mercoledì 30 settembre 2009

Raccolta firme- Mercato Civico- Piazza Roma Sabato 3 ottobre 2009 9.30./21


Il diritto allo studio è un diritto fondamentale a cui la Sardegna non vuole e non può rinunciare.

Lettera aperta alla Cittadinanza, alle Famiglie, agli Studenti, ai Docenti, ai Dirigenti Scolastici, alle Amministrazioni ed Enti Locali.

Come docenti e personale ATA di ogni ordine e grado che vivono ogni giorno il disagio e il malessere di un sistema scolastico sempre meno al centro di una politica d’investimenti e sempre più soggetto ad una scellerata razionalizzazione, sentiamo il bisogno di rivolgerci a Voi tutti, cittadini e amministratori delle nostre comunità, affinché possa nascere e consolidarsi un rapporto di reciproca collaborazione volta a difendere l’Istruzione, intesa come prezioso strumento di emancipazione e crescita sia individuale che collettiva.
Dalle scuole arrivano notizie drammatiche. Trecento di esse chiuse nei piccoli comuni, 2448 posti di lavoro in meno in tutta la Sardegna, classi sempre più numerose e studenti in situazione di disabilità abbandonati a se stessi. Tutto ciò in una regione in cui il tasso di abbandono scolastico è già elevatissimo.
A questi aspetti si aggiungono situazioni insostenibili come le pluriclassi e il mancato rispetto delle norme di sicurezza.
La preoccupazione aumenta visto che, il prossimo anno scolastico il provvedimento ministeriale, rinviato per quello in corso, diventerà operativo, determinando così la chiusura delle scuole sotto i 50 alunni e quindi l’ ulteriore impoverimento del tessuto socio-culturale ed economico di un territorio già fortemente penalizzato.
In questo momento di emergenza è necessaria la riapertura della vertenza Stato-Regione che porti al rifiuto del piano di ridimensionamento in atto, affinché sia garantito il servizio e non si realizzi una palese discriminazione nei confronti degli studenti sardi.
Pertanto invitiamo gli Enti locali a tutelare l’istruzione pubblica e a non cedere a compromessi lesivi per le famiglie sarde, gli studenti e i lavoratori della scuola.

Inoltre invitiamo Voi tutti a partecipare e far partecipare
• Al Consiglio Provinciale Straordinario che si terrà Venerdì 9 Ottobre ore 17.30 presso il Palazzo della Provincia
• Alla manifestazione indetta dal Coordinamento Precari Scuola Oristano che si terrà venerdì 23 ottobre ad Oristano in Piazza Roma alle ore 9.00.

Coordinamento Precari Scuola Oristano


coordinamentoprecarioristano@gmail.com
Facebook: coordinamento precari scuola oristano
http://coordinamentoprecarioristano.blogspot.com/

Consiglio Provinciale Straordinario- Scuola e Precari


Venerdì 9 ottobre 2009
17.30 - 20.30
Palazzo della Provinci
Via Carboni
Oristano

Venerdì 9 ottobre alle ore 17.30 presso l'aula consiliare della Provincia in Via Carboni, si terrà un Consiglio Straordinario dedicato integralmente al problema del ridimensionamento della rete scolastica provinciale. E' fondamentale la partecipazione di tutti coloro che credono nel valore dell'Istruzione Pubblica. Vi aspettiamo!

lunedì 28 settembre 2009



Scuola Secondo i precari: «Un paradosso»
Aumentano gli iscritti diminuiscono i docenti
Lunedì 28 settembre 2009
Vedi le foto «Una scuola al risparmio che finirà per dare meno cultura e sapere». I precari oristanesi non intendono arrendersi davanti ai tagli della riforma Gelmini. Anche sabato mattina, mentre i colleghi "di ruolo" erano in classe a far lezione, loro erano in piazza a distribuire i volantini. «Vogliamo sensibilizzare la gente e le istituzioni - ha spiegato Alessandra Giarrusso del coordinamento provinciale precari. - Non è possibile colpire in questo modo la scuola pubblica e il diritto allo studio». In provincia i precari che sono rimasti fuori dalle aule e non hanno avuto alcun incarico sono oltre 250, in una situazione di controtendenza tutta oristanese. «Qui da noi non è affatto vero che gli iscritti a scuola sono diminuiti - va avanti, - il numero degli studenti è aumentato considerando gli iscritti di Bosa e della Planargia». All'incremento degli alunni però non è proporzionale il numero degli insegnanti: nelle scuole elementari nel 2009 ci sono 39 cattedre in meno rispetto all'anno precedente, ma i bambini da 5 mila 500 sono passati a 6 mila 133. Stesso discorso alle scuole medie: 18 insegnanti in meno e oltre 800 alunni in più. «Credo che i dati parlino da soli - aggiunge, - la situazione è desolante, senza contare che non esiste un ricambio generazionale: abbiamo gli insegnanti più vecchi d'Europa». Necessario invertire la rotta, altrimenti si andrà incontro a una vera smobilitazione: «Avremo classi sovraffollate sino a 33 alunni, ricadute negative sullo svolgimento delle lezioni e gli alunni disabili non saranno più garantiti», si legge nel volantino che sabato è stato distribuito in piazza Roma.
VALERIA PINNA

