martedì 5 ottobre 2010

Riflessioni a seguito del Consiglio Provinciale del 4 ottobre 2010


In questo momento così difficile per l’istituzione scolastica e per il suo personale, le rappresentanze politiche locali dovrebbero assumersi un onere particolarmente alto, importante, cruciale e delicato. Avendo la possibilità di osservare direttamente i nefasti esiti di nefaste decisioni, avendo l’opportunità di parlare con i diretti interessati, ossia con coloro che pagano a tutto tondo gli effetti delle congiunture economiche e le scelte dei loro governi, dovrebbero farsi carico di questo malessere amplificandolo coraggiosamente. In realtà molti degli amministratori locali hanno deciso di ridursi a controllori dell’ordine imposto e a replicanti di una dialettica politica priva di contenuti perché volutamente cieca al cospetto dell’effettiva realtà. Di ciò ne abbiamo avuto prova lunedì 4 ottobre, ossia quando il Presidente della giunta provinciale oristanese De Seneen ha preso parola.Non solo il Presidente ha dimostrato di conoscere superficialmente la situazione relativa all’erogazione del servizio scolastico nella nostra provincia, ma ha inoltre manifestato un atteggiamento di sufficienza e dunque di spregio nei confronti dei tanti lavoratori precari e neodisoccupati oggetto dei tagli all’istruzione. L’oltraggioso intervento lo si può riassumere in quattro punti proposti come eventuali emendamenti all’odg presentato dal consigliere Roberto Scema:

- l’obsoleta ( n.d.a.) formula “ difesa del diritto al lavoro” sarebbe dovuta essere sostituita da una espressione più consona ai tempi, ovvero “ una possibile tutela dei lavoratori”;
- La sottovalutazione del problema “istruzione pubblica” è stata più volta espressa mediante espressioni infelici che hanno ora equiparato la vertenza scuola a quella del “pecorino sardo” (massimo rispetto alla vertenza casearia, ma il confronto è decisamente fuori luogo) ora evocato costantemente l’assenza di soggetti privati capaci di risollevare le sorti finanziarie sia della scuola sia dell’università (la parola “statale” evidentemente non suggerisce niente;
- Il totale dissenso verso il punto della mozione relativo alla revoca dei tagli che, considerati necessari, devono essere riformulati;
- Essendoci nella nostra provincia il problema inverso al sovraffollamento delle classi, i comuni dovrebbero cessare di agevolare gli studenti pendolari affinchè questi frequentino i punti di erogazione prossimi al proprio paese d’origine (cuius regio eius religio!). Probabilmente il Presidente De Seneen con grande onestà intellettuale (di questo ne diamo atto), ha solo dato voce a un pensiero diffuso nella sua maggioranza, forse mettendo in imbarazzo i suoi stessi consiglieri animati dai migliori propositi e forse ignari che i tagli all’istruzione sono stati voluti ed effettuati dalla loro stessa coalizione. E’ palese la profonda offesa al diritto al lavoro e all’istruzione, consumatasi in ragionamenti poco calzanti e pressappochisti che semplificano una questione non solo complessa, ma di vitale importanza per un territorio come il nostro.Il fatto che il consiglio abbia votato all’unanimità l’odg emendato è di scarso conforto in quanto frutto non di una profonda convinzione politica e culturale, ma di un mero calcolo che ha consentito a questa maggioranza di non andare sotto al momento del voto in aula. La scuola pubblica statale, l’istruzione intesa come valore fondante, i lavoratori del settore sono aspetti che si difendono solo se veramente si condividono i valori e i contenuti che ne derivano. In caso contrario, ogni parola detta e pronunciata è l’ennesimo schiaffo alla dignità di chi in questo momento sta difendendo sia il diritto all’istruzione sia il diritto al lavoro.