venerdì 25 settembre 2009

Provincia: Ordine del giorno su scuola e precari

CONSIGLIO PROVINCIALE DI ORISTANO
VII^ Legislatura
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Spett.le Presidente del Consiglio Provinciale
Spett.le Presidente della Giunta Provinciale
di ORISTANO

ORDINE DEL GIORNO STRAORDINARIO E URGENTE
sulla drammatica situazione dei tagli del Governo per la scuola pubblica in Sardegna e sulle possibili conseguenze discriminatorie nei confronti degli studenti sardi con disabilità.



Proponente e primo firmatario: Consigliere FIGUS Stefano, Presidente Gruppo Insieme;



PREMESSO che, a seguito della drastica riduzione delle cattedre annunciata dal nuovo regolamento emanato dal Ministro dell'istruzione Gelmini per il prossimo anno scolastico 2009/2010, diverse centinaia di insegnanti precari, personale tecnico, amministrativo e ausiliario, storici della Provincia di Oristano e di tutta la Sardegna rischia di restare escluso dagli incarichi annuali;

PREMESSO che l’ingresso di Bosa e Planargia ha determinato un incremento della popolazione scolastica della suddetta provincia, rendendo incomprensibili i massicci tagli al personale docente e non docente;

CONSIDERATO che, ciò risulterà determinato da una serie di concatenanti fattori quali la riduzione del tempo scuola e degli insegnamenti, il peggioramento della didattica e dei risultati scolastici, l’inadeguatezza dei luoghi scolastici e dei servizi di supporto, il caro-scuola, le inefficienze dell’amministrazione scolastica (che stanno producendo una enormità di ricorsi), le aggravate condizioni di lavoro del personale di ruolo, le ridotte opportunità del personale precario di poter lavorare e di essere occupato stabilmente (con i conseguenti drammi umani);
in particolare, sulle scuole sarde si abbatterà un disastro in termini di drastico ridimensionamento della rete scolastica entro il 2012: sono a rischio di chiusura 300 edifici scolastici considerati semivuoti e sono a rischio di soppressione 225 autonomie scolastiche su 426 in quanto costituite con meno di 500 alunni. In termini di posti di lavoro ciò significherà 80 dirigenti scolastici in meno, 80 direttori D.S.G.A. (ex segretari), molti meno Collaboratori Scolastici (bidelli) ed assistenti amministrativi e tecnici;

CONSIDERATO che, l’Ufficio Scolastico.Regionale. ha fatto in organico di diritto più tagli di quelli previsti dal M.I.U.R.: nelle scuole elementari ha tagliato ulteriori 105 posti (“restituiti” al M.I.U.R. e neppure recuperati come promesso nel’organico di fatto) e nelle medie 77, mentre ha realizzato 37 posti in più nelle superiori. Sul sostegno l’U.S.R. ha disposto solo 1979 posti sui 1995 previsti dal M.I.U.R., tagliando altri 16 posti in più (“restituiti” al M.I.U.R.). Il saldo finale negativo è appunto di 121: mentre il M.I.U.R. prevedeva per la Sardegna 22004 posti, l’U.S.R. ne ha disposto 21883. Come se non bastasse, l’U.S.R. aggiunge che farà inoltre altri tagli per 131 posti in organico di fatto. Ancor più grave è che sul sostegno l’U.S.R. ritiene di dover attivare in organico di fatto solo 2421 posti complessivi per i circa 4400 alunni disabili, utilizzando solo 442 delle 490 deroghe previste (“restituiti” al M.I.U.R.). A parte i deleteri effetti rappresentati dai seri problemi di funzionamento delle scuole e di erogazione del servizio scolastico, si avranno circa 1000 soprannumerari costretti a cambiare scuola, riduzione dei posti su cui fare immissioni in ruolo (meno 16 rispetto a quelle possibili), dimezzamento delle supplenze assegnate dagli U.S.P. rispetto all’anno scorso con previsione di 1200 supplenti in meno, spesa di oltre 20 ML di € dei fondi della Regione per riparare i danni del Ministero dell’Istruzione e dell’U.S.R.;
SI CERCA IN QUESTO MODO DI METTERE A TACERE IL FORTE MALCONTENTO DEI PRECARI DELLA SCUOLA, PROPONENDO I CONTRATTI DI DISPONIBILITÀ, PROVVEDIMENTO TAMPONE LIMITATO SOLO AL CORRENTE ANNO SCOLASTICO, DISCRIMINATORIO E LESIVO DELLA DIGNITÀ UMANA E PROFESSIONALE DI PERSONE DA TANTI ANNI A SERVIZIO DELL’ISTRUZIONE PUBBLICA.
La deleteria controriforma del maestro unico alle elementari, se integralmente applicata, in Sardegna comporterebbe sulle sole 725 classi prime, per 12.985 bambini, circa 362 insegnanti in meno; a regime, su tutte le cinque le classi (3.833 classi circa per 65.479 bambini) della scuola elementare si perderanno, nei prossimi anni, circa 1.916 insegnanti. Nelle scuole secondarie, oltre alla saturazione delle cattedre a 18 ore, ne sono state costituite molte con un orario superiore, in aperta violazione della normativa, con un grave peggioramento della didattica e delle condizioni di lavoro del personale e con la soppressione di posti di organico. Vista nei suoi termini diacronici e più generali, dal 1998/1999 ad oggi sono stati tagliati circa 5500 (-20%) posti docenti e 2350 (-23%) altre unità di personale; sono andati in pensione 11500 docenti; sono state concretamente chiuse 95 scuole. Ridottissime sono state le nuove assunzioni stabili: soltanto 242 docenti e 198 unità A.T.A., rispettivamente appena il 23,2% e il 12,35% di copertura dei posti vacanti. Perciò risulta ancor più grave il comportamento dell’U.S.R. che, avendo fatto più tagli del dovuto, ha prodotto anche l’effetto di ridurre le immissioni in ruolo;