domenica 27 settembre 2009

Data: martedì 29 settembre 2009 Ora: 18.00 - 20.00 Luogo: EPT Indirizzo: Piazza Eleonora - EPT Città/Paese: Oristano, Italy


Dopo le recenti iniziative, verranno discussi i seguenti punti:
- lettera aperta ai sindaci e ai dirigenti scolastici in vista del Consiglio Provinciale Straordinario, dedicato integralmente alla Scuola
- Spot pubblicitario per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica
- Incontro-dibattito con Pancho Pardi
- Iniziative a carattere informativo di varia natura
- Manifestazione nazionale sabato 3 ottore
- Varie ed eventuali

venerdì 25 settembre 2009

MANIFESTAZIONE NAZIONALE 3 ottobre

Il Coordinamento Precari Scuola conferma la manifestazione del 3
ottobre.

Il percorso e' stato democraticamente deliberato dai Comitati locali e
dalle associazioni che ne fanno parte che si sono espresse in data
odierna.

Il percorso partirà alle ore 14.30 da Piazza della Repubblica (Roma) e
passerà in Piazza del Popolo dove una delegazione di insegnanti
precari sarà chiamata a parlare sul palco della manifestazione in
difesa della libertà di stampa.

Il COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA RIPRENDERA' IL CORTEO VERSO
VIALE TRASTEVERE, DOVE CONCLUDERA' LA MANIFESTAZIONE IN DIFESA DELLA SCUOLA.

Provincia: Ordine del giorno su scuola e precari

CONSIGLIO PROVINCIALE DI ORISTANO
VII^ Legislatura
_________________________

Spett.le Presidente del Consiglio Provinciale
Spett.le Presidente della Giunta Provinciale
di ORISTANO

ORDINE DEL GIORNO STRAORDINARIO E URGENTE
sulla drammatica situazione dei tagli del Governo per la scuola pubblica in Sardegna e sulle possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità.



Proponente e primo firmatario: Consigliere FIGUS Stefano, Presidente Gruppo Insieme;



PREMESSO che, a seguito della drastica riduzione delle cattedre annunciata dal nuovo regolamento emanato dal Ministro dell'istruzione Gelmini per il prossimo anno scolastico 2009/2010, diverse centinaia di insegnanti precari, personale tecnico, amministrativo e ausiliario, storici della Provincia di Oristano e di tutta la Sardegna rischia di restare escluso dagli incarichi annuali;

PREMESSO che l’ingresso di Bosa e Planargia ha determinato un incremento della popolazione scolastica della suddetta provincia, rendendo incomprensibili i massicci tagli al personale docente e non docente;

CONSIDERATO che, ciò risulterà determinato da una serie di concatenanti fattori quali la riduzione del tempo scuola e degli insegnamenti, il peggioramento della didattica e dei risultati scolastici, l’inadeguatezza dei luoghi scolastici e dei servizi di supporto, il caro-scuola, le inefficienze dell’amministrazione scolastica (che stanno producendo una enormità di ricorsi), le aggravate condizioni di lavoro del personale di ruolo, le ridotte opportunità del personale precario di poter lavorare e di essere occupato stabilmente (con i conseguenti drammi umani);
in particolare, sulle scuole sarde si abbatterà un disastro in termini di drastico ridimensionamento della rete scolastica entro il 2012: sono a rischio di chiusura 300 edifici scolastici considerati semivuoti e sono a rischio di soppressione 225 autonomie scolastiche su 426 in quanto costituite con meno di 500 alunni. In termini di posti di lavoro ciò significherà 80 dirigenti scolastici in meno, 80 direttori D.S.G.A. (ex segretari), molti meno Collaboratori Scolastici (bidelli) ed assistenti amministrativi e tecnici;

