ora in vigore, e la prospettiva di un “eterno” precariato causato dall’applicazione, da parte dei Dirigenti, dei contratti di assunzione triennale;
- Cancellazione della figura del dirigente plenipotenziario e ripristino della collegialità nelle decisioni.
- Ritiro dei tagli relativi alla Legge 133/08 e della Riforma Gelmini che hanno sottratto risorse finanziarie vitali allo svolgimento della didattica oltre che innumerevoli ore d’insegnamento a buona parte delle discipline e classi di concorso (come d’altronde il partito di Governo, ovvero il PD, ha spesso sottolineato);
- Blocco delle graduatorie per 5 anni, consentendo però ai neo abilitati TFA e PAS la possibilità di subentrare nelle stesse;
- Corso Abilitante Speciale per la 3^ Fascia d’Istituto con 540 giorni di servizio ossia tre anni di 180 giorni;
- Sblocco del turn over per il personale della scuola, dunque una seria riflessione sull’applicazione e relative conseguenze della Legge Fornero;
- Approvazione in tempi brevi una legge regionale sull'istruzione che finalmente tenga conto della specificità linguistico-culturale e demografica del territorio e che realizzi, in controtendenza alle linee del governo centrale, dettate solo da esigenze di razionalizzazione finanziaria che trovano forma nei piani di dimensionamento regionali, interventi strutturali volti a contrastare gli allarmanti tassi di dispersione scolastica.
Infine non si può non fare cenno alla debole reazione dei sindacati che, al cospetto di ciò finora illustrato, hanno proposto e predisposto solo azioni di protesta non unitarie e poco adeguate (si veda il timido il blocco delle attività aggiuntive) alla portata degli eventi. Chiedete a noi cosa fare e vi sarà una sola risposta: sciopero unitario e blocco delle attività dello scrutinio finale.

Coordinamento Docenti Oristano-Sardegna

Sottoscrivono
Precari Scuola Sardegna

Movimento per la difesa della Scuola Pubblica Coordinamento Precari Sassari

lunedì 30 marzo 2015

11 Aprile - Assemblea con i parlamentari sardi. La lettera di invito


Sabato 11 aprile, ad Oristano, ci confronteremo con i parlamentari eletti in Sardegna sul disegno di legge del Governo sull'istruzione. Ad oggi hanno dato la loro disponibilità Michele Piras di Sel, Siro Marroccu del PD, Manuela Serra del M5S. Parteciperà anche l'Assessore regionale all'Istruzione Claudia Firino. 
Questa è la lettera di invito che abbiamo inviato loro.

Alla cortese attenzione degli On.li Parlamentari della Regione Sardegna

Gentilissimi Onorevoli, 

Siamo un gruppo di docenti sardi che chiedono a gran voce di essere ascoltati perché rappresentativi di quella “buona scuola” che ha sorretto, sostenuto, accudito, curato e promosso l’istruzione nel nostro Paese in tutti questi anni, nonostante le scarse prospettive, gratificazioni e ritorni personali.
Siamo docenti di ruolo di vecchia data e neo immessi a tempo indeterminato dopo decenni e decenni di precariato; siamo i precari storici delle GAE, siamo i precari abilitati di 2^ Fascia di Istituto e i non abilitati di 3^ . 
Siamo, insomma, coloro che fanno la scuola ogni giorno. Siamo quelli che, in assenza di risorse finanziarie e vere riforme a carattere didattico-pedagogico, combattono una delle più grandi battaglie: restituire valore all’istruzione e alla conoscenza, promuovere le intelligenze dei nostri giovani,contenere il disagio giovanile, motivare e incoraggiare generazioni di studenti sempre più frustrati.
Siamo coloro che hanno fortemente protestato contro lo svuotamento di significato e di valore della scuola pubblica statale, considerata da noi come un complesso sistema di formazione non quantificabile secondo una prospettiva manageriale e aziendalistica. 
Siamo coloro che pagano i costi più alti della razionalizzazione e dei tagli all’istruzione. Siamo coloro che al cospetto di un’ennesima “Buona Riforma”, si ritroveranno senza l’opportunità di continuare a svolgere il proprio lavoro dato che, nonostante i titoli acquisiti tramite TFA e PAS e il servizio maturato in decenni, verranno messi di fronte all’ennesimo concorso .
Siamo coloro che da neoimmessi in ruolo saranno sottoposti ad un iniquo trattamento rispetto ai colleghi precedentemente assunti.
E’ giunto il momento di darci delle risposte: le esigiamo così come esigiamo l’appoggio e il sostegno dell’istituzioni perché noi, ogni giorno, diamo voce e volto allo Stato combattendo contro l’illegalità e la deriva culturale e morale del nostro Paese. 
Pertanto Vi rivolgiamo il nostro appello affinché le nostre istanze vengano prese in considerazione poiché, in quanto cittadini e operatori del settore, ci sentiamo autorizzati a indirizzare nella giusta strada l’iter parlamentare relativo al DDL “La Buona Scuola”. 

