sabato 20 febbraio 2010

PRESIDIO "IO AMO LA SCUOLA PUBBLICA"



SABATO 13 MARZO ORE 16.0 PIAZZA ROMA ORISTANO

1 marzo 2010 sciopero degli stranieri- adesione cps


Cari colleghi,
come insegnanti ed educatori ci è parso doveroso aderire ufficialmente in qualità di CPS, allo sciopero degli stranieri indetto per il 1 Marzo 2010. In un momento così difficile per tutti noi, è necessario uscire dalle nostre specifiche problematiche e rivendicare a gran voce i diritti di tutti i lavoratori e di tutti cittadini, a prescindere dalle rispettive appartenenze.

Al cospetto degli intenti del Governo, che paventa la marginalizzazione e la ghettizzazione degli studenti stranieri in classi differenziali, rilanciamo il diritto all'istruzione soprattutto per coloro che sono tenuti al margine della nostra società mediante lo status di "immigrato regolare o clandestino".
Rilanciamo i valori della laicità, dell'integrazione e dell'accoglienza che stanno alla base della la scuola pubblica italiana, nonchè del vivere civile e democratico.

Vi invitiamo non solo ad aderire all'iniziativa, ma anche a divulgarla diffondendo presso i rispettivi istituti i documenti allegati.

Il CPS e il Comitato Antirazzista oristanese vi ringraziano calorosamente.
Per maggiori informazioni e per scaricare materiale divulgativo visitate il seguente link:

http://www.facebook.com/?ref=home#!/group.php?gid=270758041563&ref=ts

mercoledì 17 febbraio 2010

La lettera del CPS nazionale alla redazione di Presa Diretta


Spettabile redazione di Presadiretta,

Il Coordinamento Precari Scuola vi ringrazia per la bellissima trasmissione di domenica 14 Febbraio, "La scuola fallita".
Finalmente una trasmissione che mostra la verità negata disperatamente dal ministro Gelmini: scuole che vanno letteralmente a pezzi, senza sedie e riscaldamento, classi "pollaio" in cui non vengono rispettate le leggi sulla sicurezza, alunni distribuiti nelle classi perchè le scuole pubbliche statali non hanno soldi per pagare i supplenti, precari senza posto di lavoro, genitori di alunni H che non sanno come tutelare il diritto allo studio dei loro figli, presidi costretti a chiedere contributi alle famiglie per comprare i pennarelli ed i gessi, mancanza di spazi idonei per l'attività motoria. In contrasto con lo sfacelo della scuola pubblica, a cui il governo nega finanziamenti e personale, ci sono le scuole paritarie che ricevono i ricchi finanziamenti delle regioni.
Vi ringraziamo per aver squarciato finalmente il muro di omertà che molti mass media, ben addestrati dai poteri forti, hanno riservato all'argomento scuola, citata solo per questioni marginali come l'uso del grembiulino o il ritorno del voto di condotta.
Ci auguriamo che le redazioni di altri programmi televisivi e giornalistici seguano il vostro esempio, invece di limitarsi a riportare le bugie del ministro Gelmini, in modo da poter aprire un dibattito sul futuro della scuola pubblica per ora completamente assente.

COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAZIONALE



Se vuoi vedere il video de "La scuola fallita"
clicca qui

domenica 14 febbraio 2010

Contro le catene della precarietà: S-cateniamoci!

Inoltrate gente! Perchè, come dice un mio caro amico,
Più siamo,meglio siamo e meglio siamo, meglio è!

Miriam

Milano, sabato 27 febbraio 2010 ore 16.00
piazza dei Mercanti / angolo palazzo della Ragione

Contro le catene della precarietà: S-cateniamoci!

I precari e le precarie della scuola invitano i docenti, i collaboratori scolastici, gli studenti, i genitori, i lavoratori e i cittadini a rompere simbolicamente le catene ...dell’indifferenza e della rassegnazione contro la precarietà del lavoro, della scuola e dei diritti.

I tagli ai fondi d'istituto infatti mettono a rischio gli stipendi e le attività scolastiche e si traducono immediatamente nella sospensione di corsi e attività didattiche e nella cancellazione di viaggi d'istruzione e progetti pedagogici.
Ed intanto i supplenti nominati dagli istituti milanesi rischiano di perdere lo stipendio! Diversi dirigenti amministrativi dichiarano infatti esplicitamente che il ministero non prevede alcuno stanziamento per questa voce di bilancio.

La scuola rischia così di precipitare nel caos, in un contesto generale di crescente disoccupazione (oltre il 10%) e di grave incertezza sociale.