CONSIDERATO che, l’Ufficio Scolastico.Regionale. ha fatto in organico di diritto più tagli di quelli previsti dal M.I.U.R.: nelle scuole elementari ha tagliato ulteriori 105 posti (“restituiti” al M.I.U.R. e neppure recuperati come promesso nel’organico di fatto) e nelle medie 77, mentre ha realizzato 37 posti in più nelle superiori. Sul sostegno l’U.S.R. ha disposto solo 1979 posti sui 1995 previsti dal M.I.U.R., tagliando altri 16 posti in più (“restituiti” al M.I.U.R.). Il saldo finale negativo è appunto di 121: mentre il M.I.U.R. prevedeva per la Sardegna 22004 posti, l’U.S.R. ne ha disposto 21883. Come se non bastasse, l’U.S.R. aggiunge che farà inoltre altri tagli per 131 posti in organico di fatto. Ancor più grave è che sul sostegno l’U.S.R. ritiene di dover attivare in organico di fatto solo 2421 posti complessivi per i circa 4400 alunni disabili, utilizzando solo 442 delle 490 deroghe previste (“restituiti” al M.I.U.R.). A parte i deleteri effetti rappresentati dai seri problemi di funzionamento delle scuole e di erogazione del servizio scolastico, si avranno circa 1000 soprannumerari costretti a cambiare scuola, riduzione dei posti su cui fare immissioni in ruolo (meno 16 rispetto a quelle possibili), dimezzamento delle supplenze assegnate dagli U.S.P. rispetto all’anno scorso con previsione di 1200 supplenti in meno, spesa di oltre 20 ML di € dei fondi della Regione per riparare i danni del Ministero dell’Istruzione e dell’U.S.R.;
SI CERCA IN QUESTO MODO DI METTERE A TACERE IL FORTE MALCONTENTO DEI PRECARI DELLA SCUOLA, PROPONENDO I CONTRATTI DI DISPONIBILITÀ, PROVVEDIMENTO TAMPONE LIMITATO SOLO AL CORRENTE ANNO SCOLASTICO, DISCRIMINATORIO E LESIVO DELLA DIGNITÀ UMANA E PROFESSIONALE DI PERSONE DA TANTI ANNI A SERVIZIO DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA.
La deleteria controriforma del maestro unico alle elementari, se integralmente applicata, in Sardegna comporterebbe sulle sole 725 classi prime, per 12.985 bambini, circa 362 insegnanti in meno; a regime, su tutte le cinque le classi (3.833 classi circa per 65.479 bambini) della scuola elementare si perderanno, nei prossimi anni, circa 1.916 insegnanti. Nelle scuole secondarie, oltre alla saturazione delle cattedre a 18 ore, ne sono state costituite molte con un orario superiore, in aperta violazione della normativa, con un grave peggioramento della didattica e delle condizioni di lavoro del personale e con la soppressione di posti di organico. Vista nei suoi termini diacronici e più generali, dal 1998/1999 ad oggi sono stati tagliati circa 5500 (-20%) posti docenti e 2350 (-23%) altre unità di personale; sono andati in pensione 11500 docenti; sono state concretamente chiuse 95 scuole. Ridottissime sono state le nuove assunzioni stabili: soltanto 242 docenti e 198 unità A.T.A., rispettivamente appena il 23,2% e il 12,35% di copertura dei posti vacanti. Perciò risulta ancor più grave il comportamento dell’U.S.R. che, avendo fatto più tagli del dovuto, ha prodotto anche l’effetto di ridurre le immissioni in ruolo;

CONSIDERATO che, per effetto della disastrosa controriforma, intere zone della Sardegna subiranno un processo di desertificazione culturale-formativa e resteranno private di uno degli ultimi essenziali baluardi della presenza statale. Il danno sarà enorme considerato che la Sardegna ha i numeri piè elevati in termini di interruzione, ritardo e dispersione scolastica. Basteranno alcuni numeri per visualizzare la “fatica” dello studiare in Sardegna: il 22% dei giovani tra i 18 e i 24 anni hanno solo la licenza media; e, mentre il tasso di dispersione dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni, a livello nazionale, è del 16,4%, in Sardegna esso sale al 18%. Gli scrutinati non ammessi all’anno successivo, qualsiasi esso sia, oscilla tra il 17% ed il 27%, laddove nazionalmente oscilla tra il 10,4% e il 18,9%. Hanno conseguito la licenza media solo il 96,5% dei ragazzi sardi a fronte del 98,2% nazionale. Nei recenti scrutini delle scuole secondarie di 1° e di 2° grado, i peggiori risultati in ogni tipologia di istruzione sono riscontrati nelle ISOLE: il 52% e il 77% dei ragazzi, rispettivamente nel 1° e nel 2° grado, riporta insufficienze, a fronte del 47,8% e del 74% nazionali. Anche nel comportamento i peggiori risultati sono registrati nelle ISOLE;

CONSIDERATO che, per quanto riguarda l’edilizia scolastica, secondo una recente indagine il 62,9% degli edifici scolatici isolani, a fronte del 51,5% del Centro e del 41,3% del Nord, necessita di interventi urgenti, a fronte della media più bassa per quanto riguarda gli investimenti nel settore. Il 35% degli edifici è stato costruito prima del 1974, il 47,5% tra il 1974 e il 1990. Nella graduatoria del LIVELLO QUALITA’ EDILIZIA la Sardegna è nella fascia più bassa. Soltanto il 47% delle scuole gode di un servizio di Scuola-bus; non hanno strutture sportive il 45% delle scuole; sono prive di scale di sicurezza il 45% delle scuole e il 32% non ha il certificato di prevenzione incendi. La mappatura regionale degli edifici scolastici è ancora ferma ad appena 400 edifici, pari al 20% del patrimonio edilizio scolastico sardo.