Queste le nostre istanze:
 - Inclusione della 2^ Fascia d’Istituto nel piano di stabilizzazione o,come estrema ratio, nelle GAE in una eventuale fascia creata ad hoc;
- Rispetto e applicazione – e non il suo raggiro- della recente sentenza europea per tutti i precari con 36 mesi di servizio, dunque il rispetto dei diritti acquisiti grazie al servizio prestato non solo per gli abilitati, ma anche per i docenti di 3^ Fascia d’Istituto;
- Evitare a tutti coloro che non risultano allo stato attuale inclusi nel piano di assunzione, l'ennesimo concorso che risulterebbe sia dispendioso sotto il profilo finanziario sia inutile in quanto rivolto a un corpo docente già formato e qualificato;
- Stralcio della “chiamata diretta” e dell’organico funzionale poiché fonti di un pericoloso risvolto incostituzionale dell’assetto democratico e trasparente della scuola. Queste “novità” comporterebbero per i neoassunti il non rispetto del contratto nazionale in vigore e la prospettiva di un “eterno” precariato causato dall’applicazione, da parte dei Dirigenti, dei contratti di assunzione triennale;
- Ritiro dei tagli relativi alla Legge 133/09 e della Riforma Gelmini che ha sottratto innumerevoli ore d’insegnamento a buona parte delle discipline e classi di concorso;
- Blocco delle graduatorie per 5 anni, consentendo però ai neo abilitati TFA la possibilità di subentrare nelle stesse;
- Corso Abilitante Speciale per la 3^ Fascia d’Istituto con 540 giorni di servizio ossia tre anni di 180 giorni .
- Promuovere una legge regionale sulla scuola che finalmente tenga conto della specificità linguistico-culturale e demografica del territorio e che vada in controtendenza alle linee del governo centrale, dettate solo da esigenze di razionalizzazione finanziaria che trovano forma nei piani di dimensionamento regionali.
Pertanto cogliamo l’occasione per invitarvi ad un’assemblea pubblica sulle questioni sopra esposte che si terrà a Oristano Sabato 11 Aprile ore 16.30 presso il Teatro San Martino via Ciutadela de Minorca.
Nel ringraziarvi per la cortese attenzione e disponibilità, porgiamo i nostri più sentiti saluti.
Coordinamento Docenti Sardegna

lunedì 23 marzo 2015

Incontro con l'Assessore Regionale all'Istruzione Claudia Firino


Questo pomeriggio una delegazione formata da tre componenti del Coordinamento Docenti Sardegna e due di MIDA Sardegna ha incontrato l'Ass. regionale alla Cultura e Istruzione Claudia Firino. L'assessore, già al corrente della nostra mobilitazione e a conoscenza dei contenuti del DDL, ha dichiarato che la Regione Sardegna farà tutto ciò che è in suo potere per sostenere sia la vertenza legata alla stabilizzazione sia per affrontare e reindirizzare gli aspetti del DDL più problematici.
L'Assessore confida nell'iter parlamentare poiché la discussione passerà anche attraverso le Commissioni a cui sono chiamati a partecipare anche i rappresentanti delle Regioni. Questo consentirà di operare e incidere, si spera, a nostro favore.
A fine colloquio si è consegnato il documento con le nostre istanze e rimostranze già fatte presenti alla Presidente Boldrini.
Infine l'Assessore è stata invitata ufficialmente all'assemblea dell'11 aprile; la sua presenza sarà confermata nei prossimi giorni .

domenica 22 marzo 2015

Il Coordinamento docenti di Oristano incontra Laura Boldini


Sabato 21 marzo una delegazione del Coordinamento Docenti di Oristano ha incontrato la Presidente della Camera Laura Boldrini in visita in Sardegna. Vi proponiamo il testo del documento che le è stato consegnato. Il video dell'incontro è disponibile sul nostro Canale YouTube al seguente indirizzo:
https://www.youtube.com/channel/UC8s4kv4N5E-mldobuAAwA5A


