sabato 8 gennaio 2011

Considerazioni circa il Piano di Dimensionamento Scolastico Regionale


Lettera aperta al Presidente regionale dell’Anci, ai Presidenti dell’Unione dei Comuni e ai Sindaci della Provincia di Oristano
Oggetto: Considerazioni circa il Piano di Dimensionamento Scolastico Regionale

Con queste poche righe vorremmo riportare alla vostra attenzione la questione legata al piano di dimensionamento regionale che, stando alle ultime notizie, si realizzerà sulla base delle Linee Guida varate dalla Giunta Regionale il 30/12/10.

Siamo giunti dunque al termine di un lungo processo che vede lo smantellamento sistematico della scuola pubblica statale su tutto il territorio nazionale e l’espulsione del personale precario dal mondo del lavoro.

Con il piano di dimensionamento, come ben saprete, si renderà operativa la legge 133 del 2008 che prevede il sottodimensionamento dell’erogazione del servizio in base a dei ferrei parametri difficilmente applicabili in un contesto a basso tasso demografico come la Sardegna.

Entro 60 giorni le Province saranno chiamate a realizzare ciò che è stato precedentemente approvato, determinando così la chiusura di molte scuole nei piccoli centri abitati. E’ superfluo ribadire che la ricaduta sotto il profilo occupazionale sarà disastrosa così come quella socio-culturale, poiché la soppressione dell’erogazione del servizio scolastico comporterà sia innumerevoli disagi ad una utenza già particolarmente svantaggiata rispetto a quella nazionale sia un aggravarsi del processo di spopolamento già in atto in molte aree della nostra Isola.

Un piano di dimensionamento che persegue l’unico fine di depotenziare e discriminare ulteriormente territori come il nostro, non potrà che incrementare la dispersione scolastica, già particolarmente alta rispetto alle medie nazionali. Inoltre il tanto sbandierato risparmio delle risorse finanziarie non è che un inganno, dato che le amministrazioni locali saranno comunque chiamate a garantire all’utenza un sistema di trasporti che consenta il raggiungimento delle sedi scolastiche.

In questo momento così difficile, è doveroso dare un segnale che non sia quello dell’indifferenza e della rassegnazione. Finalmente abbiamo la possibilità di aprire una vertenza nel territorio e richiamare le istituzioni locali e le rispettive comunità alle proprie responsabilità morali e politiche soprattutto al cospetto delle legittime aspirazioni delle giovani generazioni.

Pertanto Invitiamo gli Enti locali a tutelare l’istruzione pubblica e a non cedere a compromessi controproducenti per le famiglie sarde, gli studenti e i lavoratori della scuola. Per tale motivo i singoli comuni non possono più abbandonarsi a sterili campanilismi dato che la controparte è per tutti il Governo con il suo operato lesivo del diritto all’istruzione.

Come operatori del settore pretendiamo di essere ascoltati e coinvolti poiché, in virtù del nostro lavoro sul campo, abbiamo maturato una serie di riflessioni e possibili soluzioni ad un sistema volutamente depotenziato. Le problematiche legate alla dispersione scolastica e al supporto delle eccellenze, le carenze, le difficoltà e la demotivazione possono essere risolte solo con il rafforzamento del servizio offerto, la valorizzazione del personale docente e non docente, l’ampliamento del tempo scuola, le compresenze e la creazione di classi non sovraffollate. Pertanto riteniamo fondamentale la rivisitazione dei parametri per la formazione delle classi, consentita dallo stesso apparato legislativo volto alla tutela dei territori alloglotti. Tale rivendicazione consentirebbe la realizzazione di una scuola “ a misura di studente”, finalizzata al recupero, al potenziamento e anche all’inclusione dei soggetti più deboli come gli studenti disabili che, a causa del pendolarismo coatto, rischierebbero una totale marginalizzazione dalla vita scolastica.

Invitiamo dunque le Signorie Vostre, le Giunte e i Consigli Comunali a sensibilizzare i cittadini mediante assemblee pubbliche, consigli comunali con ordini del giorno specifici affinché la scuola recuperi la sua centralità nelle agende politiche locali, spesso rese passive al cospetto di un servizio fondamentale per la vita democratica e civile dei nostri territori.

Al cospetto della situazione sopra descritta è necessario ribadire il ritiro dei tagli, causa prima del disservizio e del dramma occupazionale vissuto da migliaia di cittadine e cittadini sardi. In virtù della Autonomia regionale si auspica che, quanto prima, si crei un movimento politico e di opinione che spinga la Regione alla convocazione di un Tavolo Tecnico Regionale che comprenda tutte le parti in causa (sindacati, comitati e coordinamenti dei lavoratori della scuola, dirigenti e USR) e le Istituzioni locali affinché, da un reale confronto, si rafforzino le azioni tese alla difesa della scuola pubblica statale.

Porgiamo Cordiali Saluti

Coordinamento Precari Scuola Oristano

coordinamentoprecarioristano@gmail.com
www.facebook.com/coordinamentoprecariscuolaoristano

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