lunedì 30 novembre 2009

noltro la risposta del Partito Democratico alle proteste del CPS sulla concomitanza dello sciopero CGIL dell' 11 Dicembre con la manifestazione del PD

noltro la risposta del Partito Democratico alle proteste del CPS sulla concomitanza dello sciopero CGIL dell' 11 Dicembre con la manifestazione del PD.

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----- Original Message -----
From: Giovanni B. Bachelet
To: Brunello Arborio
Cc: Manuela On. Ghizzoni ; Antonio Rusconi ; Luigi Rossi
Sent: Monday, November 30, 2009 4:58 AM
Subject: Re: Il CPS al Partito Democratico


Caro Arborio,

rispondo con due giorni di ritardo grazie a Manuela Ghizzoni mi segnala questo tuo email del 27 e quello di qualche ora fa di simile tenore dal titolo "Sulla manifestazione dell'11 dicembre l'ombra del PD".

Non ho capito come mai, rivolgendoti al PD, hai spedito i tuoi messaggi all'intera VII commissione della Camera. Scusandomi per il disturbo lo faccio anch'io nella mia risposta, limitandomi però ai gruppi PD e IdV in VII commissione.

Allora. Nelle ultime quattro settimane culminate con la direzione nazionale di martedí scorso la nuova macchina del PD, voluta da milioni di nostri elettori, si è messa in moto a livello nazionale e regionale.

Questo passaggio delle consegne ha assorbito gran parte delle nostre energie e non sono mancate confusione e distrazioni anche molto gravi, come quella che ci ha fatto annunciare lunedí scorso le nostre due giornate di mobilitazione per l'11 e 12 dicembre. Purtroppo nessuno di noi si è accorto in tempo della coincidenza di una delle due date, venerdí 11 dicembre, con lo sciopero generale della scuola indetto da FLC CGIL, Coordinamento Precari Scuola, USI-AIT e SISA.

Martedí il segretario mi ha nominato responsabile del Forum scuola ma ormai la manifestazione dell'11 e 12 era stata indetta; è merito di Luigi Rossi della CGIL se mi sono accorto della coincidenza in ritardo, ma solo in lieve ritardo. Grazie a Luigi.

A quel punto ho raggiunto e avvisato Bersani, scoprendo che aveva ricevuto la notizia di questa coincidenza di date anche per altre vie oltre che attraverso di me. Il problema è ora nelle mani di Bersani, che ne è ormai avvertito da qualche giorno. A me sembra difficile che il PD possa rimangiarsi la data, ma spero che il segretario ci sorprenda e ci tiri fuori da questo sfortunato impasse con qualche idea intelligente.

Infine. Non accorgersi in tempo di questa coincidenza è stata certamente, da parte nostra, un'imprudenza molto grave; fra la vostra piattaforma e la nostra ci sarà forse pure qualche legittima differenza; pensare però che il PD abbia fatto apposta a sovrapporsi alla data del vostro sciopero mi pare una cattiveria surreale. Ho passato insieme ad almeno una decina di parlamentari del PD (i piú noti erano Cesare Damiano, Furio Colombo e Rosy Bindi) qualche ora della tarda serata di giovedí seduto per terra sotto palazzo Chigi con il lavoratori dell'Eutelia non pagati da quattro mesi. Bersani ha parlato del lavoro e del lavoro precario nella sua mozione e in decine di incontri durante la campagna delle primarie, e su questo Franceschini o Marino non la vedevano diversamente.

Mi auguro che voi del CPS vogliate credermi. Conto sul vostro aiuto e sulla vostra comprensione, confido nella capacità e nella buona volontà di tutti per aggiustare insieme questo guaio nel modo migliore (a notte fonda, come vedete).

Ancora scuse e cordiali saluti,
Giovanni Bachelet
http://www.giovannibachelet.it/

venerdì 27 novembre 2009

Alla Segreteria

Alla Presidenza

Del Partito Democratico



Il Coordinamento Precari Scuola (CPS) apprende con sconcerto e con preoccupazione che gli organismi dirigenti del Partito Democratico hanno deciso di indire la manifestazione nazionale del partito per i giorni 11 e 12 dicembre p.v., in concomitanza con lo sciopero della scuola e dell’università già indetto da FLC CGIL e USI e con la manifestazione nazionale dei precari della scuola e dell’università che si svolgerà a Roma l’11 dicembre.

La decisione del Partito Democratico, se venisse confermata, provocherebbe l’inevitabile oscuramento della protesta del mondo della scuola e delle ragioni delle migliaia di precari che il governo ha deciso di lasciare senza lavoro o al massimo con il misero palliativo dei contratti di disponibilità. Questo oscuramento andrebbe a replicare la situazione già vissuta il 3 ottobre scorso, quando la Fnsi ha indetto la manifestazione sulla libertà di informazione in concomitanza con la grande manifestazione promossa in precedenza dal CPS per la stessa giornata, oscurando a livello mediatico le ragioni della scuola pubblica italiana e le condizioni gravissime del precariato in questo martoriato settore pubblico.