Alla cortese attenzione dell’On. Presidentessa della Camera dei Deputati Laura Boldrini
Gentilissima Onorevole,
Siamo un gruppo di docenti sardi che chiedono a gran voce di essere ascoltati perché rappresentativi di quella “buona scuola” che ha sorretto, sostenuto, accudito, curato e promosso l’istruzione nel nostro Paese in tutti questi anni, nonostante le scarse prospettive, gratificazioni e ritorni personali.
Siamo docenti di ruolo di vecchia data e neo immessi a tempo indeterminato dopo decenni e decenni di precariato; siamo i precari storici delle GAE, siamo i precari abilitati di 2^Fascia di Istituto e i non abilitati di 3^ . 
Siamo, insomma, coloro che fanno la scuola ogni giorno.
Siamo quelli che, in assenza di risorse finanziarie e vere riforme a carattere  didattico-pedagogico, combattono una delle più grandi battaglie: restituire valore all’istruzione e alla conoscenza, promuovere le intelligenze dei nostri giovani,contenere il disagio giovanile, motivare e incoraggiare generazioni di studenti sempre più frustrati.
Siamo coloro che hanno fortemente protestato contro lo svuotamento di significato e di valore della scuola pubblica statale, considerata da noi come un complesso sistema di formazione non quantificabile secondo una prospettiva manageriale e aziendalistica.
Siamo coloro che pagano i costi più alti della razionalizzazione e dei tagli all’istruzione.
Siamo coloro che al cospetto di un’ennesima “Buona Riforma”, si ritroveranno senza l’opportunità di continuare a svolgere il proprio lavoro dato che, nonostante i titoli acquisiti tramite TFA e PAS e il servizio maturato in decenni, verranno messi di fronte all’ennesimo concorso .
Siamo coloro che da neoimmessi in ruolo saranno sottoposti ad un iniquo trattamento rispetto ai colleghi precedentemente assunti.
E’ giunto il momento di darci delle risposte: le esigiamo così come esigiamo l’appoggio e il sostegno  dell’istituzioni perché noi, ogni giorno, diamo voce e volto allo Stato combattendo contro l’illegalità e la deriva culturale e morale del nostro Paese. 
Pertanto, Onorevole Boldrini, le rivolgiamo il nostro appello affinchè le nostre istanze vengano prese in considerazione poiché, in quanto cittadini e operatori del settore, ci sentiamo autorizzati a indirizzare nella giusta strada l’iter parlamentare relativo al DDL “La Buona Scuola”.
Queste le nostre istanze:
- Inclusione della 2^ Fascia d’Istituto  nel piano di stabilizzazione o,come estrema ratio, nelle GAE in una eventuale fascia creata ad hoc;
- Rispetto e applicazione – e non il suo raggiro-  della recente sentenza europea per tutti  i precari con 36 mesi di servizio, dunque il rispetto dei diritti acquisiti grazie al servizio prestato non solo per gli abilitati, ma anche per i docenti di 3^ Fascia d’Istituto;
- Evitare a tutti coloro  che non risultano allo stato attuale  inclusi nel piano di assunzione, l'ennesimo concorso che risulterebbe sia dispendioso sotto il profilo finanziario sia inutile in quanto rivolto a  un corpo docente già formato e qualificato;
- Stralcio della “chiamata diretta” e dell’organico funzionale poiché fonti di un pericoloso risvolto incostituzionale dell’assetto democratico e trasparente  della scuola. Queste “novità” comporterebbero per i neoassunti il non rispetto del contratto nazionale in vigore e la prospettiva di un “eterno” precariato causato dall’applicazione, da parte dei Dirigenti, dei contratti di assunzione triennale;
- Ritiro dei tagli relativi alla Legge 133/09 e della Riforma Gelmini che ha sottratto innumerevoli ore d’insegnamento a buona parte delle discipline e classi di concorso;
- Blocco delle graduatorie per 5 anni, consentendo però ai neo abilitati TFA  la possibilità di subentrare nelle stesse; 
- Corso Abilitante Speciale per la 3^ Fascia d’Istituto con 360 giorni di servizio. 

