lunedì 10 ottobre 2011

15 OTTOBRE - United for global change


Il Coordinamento precari scuola Oristano promuove e aderisce all'iniziativa del 15 ottobre, giorno in cui i popoli d'Europa grideranno il proprio dissenso verso il massacro sociale operato dagli Stati UE in nome di un debito provocato dai potentati economici-finanziari e pagato dai lavorat*, precar*, student*,disoccupat* e dalle famiglie.


SALVIAMO LE SCUOLE E NON LE BANCHE.
Il nostro motto si unirà a quello di tante altre vertenze sarde che troveranno voce SABATO 15 OTTOBRE A ORISTANO secondo il seguente programma:


- Ore 9.30 P.zza Roma MANIFESTAZIONE STUDENTESCA
- Ore 16.00 P.zza Elenora PRESIDIO - DIBATTITI - WORKSHOP

Raccomandiamo la massima diffusione dell'evento e una sentita partecipazione.

CPS ORISTANO



NOI IL DEBITO NON LO PAGHIAMO

“Noi il debito non lo paghiamo”; a Roma, Rejkiavik, Londra, Atene, Madrid, New York, Tel Aviv, Berlino, questa parola d’ordine ha assunto una forma molto chiara: “L’assemblea nazionale respinge qualunque ipotesi di alternanza di Governance della crisi del capitalismo; … smaschera i responsabili della crisi e agisce contro i loro simboli, riconquistando la sovranità ed esercitando nuove forme di appropriazione di reddito e di vita”.
Si è aperto il tempo dell’indignazione, e tutti noi ne siamo l’assemblea nazionale. La nostra isola è già da tempo questa coscienza in marcia da quando operai, contadini, pastori, lavoratori precari, giovani, hanno sentito questa necessità nei propri destini; come a Sintagma o a Puerta del Sol la china discendente della borsa e la china ascendente del debito misurano loro malgrado un sentimento comune, la ribellione emergente ovunque in quello che hanno tenuto finora come il loro titolo oscuro, il popolo.
Quella che con troppa gentilezza è stata chiamata finora “l’indignazione” sta assumendo questa dimensione di massa per il traboccamento intollerabile della “indegnità”; dietro l’indegnità oggi a noi più manifesta, quella di un capo di governo corruttore, irresponsabile e bugiardo, vi è l’indegnità di tutto un ceto politico che in forza dei propri privilegi esercita il mandato costituzionale con indegnità e disonore; ma dietro a questo velo servizievole della casta politica vi è la grande religione mondiale del libero mercato, della speculazione internazionale e delle banche.
I profeti di questa tragica situazione esordirono quando stava nascendo quella che oggi è la generazione senza domani da essi tenuta a battesimo; ridussero tutti i comandamenti a uno solo: “Arricchitevi” (Deng Siao Ping); “Tutto ciò che non è vietato è permesso” (Ronald Reagan); “Esistono gli individui, la società non esiste” (Margaret Tatcher). Wall Street, il Fondo Monetario, la Banca Centrale Europea, e quindi le banche d’affari, gli artifici sul rating, la rottura delle dighe sul debito sovrano e infine le difficoltà di vita per la generalità dei cittadini, o la riduzione stessa della vita all’ avvilimento e alla paura, questo è il prodotto storico di quella dottrina e delle sue conseguenti decisioni.
Essa non ha mondializzato il mercato, o il lavoro, o il profitto, o il capitale; ha mondializzato il crimine, la speculazione, il superprofitto ed il debito, cioè l’esatto contrario di quanto diceva di assicurare. Ha pervertito la democrazia, riducendola in una farsa senza fine tra sedicenti liberali e sedicenti riformisti; ha oltraggiato le costituzioni, nate sulla prova inumana di guerre estreme; ha sottratto il futuro ai giovani e i giovani al futuro, solo per tenere il futuro rigidamente per sé e i giovani per nessuno, come un eterno presente senza uomo, dispiegato sotto l’onnipotenza delle transazioni finanziarie.
Come è chiaro i primi a cadere nel cappio sono i debitori più deboli e più ricattabili; per questo dopo la Grecia la tenaglia si stringerà ancor più sull’Italia, e ogni giro di vite sarà accompagnato da prediche politiche sulla “necessità”: la necessità che i cittadini paghino ancora la speculazione per avere un altro giorno di respiro, che i lavoratori paghino ancora il superprofitto per un altro giorno di precarietà, e ovviamente che la colonia interna ceda quanto ancora le rimane di territorio e di vita.
Non sappiamo quanti modi vi siano per neutralizzare questo mostro; prima di colpirlo al cuore è infatti necessario recidere tutti i tentacoli che stanno stritolando l’economia mondiale, la sostenibilità ambientale e le nostre esistenze; ma alcune cose sappiamo: il debito va pagato dal sovraprofitto e dalla speculazione, cioè da tutti i responsabili e i beneficiari diretti di esso; vanno chiusi immediatamente i canali della spesa militare; va sciolto il grumo castale che ha spalancato le porte alla corruzione e ha chiuso ai cittadini l’accesso alla democrazia.


Coordinamento 15 Ottobre Oristano