Il CPS sta in questi giorni profondendo energie, intelligenza, denaro derivante da autotassazioni per contribuire alla riuscita dello sciopero indetto dalla FLC CGIL e dall’USI e tutto questo impegno, animato spesso dalla forza della disperazione e dalla profonda passione civile delle migliaia di insegnanti che ancora credono nel ruolo fondamentale dell’istruzione, della formazione e della ricerca pubbliche e statali nel nostro Paese, rischia di essere mortificato dalla semplice decisione del maggior partito del centrosinistra di sovrapporsi alla manifestazione nazionale della scuola e dell’università.

Il CPS nazionale chiede dunque al Partito Democratico di spostare la propria manifestazione prevista per l’11 dicembre p.v. Un eventuale rifiuto del Partito Democratico alla nostra richiesta di spostamento sarebbe interpretata dal mondo della scuola o come segno assai grave di insensibilità del PD verso i problemi sociali dei precari e quelli politici di scuola e università o addirittura come una forma di acquiescenza del PD all’opera di smantellamento della scuola e dell’università statali e in ogni caso come una grave umiliazione inflitta a tanti iscritti alla CGIL che spesso sono anche elettori del partito democratico.

Qualora nessuna risposta venga data dal Partito Democratico nella direzione da noi auspicata di spostamento della manifestazione dell’11 dicembre, il CPS solleverà la questione su tutti gli organi di stampa locali e nazionali.

Coordinamento Precari Scuola

(CPS NAZIONALE)

mercoledì 25 novembre 2009

A PROPOSITO DEI CONTRATTI DI DISPONIBILITA'

Contratti di disponibilità: il punto della situazione dopo la conversione in legge del DL 134/09 24-11-2009 | Scuola Il Presidente della Repubblica ha promulgato oggi la legge di conversione del Dl 134/09 che sarà successivamente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.

Con la definitiva conversione in legge si determinano alcune novità rispetto al testo originario del DL 134/09.

Graduatorie prioritarie
La principale novità è legata all'ampliamento dei destinatari delle graduatorie prioritarie.

In base al Dm 82/09 avevano potuto fare domanda solo coloro che, inclusi nelle graduatorie provinciali, avevano avuto un incarico annuale o fino al termine delle attività didattiche e non l'avevano avuto quest'anno.

Con l'emendamento approvato alla Camera e confermato al Senato, potranno presentare la domanda (attraverso un nuovo bando che il Ministero si appresta ad emanare) anche coloro che abbiano svolto almeno 180 giorni di servizio nel 2008/09 ferma restando l'inclusione nelle graduatorie provinciali.

Non sono state accolte le ulteriori richieste di ampliamento della platea che avevamo presentato nel corso delle audizioni parlamentari:

1.considerare come servizio utile anche quello svolto nell'a.s. 2007/08 in modo da garantire tutele anche a chi aveva perso il lavoro già lo scorso anno;
2.allargare la platea anche agli inclusi nelle graduatorie d'istituto con i medesimi requisiti di servizio;
3.includere nella procedura anche gli educatori oltre al personale docente e ATA.
Al momento le graduatorie devono ancora essere pubblicate e quindi le supplenze temporanee vengono conferite regolarmente dalle graduatorie d'istituto.

Convenzioni con le Regioni
Anche le convenzioni con le Regioni battono il passo. Dopo il parere negativo della Conferenza Unificata non è stata possibile nessuna intesa preliminare, come da noi richiesto, che assicurasse un minimo di uniformità ad interventi che risulteranno tanto più sparsi finendo per assecondare di fatto lo spregiudicato intento divide et impera di un Governo che punta allo smantellamento del sistema pubblico di istruzione.

Disparità di finalità, risorse e tempi che coniugano alla maniera peggiore un futuro prossimo di federalismo scolastico che aumenterà le inefficienze del sistema anziché correggerle.

Convenzione con l'INPS
La tanto sbandierata convenzione con l'INPS che avrebbe garantito la possibilità di ottenere l'indennità di disoccupazione ad intermittenza rispetto ad eventuali periodi di lavoro, sembra ancora in alto mare.

Le prospettive
Rispetto ad alcune delle questioni ancora non risolte sono stati accolti dal Governo diversi ordini del giorno presentati in Senato.

In particolare si impegna il Governo a:

1.estendere anche all'anno scolastico 2011/12 le norme sulle graduatorie prioritarie;
2.estensione agli anni scolastici 2006/07 e 2007/08 dei requisiti servizio richiesti per l'accesso alle graduatorie prioritarie
Naturalmente per rendere effettivi questi impegni è necessario uno specifico provvedimento normativo.

Nel confronto con il Ministero, previsto per l'emanazione del nuovo bando, ribadiremo le nostre richieste ed in particolare sosterremo:

•la necessità di applicare le norme anche al personale educativo;
•la valutazione dei 180 giorni di servizio anche non continuativi;
•il riconoscimento del servizio, nella tipologia di posto del 2008/09, a coloro che, pur avendo i requisiti previsti dal DL 134/09 (come convertito in legge), hanno già accettato supplenze in classi di concorso/tipo di posto/profilo diversi o al personale ATA che abbia accettato una supplenza fino al 30/06 mentre l'anno precedente aveva una supplenza fino al 31/08.
Il giudizio della FLC Cgil
Si conferma l'inadeguatezza, la confusione e l'iniquità del provvedimento.