CONSIDERATO che, sono riscontrati aumenti nei costi per l’istruzione, per quanto riguarda i materiali didattici tra il 10% e 16% rispetto al 2008 (anche 900 € di spesa per bambino). Per quanto riguarda i libri di testo, la cui adozione è stata imposta illegittimamente senza variazione per 5 anni, sono previsti aumenti del 3-5% con spesa media di 440/450 € per alunno. Sono da prevedere anche altri 250/300 € di spesa per il ricambio in corso d’anno del materiale didattico;

CONSTATATO che, l’accordo tra Ministero dell’istruzione e Regione Sarda è stato concluso in totale perdita per la Sardegna, con una desolante acquiescenza ai diktat nazionali, malgrado la Regione Sarda, anche in virtù della propria autonomia e specialità, avrebbe potuto, al contrario, spuntare un trattamento migliore rispetto al resto dell’Italia proprio in considerazione della sua conformazione orografica e del suo tessuto sociale che rende particolarmente difficile il godimento del fondamentale diritto costituzionale all’istruzione. Tutto ciò avviene in spregio a quanto disposto dall’articolo 3 della Costituzione, che dispone l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge con il conseguente dovere per la Repubblica di porre in essere condizioni di discriminazione positiva nel senso di intervenire più massicciamente nelle situazioni di grave disuguaglianza, quale quella che si verifica in Sardegna su tanti fronti, non ultimo quello dell’istruzione. Altrimenti, i giovani sardi, privati della conoscenza che sempre più rappresenta elemento essenziale di competitività, resteranno esclusi da tutte le opportunità non per loro demerito, ma per l’ingiusta insensibilità dello Stato che i diritti fondamentali dovrebbe, invece, garantire;

CONSTATATO infine che, su un altro ma non meno rilevante versante, la condizione di precariato inutilizzato condanna alla disperante marginalità un numero enorme di qualificatissimi servitori dello Stato che per anni hanno meritoriamente svolto l'essenziale servizio formativo scolastico e che con molta difficoltà troveranno un’altra occupazione anche a cagione dell’età spesso avanzata, ed ai quali ora pare materializzarsi un volto feroce dello Stato che pare volerli buttare via come carta straccia, apparendo quasi beffarda l’elemosina di poche centinaia di euro certamente insufficienti per una vita dignitosa o di sopravvivenza di una famiglia. Pertanto, lo Stato deve in Sardegna far lavorare e pagare tutti i precari assumendosi doverosamente il costo di una ristrutturazione da esso esclusivamente imposta, anche se inopportunamente subita in maniera acritica dalla Regione Sarda;

RILEVATO che:
- la situazione sull'attribuzione del sostegno scolastico agli alunni con disabilità deve rispondere alle esigenze effettive espresse e documentate che devono essere soddisfatte per garantire pienamente il diritto allo studio, anche con il rapporto 1:1, come già stabilito dalle numerose sentenze dei tribunali ordinari della Sardegna prima e dai TAR e Consiglio di Stato oggi, che ribadiscono la necessità di attente valutazioni caso per caso, nonostante il rapporto medio nazionale, al fine di garantire nel rispetto della Costituzione il "pieno soddisfacimento delle effettive esigenze rilevate" (ordinanza del Consiglio di Stato del 24 febbraio 2009);
- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;

impegna il Presidente della Provincia, On. Pasquale Onida

1) ad assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente e in particolare degli insegnanti precari, al fine di assicurare la loro stabilizzazione occupazionale nell'ambito della riqualificazione del sistema scolastico e formativo della nostra Provincia e della Regione;
2) a sollecitare con la massima urgenza l'apertura di una vertenza tra la Regione Sardegna e il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che, nell'individuazione dei criteri, riconosca il carattere speciale dei territori interni e montani della Sardegna; in particolare alla luce di quanto stabilito lo scorso 2 luglio dalla Corte Costituzionale che ha giudicato parzialmente illegittime alcune norme del decreto Gelmini proprio sull’azione di ridimensionamento della rete scolastica.
3) a tutelare il diritto allo studio degli studenti sardi con disabilità, attraverso provvedimenti il più possibile rispondenti alle reali esigenze di ciascuno e non rispondenti a meri calcoli ragionieristici, perché non si rischi di fare passi indietro sui diritti essenziali acquisiti, affinché non si creino gravi discriminazioni e si garantiscano pari opportunità per tutti.