Nel ringraziarla per la sua cortese attenzione e  disponibilità, le porgiamo i nostri più sentiti saluti.
Coordinamento Docenti Sardegna

lunedì 29 settembre 2014

Lettera ai Parlamentari sardi

Ci siamo! Il Coordinamento Docenti di Oristano sta organizzando per la fine di Ottobre un incontro con i parlamentari sardi al fine di discutere sulle criticità della "Buona Scuola" di Renzi. Consapevoli del fatto che si stia consumando l'ennesima "guerra tra poveri" che porterà alla fine della scuola così come l'abbiamo conosciuta ( laica, democratica, solidale), chiediamo il contributo di ogni singolo docente a prescindere dalla propria posizione contrattuale (ruolo, GAE, 2^ fascia, 3^ fascia etc) perché in questo momento è necessario spingere verso l'unità della categoria al fine di recuperare la centralità del nostro ruolo sia nella scuola sia nella società. Questo è il testo che stiamo inviando agli Onorevoli della nostra Regione


Alla cortese attenzione dei Parlamentari della Regione Sardegna
Siamo un gruppo di docenti della provincia di Oristano, Cagliari e Sassari che chiedono a gran voce di essere ascoltati in seguito agli esiti di un processo, ormai lungo decenni, che ha visto la scuola pubblica statale e il suo personale mortificati e privati di quella centralità necessaria in un secolo definito , per la sua natura socio-economica , non a caso “della conoscenza”.

Siamo un gruppo rappresentativo di quella “buona scuola” che ha sorretto, sostenuto, accudito, curato e promosso l’istruzione nel nostro Paese in tutti questi anni, nonostante le scarse prospettive, gratificazioni e ritorni personali: siamo dunque docenti di ruolo di vecchia data e neo immessi a tempo indeterminato dopo decenni e decenni di precariato, siamo i precari storici delle GAE, siamo i precari abilitati di 2^Fascia di Istituto e non abilitati di 3^ . Siamo insomma coloro che fanno la scuola ogni giorno.
Siamo anche coloro che hanno fortemente protestato contro i tagli all'istruzione operati nel corso del tempo dai vari governi; siamo quelli che hanno pagato sulla propria pelle le continue “girandole” ministeriali che hanno provocato spesso disorientamento non solo tra il personale scolastico , ma soprattutto tra l’utenza, ovvero tra le famiglie e gli studenti sempre meno propensi a riconoscere la centralità dell’istituzione scolastica considerata non più fautrice e promotrice di una emancipazione individuale e collettiva.
Siamo quelli che, in assenza di risorse finanziarie e vere riforme dell’impianto didattico-pedagogico scolastico, combattono una delle più grandi battaglie: restituire valore all'istruzione e alla conoscenza, promuovere le intelligenze dei nostri giovani,contenere il disagio giovanile, motivare e incoraggiare generazioni di studenti sempre più frustrati.
Siamo coloro che hanno fortemente protestato contro lo svuotamento di significato e di valore della scuola pubblica statale, considerata come luogo complesso di formazione non quantificabile secondo una prospettiva manageriale e aziendalistica.
Siamo coloro che al cospetto di ennesima “Buona Riforma”, si pongono tantissime domande a cui necessariamente e doverosamente bisogna rispondere. 
Pertanto invitiamo la cortese partecipazione delle SS.VV. ad un’assemblea pubblica che si terrà presso il Liceo Scientifico di Oristano Venerdì 24 Ottobre alle ore 16.30 affinché si affrontino con chiarezza e franchezza le criticità di tale progetto di riforma.

Coordinamento docenti Oristano


La Buona Scuola?

In seguito a un lungo periodo di silenzio e riflessione, abbiamo deciso di dissotterrare l'ascia di guerra e riprendere ciò che avevamo interrotto quasi due anni fa, ovvero la mobilitazione contro lo smantellamento della scuola pubblica statale e la rivendicazione dei diritti di tutti i suoi lavoratori siano essi a tempo indeterminato o a tempo determinato. L'intento del gruppo è creare dunque UNITA' tra i vari soggetti operanti nella scuola, senza dimenticare le prioritarie esigenze dei precari ossia di coloro che soffrono una palese mancanza di diritti perché, nonostante i titoli e i servizi, non ancora stabilizzati. Come spesso sottolineato, però, lo scopo ultimo è la difesa della scuola e dunque del diritto all'istruzione, intesa come forma ultima e unica di emancipazione individuale e collettiva. Il gruppo dunque si rivolge anche alle famiglie e a tutti coloro che vedono nella scuola l'ultimo avamposto di civiltà al cospetto di un mondo sempre connotato dalla prevaricazione, dall'esclusione e dall'ottusa ignoranza. Le recenti sortite renziane ci inducono a mettere da parte le nostre personali amare "sconfitte" e tentare di creare in primis una vera informazione circa la famosa/famigerata Buona Scuola.