Dopo i roboanti annunci, nella sostanza il cosiddetto "salva precari" introduce soltanto una nuova graduatoria, solo per una parte del personale licenziato, da utilizzare prioritariamente (prima delle graduatorie d'istituto) per tutti i contratti stipulati dalle scuole in sostituzione del personale assente. Nessuna risorsa aggiuntiva, ma semplicemente una diversa modalità di conferimento delle supplenze brevi che le scuole avrebbero comunque dovuto assegnare, probabilmente agli stessi aspiranti, dalle graduatorie d'istituto.

Questa nuova procedura comporta, quindi, uno stravolgimento delle attuali regole, ulteriori adempimenti per i precari e per le scuole e sicuro contenzioso.

È stato definito un meccanismo di difficile gestione che non aggiunge nulla di nuovo alle attuali normative ed anzi in alcuni parti le peggiora.

C'è una confusione totale rispetto ai progetti delle Regioni che si muovono ognuna con modalità diverse, determinando diritti a geometria variabile.

Anche la convenzione con l'Inps non è un ampliamento delle risorse destinate alla disoccupazione in modo da garantire il sussidio ad una platea più ampia, ma solo una modalità diversa di corresponsione per coloro che ne hanno già diritto secondo le norme vigenti.

Per difendere e sostenere i diritti di tutti precari della scuola la FLC Cgil chiede un cambiamento radicale della politica scolastica di questo governo, il ritiro dei tagli agli organici, la restituzione all'istruzione degli 8 miliardi di tagli previsti dal piano Tremonti, un piano straordinario di stabilizzazioni per il personale precario con la copertura di tutti i posti liberi e disponibili per garantire l'occupazione, la qualità e l'unitarietà del sistema scolastico nazionale.

Questi sono gli obiettivi della campagna lanciata dalla FLC Cgil per la “liberazione dal precariato'”che abbiamo costruito e condiviso con il movimento degli studenti e dei precari e che ha accompagnato le mobilitazioni e le proteste dei lavoratori precari in tutto il paese e che sarà al primo punto della piattaforma per lo sciopero nazionale di tutti i comparti della conoscenza proclamato dalla FLC Cgil per l'11 dicembre 2009.

Roma, 24 novembre 2009

giovedì 19 novembre 2009

IL DECRETO " SALVA PRECARI" DIVENTA LEGGE.FONTE TECNICA DELLA SCUOLA

Il decreto “salva-precari” diventa legge: tutto confermato
di Alessandro Giuliani
Il Sanato approva, in un unico articolo, lo stesso testo licenziato dalla Camera un mese fa. Hanno votato a favore Pdl e Lega; contrari Pd e Idv; mentre Udc e Svp si sono astenuti. Si blocca così sul nascere l’opera del commissario ad acta, voluto dal Tar del Lazio, per verificare l’inserimento a “pettine” dei precari: dovranno attendere fino al 2011.
Nessuna modifica: approvando in toto il testo approvato dalla Camera lo scorso 20 ottobre, il Senato, con 137 voti a favore, 113 i contrari e 7 astenuti, ha convertito in legge il decreto 134/09. Che ha così efficacia immediata, già dall’attuale anno scolastico.
Hanno votato a favore Pdl e Lega. Contrari Pd e Idv, convinti che, nonostante sia stato ribattezzato “salva-precari”, il provvedimento di fatto produce effetti opposti. Udc e Svp si sono astenuti.
Anche per motivi tecnici, legati ai pochi giorni a disposizione (il 24 novembre il provvedimento sarebbe automaticamente decaduto), il testo approvato dall’aula del Senato - riassunto nell’unico articolo “Disposizioni urgenti per garantire la continuità del servizio scolastico per l'anno 2009/2010” - è identico a quello dalla Camera: i circa cento emendamenti, presentati da opposizione, ma anche da alcuni esponenti “autorevoli” in seno alle Commissioni parlamentari, sono stati tutti bocciati.
Tra le modifiche più discusse passa quindi la conferma, fino al 2011, del regolamento, introdotto lo scorso aprile, delle graduatorie dei precari con il sistema delle “code” su tre province in sostituzione di quello tradizionale a “pettine”. Poi, tra due anni, tornerà in vigore la possibilità, come avveniva fino al 2007, di spostarsi solo su una seconda provincia ma rispettando l’effettivo punteggio acquisito. Si blocca così quasi sul nascere la verifica, presso gli Uffici scolastici provinciali, del commissario ad acta, Luciano Cannerozzi De Grazia, disposta dal Tar del Lazio, che da alcuni giorni aveva cominciato a verificare se gli uffici periferici del Miur avevano effettivamente inserito a “pettine” i precari vincitori dei ricorsi (in prevalenza condotti dai legali dell’Anief) sulle tre province prescelte.
Tra le novità introdotte definitivamente dal decreto c’è poi quella, chiesta da più parti, che non permetterà più ai candidati privatisti agli esami di maturità di avere ‘sconti’: già dal 2010 per accedere alle prove finali del quinto anno i privatisti dovranno infatti sostenere un esame preliminare sulle materie previste dal piano di studi del quinto superiore. L’esame non fa eccezioni: anche chi risulta in possesso della promozione all'ultimo anno dovrà sottoporsi all’esame. Tra le altre novità che coinvolgeranno circa 18.000 precari c’è quella dell’accesso agli ammortizzatori sociali (per un massimo di 8 mesi) i tutti quelli che hanno svolto supplenze per almeno 180 giorni nello scorso anno scolastico ed anche attraverso la loro candidatura nelle graduatorie d’istituto. Oltre all’indennità, già da quest’anno avranno la precedenza assoluta (nei distretti prescelti) in caso di necessità da parte delle scuole per lo svolgimento di supplenze brevi derivanti da assenze temporanee dei docenti titolari.
Spazio poi alla “sanatoria” per l’ultimo concorso svolto dagli aspiranti presidi siciliani (non avrà così efficacia l’annullamento previsto con il decreto 140/2008) e la per una seconda verifica, ad opera di una doversa commissione medico-legale, della necessità di assistere in via esclusiva persone invalide ed alla base delle precedenze per l’assegnazione dei trasferimenti.
Soddisfazione da parte del ministro Gelmini: "il Parlamento ha dimostrato una grande sensibilità", ed è "un segnale importante", poichè "la maggioranza prosegue sulla strada delle riforme". Il responsabile del Miur ha anche ringraziato "il Parlamento che ha dimostrato una grande sensibilità sul tema dei precari della scuola: si tratta di un segnale importante perché i provvedimenti presi sono finalizzati a garantire il regolare svolgimento dell`anno scolastico e ad assicurare la continuità didattica".
Amaro il commento dell’opposizione. "Sarebbe stato sufficiente applicare il piano di assunzione triennale previsto nella Finanziaria del 2007 del Governo Prodi – ha detto il senatore del Pd Antonio Rusconi, capogruppo in commissione Istruzione – invece questo decreto non è altro che la piena applicazione dell'articolo 64 della legge 133 del 2008, la norma che prevede tagli per 8 miliardi nella scuola italiana".
Anche per il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia, la decisione di approvare il testo "è figlia del decreto taglia spese fortemente voluto dal ministro Tremonti". Per il senatore si tratta di un "provvedimento tampone che trasforma i precari in cassa integrati. Di fronte a tanta irresponsabilità la nostra astensione vuole essere un modo per stare vicino ai precari della scuola – ha concluso D'Alia - che sono tali non per demerito ma a causa delle scelte politiche dei governi che si sono succeduti dal 99 ad oggi".
18/11/2009