CONSIDERATO che, per effetto della disastrosa controriforma, intere zone della Sardegna subiranno un processo di desertificazione culturale-formativa e resteranno private di uno degli ultimi essenziali baluardi della presenza statale. Il danno sarà enorme considerato che la Sardegna ha i numeri piè elevati in termini di interruzione, ritardo e dispersione scolastica. Basteranno alcuni numeri per visualizzare la “fatica” dello studiare in Sardegna: il 22% dei giovani tra i 18 e i 24 anni hanno solo la licenza media; e, mentre il tasso di dispersione dei ragazzi tra i 15 e i 18 anni, a livello nazionale, è del 16,4%, in Sardegna esso sale al 18%. Gli scrutinati non ammessi all’anno successivo, qualsiasi esso sia, oscilla tra il 17% ed il 27%, laddove nazionalmente oscilla tra il 10,4% e il 18,9%. Hanno conseguito la licenza media solo il 96,5% dei ragazzi sardi a fronte del 98,2% nazionale. Nei recenti scrutini delle scuole secondarie di 1° e di 2° grado, i peggiori risultati in ogni tipologia di istruzione sono riscontrati nelle ISOLE: il 52% e il 77% dei ragazzi, rispettivamente nel 1° e nel 2° grado, riporta insufficienze, a fronte del 47,8% e del 74% nazionali. Anche nel comportamento i peggiori risultati sono registrati nelle ISOLE;

CONSIDERATO che, per quanto riguarda l’edilizia scolastica, secondo una recente indagine il 62,9% degli edifici scolatici isolani, a fronte del 51,5% del Centro e del 41,3% del Nord, necessita di interventi urgenti, a fronte della media più bassa per quanto riguarda gli investimenti nel settore. Il 35% degli edifici è stato costruito prima del 1974, il 47,5% tra il 1974 e il 1990. Nella graduatoria del LIVELLO QUALITA’ EDILIZIA la Sardegna è nella fascia più bassa. Soltanto il 47% delle scuole gode di un servizio di Scuola-bus; non hanno strutture sportive il 45% delle scuole; sono prive di scale di sicurezza il 45% delle scuole e il 32% non ha il certificato di prevenzione incendi. La mappatura regionale degli edifici scolastici è ancora ferma ad appena 400 edifici, pari al 20% del patrimonio edilizio scolastico sardo.

CONSIDERATO che, sono riscontrati aumenti nei costi per l’istruzione, per quanto riguarda i materiali didattici tra il 10% e 16% rispetto al 2008 (anche 900 € di spesa per bambino). Per quanto riguarda i libri di testo, la cui adozione è stata imposta illegittimamente senza variazione per 5 anni, sono previsti aumenti del 3-5% con spesa media di 440/450 € per alunno. Sono da prevedere anche altri 250/300 € di spesa per il ricambio in corso d’anno del materiale didattico;