Oristano, lì 24 settembre 2009

F.to i Consiglieri Provinciali: Stefano Figus, Alessandro Vinci, Giuseppe Deias, Mario Tendas, Giuseppe Marras, Danilo Mastinu, Antonio Cinellu, Alfredo Stara, Silvano Cadoni

giovedì 24 settembre 2009

documento ore eccedenti

All'attenzione dei Dirigenti Scolastici,
ai Consigli d'Istituto,
a tutti i docenti e i lavoratori ATA.

Oggetto: richiesta al personale della scuola per il rifiuto delle ore eccedenti il CCNL


Il Coordinamento Precari Scuola di Oristano chiede che tutto il personale della scuola, di ruolo o con contratto a tempo determinato, rifiuti di assumere contratti eccedenti l'orario di lavoro previsto dal CCNL 2006-2009 (25 ore per i docenti della scuola dell’infanzia, 22 per la scuola elementare, 18 per le scuole e gli
istituti di scuola secondaria e artistica secondo il comma 5 dell’art. 28 del CCNL; 36 ore per il
personale ATA, secondo il comma 1 dell’art. 51 del CCNL). Inoltre si chiede che le ore di
compresenza non vengano trasformate in ore di supplenza per la sostituzione dei colleghi assenti e che i
docenti di sostegno non vengano utilizzati anch’essi allo stesso scopo.

La proposta sopraccitata darebbe con certezza la possibilità ai precari, rimasti disoccupati a causa dei
tagli, di lavorare e di recuperare almeno il punteggio nelle rispettive graduatorie. Si ricorda inoltre al
tutto il personale della scuola che non vige alcun obbligo di accettazione di ore eccedenti il CCNL
(secondo le informazioni indicate precedentemente) e che i lavoratori che abbiano già accettato tali ore
possono ritirare le disponibilità.

Tali richieste sono giustificate non solo da esigenze lavorative e di solidarietà tra lavoratori, ma anche
da evidenti esigenze di tipo didattico, dato che la professione non può che essere svilita da un
sovraccarico di ore lavorative.
Invitiamo tutti i lavoratori della scuola a diffondere questo documento e a farsi portavoce della lotta dei
precari, che riguarda tutto il mondo della scuola pubblica.


Coordinamento Precari Scuola Oristano

coordinamentoprecarioristano@gmail.com

Ordine del giorno Consiglio Provinciale 24/09/09

Oggi 23 SETTEMBRE 2009 alle ore 17.30 presso l'aula consiliare della Provincia ad Oristano, Stefano Figus , consigliere provinciale dell' IDV,
presenterà un ODG STRAORDINARIO sulla drammatica situazione , causata dai tagli del governo, nella scuola pubblica sarda e in quella oristanese in particolare.

SIETE TUTTI INVITATI A PARTECIPARE

COORDINAMENTO PRECARI ORISTANO

Ordine del Giorno Consiglio Regionale 22/09/09

ORDINE DEL GIORNO SANNA Giacomo - DIANA Mario - CAPELLI - VARGIU - CUCCUREDDU sulla dichiarata disponibilità del Ministero della pubblica istruzione a rimodulare secondo le richieste avanzate dal Presidente della Regione sarda e dall'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'accordo siglato tra il Ministro Gelmini e l'Assessore Baire in data 31 luglio 2009.
IL CONSIGLIO REGIONALE
a conclusione della discussione della mozione n. 19 (BRUNO - URAS - SALIS - ZEDDA Massimo - CUCCU - MELONI Valerio - SOLINAS Antonio - ESPA - AGUS - BARRACCIU - BEN AMARA - CARIA - COCCO Daniele Secondo - COCCO Pietro - CUCCA - DIANA Giampaolo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Marco - MORICONI - PORCU - SABATINI - SANNA Gian Valerio - SECHI - SORU - ZUNCHEDDU sull'accordo tra il Ministero dell'istruzione, università e ricerca e la Regione Sardegna, "per la realizzazione di interventi finalizzati all'integrazione e al potenziamento dell'offerta di istruzione" sottoscritto dal Ministro Gelmini e dall'Assessore Baire in data 31 luglio 2009, e sulla drammatica situazione della scuola in Sardegna, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento);