domenica 15 novembre 2009

ASSEMBLEA CPS

Nonostante tutto e tutti, noi proseguiamo la nostra battaglia. Mai domiti, mai azzittiti, mai convinti che esita un ordine naturale per il quale le cose vadano come vanno. Amareggiati, ma non scalfiti dall'indifferenza altrui, dal calcolo politico, dalla meschinità corrente, ci ritroveremo ancora insieme per darci una possibilità!

Assemblea Precari Oristano
Ora:martedì 17 novembre 2009 18.00.00
Luogo:EPT

giovedì 12 novembre 2009

INTERROGAZIONE DI ANTONIO SOLINAS CONSIGLIERE REGIONALE REGIONE SARDEGNA

INTERVENTI IN FAVORE DELLA SCUOLA, "INSUFFICIENTI ED INADEGUATI" - ANTONIO SOLINAS PRESENTA UN'INTERROGAZIONE



Il sottoscritto,

Premesso che con deliberazione n° 41/9 dell’8 settembre 2009, la Giunta regionale ha deciso di finanziare, a favore delle scuole pubbliche di ogni ordine e grado della Sardegna, con 20 milioni di euro, interventi “a sostegno dell’Autonomia organizzativa e didattica, per migliorare la qualità dell’intervento”
Evidenziato che nella stessa delibera si richiama l’accordo con il Ministro della Istruzione, dell’Università e Ricerca, “volto a potenziare l’offerta formativa isolana, attraverso l’allungamento del tempo scuola, il rafforzamento delle attività integrative e dell’orario curriculare per il quale il Consiglio Regionale ne ha chiesto la rivisitazione”.
Richiamato che la Giunta ha stabilito che per realizzare le iniziative programmate, le autonomie scolastiche dovranno ricorrere in via prioritaria all’utilizzo di personale docente ed amministrativo, tecnico ed ausiliario, precario;
Appreso:
- Che l’attuazione del provvedimento sta presentando notevoli problematiche, di tipo amministrativo e procedurale, che ne mettono seriamente in discussione la sua realizzazione;
- Che in numerose scuole dell’isola i collegi dei docenti stanno manifestando forti riserve in merito al provvedimento, arrivando, in alcuni casi, a decidere di non avvalersene, ritenendolo del tutto inadatto a raggiungere gli obiettivi posti, ed in particolare il contrasto della dispersione scolastica, l’elevamento dei tassi di successo scolastico, il miglioramento dei livelli di apprendimento, la piena integrazione scolastica degli alunni, il miglioramento delle relazioni con il contesto sociale;
- Che gli stessi precari, attraverso i loro coordinamenti ufficiali, hanno esposto con chiarezza la propria contrarietà allo strumento adottato, ritenendolo del tutto insufficiente rispetto alla gravità delle questioni poste in questi mesi, dopo i drammatici tagli subiti dalla scuola in Sardegna;