Mentre in ogni istituto cresce il numero di alunni per classe e diminuisce il personale nei corridoi e nelle segreterie, i tagli del governo si abbattono adesso sulle scuole superiori con una “riforma” che di “epocale”, come la definisce il Ministro, ha solo la precarietà alla quale costringerà tutto il sistema dell’istruzione pubblica italiana:

docenti che non sanno se, dove e cosa insegneranno nei prossimi anni;
studenti che vedranno scomparire o ridursi drasticamente insegnamenti e corsi;
genitori cui viene di fatto impedito di conoscere quale istruzione riceveranno i propri figli, perché gli stessi dirigenti e le stesse segreterie degli istituti non possono prevedere le conseguenze dei tagli.

La scuola pubblica italiana avrà semplicemente meno ore, meno materie, meno insegnanti, meno personale ausiliario, giacché l’obiettivo del governo è solo quello di risparmiare sulla pelle di migliaia di giovani precari e precarie che, dopo anni di studio, di impegno e di attesa, rischiano la disoccupazione!

Quanto ancora possiamo sopportare?

S-cateniamoci contro la precarietà!
Azione Precaria Urbana


Milano, sabato 27 febbraio 2010
Piazza Mercanti / angolo Palazzo della Ragione
Incontro ore 16.00 – Performance ore 17.00


Movimento Scuola Precaria – Milano
assembleascuolaprecaria@gmail.com

Presidio Permanente USP di via Ripamonti
presidiopermanente@yahoo.it

Manifestazione dal basso in difesa della scuola pubblica. Il 13 marzo in tutte le principali piazze d'Italia.


Manifestazione dal basso in difesa della scuola pubblica. Il 13 marzo in tutte le principali piazze d'Italia.


La "riforma scolastica" attuale si è esplicata solo in un enorme taglio nei confronti dell'Istruzione nazionale. I negativi dati dei livelli di apprendimento dei nostri alunni, e le cifre della dispersione scol...astica, indicano l'esigenza di una vera riforma della scuola italiana. Da anni il sistema va avanti con circa un sesto degli insegnanti assunti a tempo determinato, per risparmiare sulle stabilizzazioni di questi lavoratori, e sicuramente questo non giova alla qualità dell'istruzione. Il numero massimo degli alunni per classe è stato portato alla incredibile cifra di 30 e l'eliminazione delle ore a disposizione nelle scuole medie, senza prevedere tutte le concrete utilizzazioni degli insegnanti durante il corso dell'anno scolastico, ha generato perdite di ore che in alcune scuole si sono attestate, solo per il primo quadrimestre, al 5% del totale. La classe docente italiana è la più anziana d'Europa, serve un ricambio, e invece viene innalzata l'età minima e massima del pensionamento e si ledono i diritti delle centinaia di migliaia di docenti precari, vincitori di concorso e scuole di specializzazione, formati dallo stesso Stato, e da anni lavoratori "precari" del sistema. Le riduzioni delle ore di cattedre e la scomparsa di alcune materie, poi, per il prossimo anno, nelle scuole superiori, porteranno alla perdita di posti di lavoro anche fra i docenti di ruolo, di ogni ordine e grado di scuola. I dati di Bankitalia, http://www.insardegna.eu/rubriche/segnalazioni/bankitalia-meglio-investire-di-piu-nell-istruzione-che-in-infrastrutture/view infine, indicano come più soldi in istruzione possano migliorare le condizioni socio-economiche del Paese, ben più che l'investimento in infrastrutture. I soldi per l'istruzione esistono e gli sprechi nazionali e locali sono lampanti e tangibili ogni giorno. L'Italia possiede il maggior numero di beni considerati patrimonio dell'umanità, una enorme ricchezza data dalle piccole realtà locali e una volta era la meta per i tour della cultura degli studenti europei. Difendiamo l'istruzione pubblica per il futuro immediato di tutti. Scendiamo in piazza il 13 marzo, insieme, genitori, studenti, insegnanti, lavoratori Ata, professori universitari, ricercatori, sindacati, politici.

Incursione
piratesca del Coordinamento durante la presentazione del libro di
Veltroni. Nell'aver ottenuto attenzione e soprattutto, nell'aver fatto
un intervento( e dunque sollevato il problema e sensibilizzato gli
astanti) abbiamo dimostrato quanto si possa fare quando gli insegnanti sono uniti
nelle loro rivendicazioni..