VISTA la dichiarata disponibilità del Ministero della pubblica istruzione della Repubblica italiana a rimodulare secondo le richieste avanzate dal Presidente della Regione sarda e dall'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, l'accordo siglato tra il Ministro Gelmini e l'Assessore Baire in data 31 luglio 2009,
impegna la Giunta regionale
1) a strutturare l'accordo intorno agli obiettivi:
a) dell'innalzamento dei livelli di istruzione e formazione dei giovani, avuto riguardo agli obiettivi fissati dall'Unione europea per il 2010;
b) della lotta alla dispersione scolastica;
c) dell'aumento dell'offerta formativa anche in riferimento alla creazione di un adeguato e innovativo sistema di recupero dei debiti scolastici;
d) della tutela e della valorizzazione della specialità linguistica della Sardegna;
e) del miglioramento dell'efficienza organizzativa delle autonomie scolastiche;
f) della connessione tra innovazione tecnologica e curriculare;
g) della costruzione di rapporti permanenti tra il mondo della scuola e quello del lavoro;
h) dell'integrazione tra il sistema dell'istruzione e quello della formazione professionale;
2) a inserire l'accordo suddetto nel quadro degli articoli 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle regioni competenze esclusive in materia di istruzione e di formazione professionale e concorrenti in materia di istruzione;
3) a tener conto che la complessità delle materie sottoposte a potestà legislative diverse deve trovare una composizione, in mancanza di alcuni provvedimenti di attuazione del titolo V, parte II, della Costituzione, in accordi politici sulle strategie per l'istruzione e la formazione improntati alla leale collaborazione interistituzionale e al raccordo tra i diversi livelli di governo;
4) a richiamare la legge regionale 7 agosto 2009, n. 3, articolo 9, commi 3 e 4;
5) a prevedere percorsi innovativi di istruzione tecnica superiore, intesi come completamento dell'istruzione tecnico-professionale e come incubatori di ricerca e sviluppo del territorio;
6) a prevedere un'apposita sperimentazione sul bilinguismo;
7) a sperimentare un modello organizzativo, in deroga alla legislazione nazionale vigente, anche ai sensi della legge n. 244 del 2007, commi da 417 a 425, volto a innalzare qualità ed economicità del servizio di istruzione, consentendo che, a costi invariati, sia la Regione a determinare il numero di alunni per ordine di scuola, per comune, per unità scolastica e per classe e la struttura oraria delle cattedre;
8) a definire tale sperimentazione in un apposito allegato tecnico;
9) a incardinare il governo di tale sperimentazione in un Comitato paritetico Governo-Regione;
10 a difendere l'impegno del Governo al riconoscimento del punteggio per i precari impegnati nei progetti di cui all'accordo predetto;
11) a mantenere, come previsto dalla legge regionale n. 3 del 2009, la disponibilità della Regione a concorrere alle politiche di tutela del reddito e del lavoro dei precari della scuola, in un quadro di politiche nazionali di corresponsabilità tra Governo e regioni.
Cagliari, 22 settembre 2009
Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 22 settembre 2009.
IL SEGRETARIO GENERALE f.f
- Dott.ssa Mariangela Sedda -
10)

mercoledì 23 settembre 2009

Data: sabato 26 settembre

Ora:
9.00 - 21.00
Luogo:
Oristano
Indirizzo:
Piazza Roma/Piazza Eleonora
Città/Paese:
Oristano, Italy

Descrizione

Il Coordinamento Precari di Oristano invita tutta la cittadinanza a partecipare al banchetto informativo che si terrà sabato 26 presso Piazza Roma e Eleonora dalle ore 9.00 alle ore 14.00 e poi dalle ore 16.30 alle ore 21.00.

Fermamente convinti che lo stato di salute dell’istituzione scolastica sia espressione della civiltà di Paese, chiamiamo a raccolta tutte le forze della società civile per difendere e rilanciare l’Istruzione Pubblica in Italia

Lettera aperta dei Coordinamenti della Sardegna

Al Presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci

All’Assessore della Pubblica Istruzione Lucia Baire

Al capogruppo dell’ Idv Giommaria Uggias

Al capogruppo del Pdl Mario Diana

Al capogruppo del Pd Mario Bruno

Al capogruppo dell’Udc Roberto Capelli

Al capogruppo del Psd’az Giacomo Sanna

Al capogruppo dei Riformatori Pierpaolo Vargiu

Al capogruppo della Sinistra Sarda

Alla redazione dell’Unione Sarda

Alla redazione del Giornale di Sardegna

Alla redazione de La Nuova Sardegna

Alla redazione di Repubblica

Alla redazione del Corriere della Sera





Lettera aperta sullo stato della Scuola in Sardegna





Trecento scuole chiuse nei piccoli comuni, 2480 precari in tutta la Sardegna, classi sempre più numerose e studenti in situazione di disabilità abbandonati a se stessi. Tutto ciò in una regione in cui il tasso di abbandono scolastico è già elevatissimo.