Interroga il Presidente della Regione e l’Assessore della Pubblica Istruzione per conoscere:

1) Quali iniziative la Regione ha intenzione di intraprendere al fine di garantire un reale e forte sostegno a vantaggio dei lavoratori precari della scuola, attraverso la difesa del sistema scolastico isolano e la sopravvivenza della scuola anche nelle aree più marginali dell’isola, risultato che può essere conseguito solo con l’apertura di un tavolo di confronto e contrattazione con il Governo nazionale, teso al riconoscimento delle specificità della realtà isolana;
2) Se non si ritenga, alla luce delle osservazioni avanzate in premessa, di dover tornare sul provvedimento preso, recuperando, per il raggiungimento degli obiettivi posti nella delibera regionale, le positive esperienze prodotte dalla attuazione degli interventi a sostegno della autonomia scolastica seguita alle delibere della giunta regionale n. 47 del 2007 e n. 51 del 2008

martedì 10 novembre 2009

unione sarda del 9/11/2009

Gonnoscodina. Il vicesindaco: Comuni uniti per salvare gli istituti
«Le scuole non si toccano»Lunedì 09 novembre 2009
«Sindaci e colleghi amministratori e dirigenti scolastici. Salviamo insieme la scuola in Marmilla». Non solo. «Per questo riuniamoci presto per riorganizzare la rete scolastica nel territorio». L'accorato appello è stato lanciato dal vicesindaco di Gonnoscodina Palmiro Pilloni in una lettera indirizzata al presidente dell'Unione dei Comuni dell'Alta Marmilla Franceschino Serra ed ai dirigenti degli istituti comprensivi di Ales e Senis. A preoccupare Pilloni sono il piano del ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini, che ha riconfermato i tagli anche per il prossimo anno scolastico: «Un ulteriore innalzamento del rapporto alunni/classi, la determinazione degli organici della scuola primaria con il solo orario obbligatorio, la riduzione degli insegnanti specialisti della lingua inglese nella primaria, la revisione dell'organizzazione e dell'orario del tempo prolungato nelle scuola secondaria di primo grado - ha ricordato il vicesindaco - con una conseguente chiusura di numerose scuole di ogni ordine e grado. Tale situazione coinvolgerà soprattutto le zone interne dell'Isola, già colpite dal piano Gelmini nell'anno scolastico in corso».
Pilloni ha annunciato: «Se non ci si muoverà per tempo, ci sarà un'ecatombe nella scuola pubblica in tutta l'Alta Marmilla». Ed ha quindi spiegato: «L'ulteriore innalzamento del rapporto alunni classe dello 0,10 per cento, produrrà la chiusura della maggior parte dei plessi». Dunque il messaggio è chiaro: occorre riorganizzare la rete scolastica se si vuole evitare la chiusura di altre scuole.
Lo ha rimarcato il vicesindaco ai colleghi amministratori: «Questo dovrà avvenire con la capacità di uscire dall'interesse individuale di ogni singolo Comune, sovrapponendo ad esso l'interesse generale di tutto il territorio». Pilloni ha inoltre aggiunto: «Bisognerà saper rispondere ad alcuni criteri essenziali, come locali scolastici idonei e funzionali per una didattica a tutto campo, una rete di trasporti efficienti evitando lunghi spostamenti soprattutto per la scuola dell'infanzia». Da qui l'invito dell'amministratore: «È necessario programmare con urgenza una prossima assemblea dei sindaci con un ordine del giorno che riguardi la riorganizzazione della rete scolastica nel territorio, coinvolgendo per una migliore strategia», conclude Pilloni, «anche i dirigenti scolastici interessati».
ANTONIO PINTORI