CONSTATATO che, l’accordo tra Ministero dell’istruzione e Regione Sarda è stato concluso in totale perdita per la Sardegna, con una desolante acquiescenza ai diktat nazionali, malgrado la Regione Sarda, anche in virtù della propria autonomia e specialità, avrebbe potuto, al contrario, spuntare un trattamento migliore rispetto al resto dell’Italia proprio in considerazione della sua conformazione orografica e del suo tessuto sociale che rende particolarmente difficile il godimento del fondamentale diritto costituzionale all’istruzione. Tutto ciò avviene in spregio a quanto disposto dall’articolo 3 della Costituzione, che dispone l’uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge con il conseguente dovere per la Repubblica di porre in essere condizioni di discriminazione positiva nel senso di intervenire più massicciamente nelle situazioni di grave disuguaglianza, quale quella che si verifica in Sardegna su tanti fronti, non ultimo quello dell’istruzione. Altrimenti, i giovani sardi, privati della conoscenza che sempre più rappresenta elemento essenziale di competitività, resteranno esclusi da tutte le opportunità non per loro demerito, ma per l’ingiusta insensibilità dello Stato che i diritti fondamentali dovrebbe, invece, garantire;

CONSTATATO infine che, su un altro ma non meno rilevante versante, la condizione di precariato inutilizzato condanna alla disperante marginalità un numero enorme di qualificatissimi servitori dello Stato che per anni hanno meritoriamente svolto l'essenziale servizio formativo scolastico e che con molta difficoltà troveranno un’altra occupazione anche a cagione dell’età spesso avanzata, ed ai quali ora pare materializzarsi un volto feroce dello Stato che pare volerli buttare via come carta straccia, apparendo quasi beffarda l’elemosina di poche centinaia di euro certamente insufficienti per una vita dignitosa o di sopravvivenza di una famiglia. Pertanto, lo Stato deve in Sardegna far lavorare e pagare tutti i precari assumendosi doverosamente il costo di una ristrutturazione da esso esclusivamente imposta, anche se inopportunamente subita in maniera acritica dalla Regione Sarda;

RILEVATO che:
- la situazione sull'attribuzione del sostegno scolastico agli alunni con disabilità deve rispondere alle esigenze effettive espresse e documentate che devono essere soddisfatte per garantire pienamente il diritto allo studio, anche con il rapporto 1:1, come già stabilito dalle numerose sentenze dei tribunali ordinari della Sardegna prima e dai TAR e Consiglio di Stato oggi, che ribadiscono la necessità di attente valutazioni caso per caso, nonostante il rapporto medio nazionale, al fine di garantire nel rispetto della Costituzione il "pieno soddisfacimento delle effettive esigenze rilevate" (ordinanza del Consiglio di Stato del 24 febbraio 2009);
- la drammatica situazione degli insegnanti precari e la tensione generalizzata del mondo scolastico sono aggravate in Sardegna dall'inerzia della Giunta regionale nell'affermare subito con forza ed efficacia di fronte al Governo nazionale la peculiarità evidente della situazione sarda, non solo culturale ed identitaria, ma legata anche alla distribuzione della popolazione e alla difficile viabilità;

impegna il Presidente della Provincia, On. Pasquale Onida

1) ad assumere iniziative per sostenere le rivendicazioni del personale docente e non docente e in particolare degli insegnanti precari, al fine di assicurare la loro stabilizzazione occupazionale nell'ambito della riqualificazione del sistema scolastico e formativo della nostra Provincia e della Regione;
2) a sollecitare con la massima urgenza l'apertura di una vertenza tra la Regione Sardegna e il Governo nazionale al fine di assicurare il diritto allo studio dei giovani sardi attraverso l'adozione di un piano generale per la riqualificazione del sistema regionale della pubblica istruzione, che impedisca la chiusura delle scuole e che, nell'individuazione dei criteri, riconosca il carattere speciale dei territori interni e montani della Sardegna; in particolare alla luce di quanto stabilito lo scorso 2 luglio dalla Corte Costituzionale che ha giudicato parzialmente illegittime alcune norme del decreto Gelmini proprio sull’azione di ridimensionamento della rete scolastica.
3) a tutelare il diritto allo studio degli studenti sardi con disabilità, attraverso provvedimenti il più possibile rispondenti alle reali esigenze di ciascuno e non rispondenti a meri calcoli ragionieristici, perché non si rischi di fare passi indietro sui diritti essenziali acquisiti, affinché non si creino gravi discriminazioni e si garantiscano pari opportunità per tutti.

Oristano, lì 24 settembre 2009

F.to i Consiglieri Provinciali: Stefano Figus, Alessandro Vinci, Giuseppe Deias, Mario Tendas, Giuseppe Marras, Danilo Mastinu, Antonio Cinellu, Alfredo Stara, Silvano Cadoni

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