I precari in agitazione osservano con preoccupazione il dibattito politico in corso in Consiglio Regionale, in cui si decideranno le sorti della scuola sarda. L’accordo Baire-Gelmini accetta in pieno la politica dei tagli e lascia alla Regione Sardegna l’onere, improprio, di tamponare l’emergenza del disservizio scolastico e dei licenziamenti, impiegando risorse già scarse. Dalle scuole arrivano notizie drammatiche relative allo stato degli alunni in situazione di disabilità, del mancato rispetto della continuità didattica, della cancellazione del tempo pieno e dell’educazione degli adulti e di casi gravissimi in cui le iscrizioni vengono respinte.

La soluzione accennata dal presidente Cappellacci e dall’assessore Baire di una “rimodulazione” dell’accordo Stato-Regione è inaccettabile perché non solo lascia inalterata la situazione attuale creata dai tagli, ma prefigura un quadro sempre più desolante per il futuro dei nostri ragazzi. L’accordo va respinto e non “rimodulato”.

È necessaria la riapertura della vertenza Stato-Regione che porti allo stanziamento di nuove risorse per la scuola per un reale miglioramento del servizio pubblico e non per arginare la politica distruttiva dei ministeri dell’istruzione e dell’economia. Il rischio è che le restanti risorse regionali vengano utilizzate per progetti dispendiosi ed inutili o per i corsi di obbligo formativo che hanno lucrato sulla dispersione scolastica, incrementandola invece di arginarla.

In questo momento di emergenza manca alla scuola sarda una legge regionale che tenga conto dei bisogni specifici di un territorio economicamente e culturalmente già sofferente.

Invitiamo il Consiglio Regionale a tutelare l’istruzione pubblica e a non cedere a compromessi lesivi per le famiglie sarde, gli studenti e i lavoratori della scuola. Il diritto allo studio è un diritto fondamentale a cui la Sardegna non vuole e non può rinunciare.





Comitato Precari Scuola Cagliari

Coordinamento Precari Scuola Oristano

Coordinamento Precari Scuola Sassari

Mozione PD CAMERA DEI DEPUTATI

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Scuola: il più grande licenziamento di massa nella storia del Paese
Mozione PD: chieste risorse aggiuntive e due anni di indennità per i precari

(guarda il video dell’intervento in aula)

Quest'anno, al primo squillo della campanella, all'appello erano assenti 42 mila insegnanti e 16 mila componenti del personale Ata, stralciati via dalle economie imposte dal decreto legge 112, convertito in legge lo scorso agosto, un provvedimento che ha impoverito la scuola italiana di 8 miliardi di euro. Cifre, quelle dell'anno scolastico 2009/2010, destinate a lievitare nei prossimi tre anni, quando per insegnanti, amministrativi e collaboratori scolastici è prevista una riduzione di 130.000 unità. Si tratta, senza ombra di dubbio, del più grande licenziamento di massa nella storia del nostro Paese.

Le conseguenze di questi tagli, come ho denunciato nella mozione presentata in Parlamento in rappresentanza del Partito Democratico lunedì 21 settembre, sono e saranno pesantissime tanto sul piano della riduzione, drastica e impietosa, dei posti di lavoro, quanto su quello della qualità formativa, perché è fin troppo evidente che un impoverimento feroce del numero di insegnanti e di collaboratori scolastici si ripercuoterà negativamente sulla vita scolastica.

Mentre l’Europa ci chiede di stare al passo con la media Ocse e di investire sulle politiche della conoscenza e dell'istruzione, il governo italiano opera una scelta incomprensibile, non solo per il resto dei paesi occidentali, ma per noi stessi cittadini italiani, insegnanti, genitori di studenti che vedono il loro corso di studi azzoppato da un provvedimento che altro non è che una barbara scure abbattutasi sulle risorse economiche e professionali della scuola.

Se si utilizzasse un metro razionale e ragionevole, apparirebbe difficile comprendere infatti per quale motivo all'aumento del numero degli alunni iscritti nelle scuole italiane, 70 mila, sia corrisposta, in rapporto inversamente proporzionale, una diminuzione dei docenti, appena 42 mila. Un risultato ottenuto attraverso la riduzione del turn over, ovvero la mancata sostituzione del personale andato in pensione, l'aumento del numero di alunni per classe, che oggi arriva a contenere persino 33 allievi, con buona pace dell'insegnamento individualizzato. E poi meno scuole e meno soldi per le scuole: questi gli ingredienti di una micidiale ristrutturazione della scuola, che ha disatteso e tradito il piano previsto dal governo Prodi nella Finanziaria 2007: un piano che prevedeva l'assunzione, in tre anni di circa 150 mila insegnanti e 130 mila lavoratori Ata. Di quelle cifre restano oggi solo 16 mila immissioni in ruolo.