lunedì 9 novembre 2009

Appello per il 17 Novembre Giornata Nazionale per il diritto allo studio

Appello per il 17 NovembreGiornata Nazionale per il diritto allo studioLo
scorso autunno gli studenti, i precari e tutto il mondo dell'istruzione
sono scesi in piazza per lottare contro lo smantellamento della scuola
pubblica italiana ad opera del Governo Berlusconi. Oggi le
ripercussioni dei disastri firmati Gelmini inizi...ano a farsi sentire a
tutti i livelli.Nelle scuole medie superiori è in arrivo il
disegno di legge Aprea che prevede l'ingresso dei privati nei Consigli
d'Istituto e stravolge il sistema scolastico nazionale attuale. Gli
studenti dopo aver assistito allo snaturamento della scuola primaria
nel suo ruolo formativo saranno dunque vittime di un ulteriore
indebolimento della funzione pubblica e democratica della scuola.Nello
stesso tempo il precariato continua ad essere il denominatore comune
tanto della scuola quanto dell'Università. Per la scuola si pensi ai
migliaia di licenziamenti fra docenti e personale ATA di quest'anno,
all'introduzione di nuovi rapporti di lavoro come “il contratto di
disponibilità” e alla totale mancanza di prospettiva formativa per i
docenti di terza fascia.Per l'Università la nuova Riforma votata in
Consiglio dei Ministri ci restituisce un quadro complessivo
estremamente drammatico che va in direzione di un aumento
dell'instabilità lavorativa dei giovani ricercatori.L'Onda
esplosa l'anno scorso per i tagli della legge 133 deve riprendere
poiché solo in Sardegna tra tagli, ripartizione dei fondi su base
“meritocratica” e requisiti minimi previsti dalla Riforma avremo una
drastica riduzione delle possibilità di accesso all'Università e una
riduzione consistente dell'offerta formativa.Serve opporsi a questa
degenerazione che vuole il sapere subordinato al mercato, serve
rivendicare il diritto di tutte e tutti per un accesso libero e
democratico all'istruzione e alla formazione continua, la data del 17
Novembre è da molti anni la giornata simbolica per la rivendicazione e
la difesa del diritto allo studio quest'anno deve diventare per noi la
giornata per la difesa della scuola e dell'Università Sarda.Per
questo è indispensabile dar vita a un comitato che organizzi
nell'intero territorio regionale diverse manifestazioni e che raccolga
le adesioni a partire da quest'appello di tutte le organizzazioni che
hanno a cuore il futuro del sistema formativo sardo.per inviare la propria adesione: 17novembresardegna@gmail.comhttp://17novembresardegna.blogspot.com/http://www.facebook.com/group.php?gid=166331692881&ref=nf

domenica 8 novembre 2009

ASSEMBLEA CPS e TAVOLO TECNICO



Gli incontri del CPS


Assemblea CPS
martedì 10 novembre 2009 ore 18 presso i locali dell'EPT, Piazza Eleonora

Tavolo Tecnico
giovedì 12 novembre ore 17.00 presso il locali dell'EPT, Piazza Eleonora

venerdì 6 novembre 2009

VOLANTINO COBAS SU SUPPLENZE

IL MIUR DA’RAGIONE AI COBAS:ALLE MEDIE E ALLE SUPERIORI SI POSSONO NOMINARE SUPPLENTI PER ASSENZE INFERIORI A 15 GIORNI!!!La Nota del MIUR n° 14991 del 6 Ottobre inviata agli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali (che dovranno provvedere a portarla a conoscenza dei Dirigenti scolastici), in merito alle supplenze brevi del personale docente per le quali la normativa attuale ( art. 22 della Finanziaria 449/2001) fissa in più di 15 giorni il periododi assenza per nominare il supplente, oltre a ribadire che la normativa stessa prevede che la sostituzione di docenti assenti fino ad un massimo di 15 giorni, debba avvenire utilizzando:a) il personale a disposizione fino al completamento alle 18 ore; b) attribuendo a docenti in servizio ore aggiuntive (fino ad un massimo di 24 ore complessive), avendo ovviamente acquisito la disponibilità del docente a tale orario aggiuntivo,afferma che:"in tutti i casi in cui le suddette soluzioni normative non si rivelano idonee a sopperire alla sostituzione dei docenti assenti, al fine primario di non incorrere in una sospensione della didattica nei riguardi degli allievi interessati, i dirigenti scolastici possono provvedere, per periodi di assenza anche inferioria 15 giorni, alla nomina di personale supplente temporaneo".Con questa nota, viene quindi sancito che la sostituzione del personale docente assente fino a 15 giorni deve avvenire:1°) Con docenti in servizio (e quindi va assolutamente escluso il ricorso alla prassi illegittima e lesiva dei diritti degli studenti e dei lavoratori della scuola di risolvere il problema suddividendo gli studenti in altre classi o facendoli “sorvegliare” dai collaboratori scolastici o postcipando l’entrata e anticipando l’uscita delle classi) ; 2°) Nominando subito personale supplente nel caso in cui con il personale in servizio non si riescano a coprire le ore di assenza, indipendentemente dalla durata dell’assenza.Tra l’altro la dizione “per periodi di assenza anche inferiori a 15 giorni”, fa sì che si possano nominare supplenti anche per un giorno solo di assenza !!Aggiungiamo inoltre che i D.S. per non nominare i supplenti, non possono neanche più appellarsi alla“mancanza di fondi appositi”. Infatti nella Nota MIUR n° 3545 del 29-4-2009, in risposta a quesiti relativi allapossibilità di conferire supplenze brevi anche in caso di esaurimento dei fondi appositi, viene detto che: “ferma restando l’esigenza di contenere il conferimento delle supplenze nella misura del possibile, va comunque assicurato l’ordinato svolgimento delle attività di istruzione, di formazione, di orientamento, giacchè ildiritto allo studio va in ogni caso garantito”.Insomma: i D.S. si devono adoperare al massimo per coprire le assenze brevi con il personale in servizio(utilizzando tutte le ore a disposizione, ma soprattutto, visto che queste sono ormai scomparse,convincendo colleghi/e a dare la completa disponibilità delle ore oltre le 18 ); se però non ci riescono, (cosa che noi auspichiamo) devono conferire le supplenze anche se hanno finito i relativi fondi.Tutto ciò è indubbiamente una vittoria di chi, come i COBAS, si è sempre battuto perché i supplenti venissero nominati per assenze di pochi giorni, appellandosi anche ad una importante sentenza della Cortedei Conti Sez. III Centrale d’Appello ( Sent. 59/2004) la quale stabiliva che “per garantire la regolare prosecuzione dell’attività didattica senza interruzioni o, comunque, alterazioni di qualsiasi natura “, è legittimo conferire supplenze anche per periodi inferiori a quelli stabiliti( più di 15 giorni) dalla Finanziaria449/2001.