Vorremmo segnalare una questione importantissima relativa alla Delibera regionale n^ 41. Molti colleghi riportano un fatto interessante: alcuni dirigenti, ai fini delle assunzioni per la realizzazione dei progetti scolastici, stanno proponendo contratti a tempo determinato, invece che " contratti d'opera". A tale proposito, noi insegnanti dovremmo fare pressione affinchè non avvengano assunzioni tramite questa seconda tipologia , più prossima alla schiavitù che al lavoro costituzionalemnte riconosciuto. Chiediamo dunque ,che si rifiutino i reclutamenti che non si attengano alla tipologia contrattuale " a tempo determianto" e non offrano le annesse garanzie, stabile dal Contratto Nazionale ( malattia, maternità, ferie, permessi etc..).

Molti colleghi hanno già rifiutato alcuni ingaggi.
E' giunto il momento che la categoria dia un segnale forte e preciso.

sabato 6 febbraio 2010

Cristian Ribichesu, collega di Sassari, riporta la seguente testimonianza relativa alla sciopero del 5 febbraio:


".... Peccato che i sindacati (tutti, e io personalmente, faccia a faccia, ho criticato a vari dirigenti di vari sindacati, per mettere le cose in chiaro, l'apatia che stanno dimostrando per i lavoratori della scuola, in pi... Mostra tutto... Mostra tuttoù occasioni), che organizzavano la manifestazione, non abbiano previsto un discorso singolo per il settore scuola, magari con un rappresentante sindacale di quel settore, nonostante i numeri totali della disoccupazione in Sardegna siano, tristemente, ingrossati dai dati dei lavoratori che hanno perso il posto nella scuola. Non solo, quando abbiamo scoperto che non c'era un intervento dedicato alla scuola, abbiamo chiesto, visto che stavano chiedendo a vari lavoratori di vari settori, di poter parlare fuori dall'ordine della scaletta (ieri penso di non essermi spiegato bene in questo) e quando abbiamo detto, è questo il passaggio cruciale, che volevamo parlare per la scuola, i rappresentanti sindacali ci volevano bloccare (qui sta il passaggio cruciale, stvano facendo salire vari lavoratori per interventi del momento, ripeto, fuori scaletta, e quando abbiamo detto che volevamo parlare della disoccupazione della scuola ci hanno bloccato). Alla fine abbiamo strappato 1 minuto (ci hanno detto "vi diamo un solo minuto", esponente CGIL, con rabbia) solo dopo aver chiesto i loro nomi come responsabili, mettendo a disposizione le nostre generalità e con un responsabile della stampa che aveva già testimoniato la nostra identità e fatto notare il problema. Purtroppo non tutti i perdenti posto nella scuola sono assidui nel frequentare manifestazioni e scioperi, e per essere onesti molti sono scomparsi, ma mi chiedo il perchè. Però ieri, e lo so perchè io ho contattato persone diverse e ho percorso tutto il corteo da capo a coda, i gruppi per la scuola erano diversi, non numerosissimi ma diversi, almeno più di 200 persone, (studenti, precari Cagliari, precari Oristano, precari Sassari, gruppo Pd di Cagliari con cartelloni per la suola, CSS che manifestava anche per la scuola in Sardegna, Cip) e indipendentemente da ciò trovo inammissibile un mancato intervento programmato in scaletta (quindi neanche quelli estemporanei) per la tematica scuola (eppure nel cartellone dello sciopero c'era l'ultima riga riguardante la scuola, solo l'ultima ovviamente, e dopo la formazione professionale). Poi, davanti alla possibilità di interventi estemporanei, ripeto fuori scaletta e a richiesta, a lavoratori di vari settori, non capisco perchè impedire di parlare i lavoratori della scuola. E indubbiamente penso che anche queste cose, che si sanno da anni, tanto che io avevo già immaginato tutto, purtroppo aiutano i lavoratori perdenti posto nella scuola a demotivarsi, e non partecipare a manifestazioni, perchè si sentono inascoltati. Io critico, certo, ma lo faccio perchè vorrei che tutti, sia politici che sindacati, e mi rivolgo a tutti, si sensibilizzino per il problema scuola. Lo faccio perchè voglio l'avvicinamento ai lavoratori perdenti posto. Voglio dire, Gandhi si avvicinava alla gente, non inveiva contro. E così chiudo augurandomi che i sindacati, visto che lo sciopero era indetto da loro, si sensibilizzino ancor più per i lavoratori della scuola, anche organizzando nuove attività informative (lo scorso anno con dei colleghi stavo attivandomi per acquistare una pagina di giornale attraverso offerte volontarie, ma visto lo sfacelo di classi che stanno perdendo preziose ore di lezione, perchè sindacati e politic dell'opposizione non si impegano a comprare per più giorni pagine di giornale intere e dichiarando cosa succede ai lavoratori della scuola e ai giovani che hanno un'offerta formativa danneggiata dai tagli?"