Questo non significa, è bene sottolinearlo, operare semplicemente un'ingrata sforbiciata che taglia fuori migliaia di lavoratori, che pure è un dramma sociale per chi ha investito anni di studio e ne ha speso altrettanti nelle aule. No, si tratta di molto di più. Si tratta di determinare la caduta verticale della qualità dell'insegnamento, di impoverire la didattica, di spogliare le scuole delle proprie risorse. Significa non investire sul futuro del nostro paese e delle nuove generazioni, significa non investire sulla nostra civiltà e decretare la nostra fine, accomodarci fra i paesi destinati ad essere il fanalino di coda nello scenario europeo e mondiale.

Ed eccole, al lato opposto della cattedra, le conseguenze della ristrutturazione scolastica: la riduzione del personale renderà impossibile soddisfare tutte le richieste di attivazione delle sezioni nelle scuole d'infanzia, mentre, in quella primaria, non sarà possibile garantire sempre il tempo pieno e, a causa del taglio di 12 mila docenti specializzati nell'insegnamento dell'inglese, a insegnare la lingua straniera saranno i maestri unici, forti di un corso di appena 150 ore. Sarà inoltre limitata la compresenza dei docenti; nella scuola media saranno ridotte le ore dedicate alle materie letterarie e tecnologiche, mentre agli alunni che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica non sarà garantita la possibilità di usufruire di attività formative alternative. Infine, i corsi per gli adulti – che oggi rappresentano una forma di riscatto e riqualificazione per molti soggetti espulsi dal mondo del lavoro perché non abbastanza qualificati – subiranno un drastico depotenziamento, per via della riduzione di ben 1.500 posti di insegnamento. Per l’edilizia scolastica, che aveva forte necessità di interventi di ristrutturazione, non sono stati ripristinati i 25 milioni stanziati dal governo Prodi. Di contro, l’aumento del numero degli alunni per classe renderà più difficile garantire le norme di sicurezza nelle aule.

A fronte di tutto questo, la recente emanazione del decreto interministeriale sugli organici – il cosiddetto “Decreto salvaprecari” – non salvaguarda né posti di lavoro, né, tantomeno, la risorsa docente nelle nostre scuole. Per di più, la scelta del Governo di accordarsi con le singole regioni affinché integrino con risorse proprie le indennità di disoccupazione previste, altro non è che un tentativo di scaricare sulle Regioni il costo sociale di questa scelta, la cui responsabilità ricade pienamente sul Governo: in un sistema d’istruzione nazionale le risorse delle Regioni devono essere aggiuntive e mai sostitutive. Il rischio di questo stratagemma è quello di creare un'itruzione di serie A, nelle Regioni più ricche, e una di serie B, in quelle più povere, con una palese disparità nell'accesso e nel diritto allo studio.

La mozione del Partito Democratico chiede perciò al Governo l'impegno a predisporre un piano straordinario con risorse aggiuntive che abolisca i tagli previsti dall’art. 64 del DL112 del 2008, all’immissione in ruolo per docenti e personale Ata così come previsto dalla Finanziaria del 2007 del Governo Prodi (150.000 docenti e 130.000 Ata in tre anni). Abbiamo chiesto inoltre l'introduzione di un’indennità di disoccupazione per 2 anni (pari al 60% per il primo anno e al 50% per il secondo) ai precari che hanno lavorato per almeno 180 giorni nell’anno scolastico 2008/2009; l'incremento degli organici del personale Ata, il cui numero ridotto rende impossibile l’apertura di molti plessi e scuole; la garanzia che gli eventuali accordi regionali per il precariato mantengano criteri d’intervento e di applicazione unitari e che, con la massima urgenza, venga discusso al tavolo della Conferenza unificata Stato/Regioni uno schema unico di Convenzione, che assicuri garanzie per tutto il personale precario della scuola.

Gli interventi a sostegno del precariato dovranno inoltre rispondere all’esigenza di innalzare la qualità dell’offerta formativa, favorire l’innovazione didattica e l’aggiornamento degli insegnanti, ripristinare il tempo scuola e l’insegnamento individuale, garantire gli insegnamenti alternativi all’ora di religione e contrastare la dispersione scolastica, facendo sì che gli accordi Stato/regioni siano indirizzati a qualificare l’offerta formativa territoriale e che siano garantite alle scuole continuità didattica e autonomia alle scuole, nel rispetto delle norme nazionali.

Caterina Pes
Blog COORDINAMENTO PRECARI ORISTANO