lunedì 2 novembre 2009

ASSEMBLEA PERSONALE DELLA SCUOLA


Assemblea Coordinamento Precari Scuola Oristano

Martedì 3 Novembre alle ore 18.00 presso i locali dell'IDV, via Tharros

O.d.G:
- Resoconto del Tavolo Tecnico
- Assemblee cittadine
- Mozioni da proporre ai collegi docenti
- 6 Novembre Sit-in nazionale dei CPS
- Libro Bianco
- Incontro con Pancho Pardi

Un caro saluto

COMUNICATO STAMPA DEL SIT-IN CPS DEL 6 NOVEMBRE DAVANTI ALLE SEDI REGIONALI RAI

COMUNICATO STAMPA DEL SIT-IN CPS DEL 6 NOVEMBRE DAVANTI ALLE SEDI REGIONALI RAI
Il CPS Coordinamento Precari Scuola indice per venerdì 6 novembre un sit-in contemporaneo in tutta Italia davanti alle sedi regionali della RAI per protestare contro l’oscuramento mediatico di cui siamo stati vittime.
Da più di un anno, i precari di tutta Italia si sono mobilitati per protestare contro i tagli all’istruzione. In realtà, la nostra lotta per la difesa della scuola pubblica statale e del nostro posto di lavoro dura da più di un anno, da quando, cioè, si è palesato il progetto del governo di smantellare il sistema pubblico di istruzione, formazione e ricerca. Lo scempio che ora è sotto gli occhi di tutti era prevedibile fin da allora, da quando, con la Legge 133, si è ha deciso di tagliare 8 miliardi di euro alla scuola, con conseguente riduzione dell’organico di 87.000 docenti e 43.000 ATA in tre anni. Il destino di noi precari, da allora, è segnato: una parte consistente di noi verrà estromessa definitivamente dal mondo della scuola.
La drammaticità della nostra situazione, però, è stata taciuta dai mezzi di informazione. Per rompere il muro di silenzio che per lungo tempo ha circondato le nostre mobilitazioni, abbiamo dovuto mettere in atto le forme più eclatanti di protesta, dalle occupazioni dei provveditorati ai presìdi permanenti, dagli incatenamenti agli scioperi della fame. Siamo dovuti ricorrere a forme di mobilitazione ad alto impatto mediatico, per avere i riflettori puntati su di noi per qualche giorno. Ma, passati i momenti più “caldi”, è calato nuovamente il sipario sul precariato scolastico. Persino la nostra manifestazione nazionale del 3 ottobre, salvo rare eccezioni, è passata sotto silenzio ed è stata completamente oscurata proprio dalla manifestazione per la libertà d’informazione. Certo, non sono mancate interviste, foto, riprese, ma di tutto questo materiale ben poco è stato effettivamente mandato in onda dalle televisioni o pubblicato sui giornali.Se si è parlato di scuola, lo si è fatto per lo più facendo sentire una sola campana, quella del governo e del ministro dell’istruzione, che mistificano la realtà e presentano come provvidenziali provvedimenti che in realtà distruggono la scuola.
Se i mezzi d’informazione si occupassero di come la scuola primaria sta vivendo il primo anno con il maestro unico e di quali scenari si prospettano con i nuovi Licei e i nuovi istituti Tecnici e professionali, con inchieste ed analisi precise, raccontando ciò che veramente sta accadendo, dietro i grembiulini, il voto in condotta e il “salvaprecari”, non avremmo bisogno di salire sui tetti o di metterci in mutande davanti ai provveditorati.
Chiediamo, dunque, alla stampa e ai mezzi d’informazione di raccontare il paese reale, non quello delle “escort” e dei festini, ma quello delle lotte sociali e delle mobilitazioni dei lavoratori. Noi continueremo la nostra battaglia per il ritiro dei tagli, per la difesa del diritto al lavoro e del diritto allo studio sanciti dalla Costituzione, e lo faremo mettendo in campo tutte le forme di mobilitazione che riterremo opportune. Chiediamo dunque che, diversamente da quanto accaduto sino ad ora, i mezzi d’informazione diano adeguato spazio alla voce dei precari ed invitiamo ad aderire e partecipare al sit-in non solo il mondo della scuola, ma anche la società civile e tutte quelle forze che hanno a cuore la difesa della democrazia, della Costituzione e della scuola pubblica statale. La scuola pubblica statale è un patrimonio inestimabile di tutta la società e costituisce, forse, l’ultimo baluardo di democrazia nel nostro paese. La sua difesa, pertanto, è interesse di tutti, non solo dei precari, ed è per questo che i media hanno il dovere di informare.

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domenica 1 novembre 2009

ISTITUTO AGRARIO E ALBERGHIERO: STUDENTI E DOCENTI TRA MILLE DIFFICOLTA'

Istituto agrario e alberghiero, studenti e docenti tra mille disagiSabato 31 ottobre 2009
D ai trasporti alla carenza dei locali fino alla mancanza di una palestra. Una lista nera che diventa quasi un atto d'accusa del collegio dei docenti dell'Istituto agrario e alberghiero di Nuraxinieddu all'indirizzo della Provincia.
Da tempo si lamentano una serie di disagi, qualche settimana fa erano stati gli studenti ospiti del convitto a farsi sentire. Ora sono gli insegnanti a suonare l'allarme per una situazione che causa disagi soprattutto agli studenti. «Gli alunni convittori - si legge nel documento - affrontano continui disagi per la mancanza di un mezzo che li porti da Nuraxinieddu a Oristano nelle succursali di via Carducci e dell'istituto tecnico Sergio Atzeni». Ancora si evidenzia la mancanza di un bus navetta che consenta agli studenti dell'alberghiero (ospitati in otto aule dell'istituto Atzeni) di spostarsi in via Carducci per le esercitazioni di laboratorio di cucina, sala-bar e ricevimento. Eppure, negli anni scorsi «la Provincia ha provveduto con fondi propri al trasporto degli alunni - si legge, - non si capisce perché quest'anno non sia possibile seguire la stessa strada». Inoltre mancano anche aule e laboratori. «La ristrutturazione dei locali di via Carducci non è stata avviata e buona parte dell'edificio è ancora chiuso». La realizzazione del laboratorio di chimica a Nuraxinieddu è bloccata da anni. «I lavori, iniziati da tempo, non si sono mai conclusi», fanno notare gli insegnanti.
Infine, la palestra. «È in fase di realizzazione quella nella sede di Nuraxinieddu - sottolineano, - ma mancano spazi adatti per l'educazione fisica per gli alunni della succursale di via Carducci». Per il dirigente scolastico Nella Manca e il collegio docenti le risposte avute finora dalla Provincia sono state «interlocutorie e non emerge la volontà politica di trovare soluzioni nell'immediato». ( v. p. )

TETI: SANTA ALLEANZA CON TIANA PER NON FAR MORIRE LA SCUOLA

Teti. Materne, elementari e medie in un unico plesso
Santa alleanza con Tiana per non far morire la scuolaSabato 31 ottobre 2009
I genitori dei due centri si già sono espressi a favore. L'accorpamento delle scuole potrebbe risolvere il problema.
P ur di non perdere la presenza della scuola molti piccoli centri delle zone interne stanno valutando l'opportunità di unire le forze e creare istituti di territorio: elementari in un plesso, medie e materne nel plesso abbinato. È il caso di Teti, che rischia di vedersi portar via elementari e materna e di Tiana dove la scuola media è stata cancellata già da tempo.
Il diritto allo studio, per i centri più piccoli della provincia risulta solo dalla carta costituzionale. come sostiene Teti, con una scuola elementare ridotta a due pluriclassi con i bambini di prima, seconda e terza da una parte e quelli di quarta e quinta dall'altra affidati a tre insegnanti titolari. Fra le insegnanti inoltre ce n'è una che, fin dai primi giorni dell'anno scolastico, è costretta ad assentarsi per malattia e viene sostituita da una supplente. Purtroppo la titolare non è in grado di rientrare e la dirigente dell'Istituto comprensivo di Tonara, da cui Teti dipende, è nell'impossibilità di far proseguire la supplenza poiché non dispone dei soldi necessari. Alla segreteria della scuola confermano che i fondi per le supplenze «sono esauriti già dallo scorso giugno tanto che per il personale finora nominato sono stati richiesti finanziamenti straordinari, che non è detto vengano concessi dal ministero della Pubblica istruzione dal momento che, per l'anno in corso, le spese per la scuola sono state ridotte di un terzo».
Da una parte quindi gli insegnanti precari che non trovano lavoro neppure quando, come nel caso di Teti, vi è la necessità e dall'altra i dirigenti scolastici costretti a fare i salti mortali, rischiando di pagare di persona, per tenere in piedi la baracca. Da qui la necessità di trovare, se non imporre, la disponibilità degli insegnanti titolari presenti per coprire i buchi, didattici, dei colleghi assenti. «Intanto le attività programmate e la cosiddetta offerta formativa vanno a farsi benedire - osservano i genitori dei bambini -. Siamo preoccupati perché si sta trasformando la scuola in parcheggio e riducendo il ruolo degli insegnanti a quello di badanti». Al di là della situazione contingente che, a parere delle insegnanti di Teti, potrebbe risolversi a breve con la nomina della sospirata supplente, resta il fatto di trovare una soluzione definitiva, mirata a mettere al riparo dal pericolo che la scuola venga sacrificata in quanto non rispetterebbe i parametri previsti dalla riforma Gelmini.
L'idea di unire Teti con Tiana, distanti meno di cinque chilometri, sembra l'ipotesi più concreta. I genitori di Teti si sarebbero già incontrati e avrebbero espresso il proprio consenso perché le elementari dei due plessi operino a Tiana e le medie e la materna a Teti. «Togliere la presenza di una scuola - dicono - significa strappare l'anima alla comunità condannandola a morte lenta».
ATTILIO LOCHE